L’individuo verso la felicità: volontà e libertà nel saggio “On Liberty” di John Stuart Mill

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Nella serata del 3 maggio in LODI LIBERALE, per le serate in argomendo de I CLASSICI DEL PENSIERO è stato presentato “On Liberty” il “Saggio sulla libertà” di John Stuart Mill, insieme allo You Tuber Rick Du Fer, Filosofo e Scrittore; alla giornalista Elisa Serafini Presidente Forum Economia e Innovazione; all’intellettuale Alessio Cotroneo, Presidente dell’Istituto Liberale.

“Un testo da elogiare, ma di un autore in sé non esattamente liberale, bensì liberal – essenziale fare la differenza in questo ambito – diversamente dal solito in questa serata in Lodi Liberale tutti e tre gli ospiti sono molto giovani e sono attivi sui social, si tratta di persone che hanno a cuore la divulgazione delle idee e l’amore per la libertà.” Nella presentazione il Presidente di Lodi Liberale, Lorenzo Maggi ha messo in evidenza come sia importante ad oggi diffondere on line la cultura, utilizzando un linguaggio semplice che arriva a tutti.

Il solo scopo per il quale si può legittimamente esercitare un potere su un qualunque membro di una comunità civilizzata contro la sua volontà è quello di impedirgli di nuocere agli altri. Il bene, fisico o morale, di questa persona non è una giustificazione sufficiente. Non lo si può costringere a fare qualcosa perché è meglio per lui, perché lo renderà più felice, perché, secondo l’opinione altrui, ciò sarebbe più saggio o perfino più giusto. Su se stesso, sul suo corpo e la sua mente l’individuo è sovrano”. John Stuart Mill

Fin da quando è stato pubblicato nel 1858, il “Saggio sulla libertà” è divenuto il testo fondamentale per chi alfabetizza con la libertà economica e con la libertà di pensiero, alla base della conoscenza del liberalismo e in questo modo è stato presentato il modello per la costruzione di una democrazia reale.

GLI INDIVIDUI CERCANO DI ARRIVARE ALLA FELICITA’

L’individuo cerca in qualche modo di investire le sue risorse per arrivare a raggiungere l’obiettivo della felicità, per fare questo l’individuo è libero fino a quando non arreca danno agli altri: non importa se quello che dovesse fare non fosse la cosa ritenuta migliore dai più, non conta se si fanno errori, l’uomo è libero anche di esprimere il proprio dissenso dalle idee predominanti, libero di non conformarsi a un modello di opinioni, sentimenti e usanze.

“La libertà va coltivata fin da piccoli” è quanto ha detto Lorenzo Maggi, presentando i suoi tre ospiti.

Nessuna società in cui queste libertà non siano complessivamente rispettate è libera, indipendentemente dalla sua forma di governo; e nessuna è interamente libera se tali libertà non siano assolute e senza riserve. La sola libertà che meriti questo nome è quella di perseguire il nostro bene a modo nostro, purché non cerchiamo di privare gli altri del loro o di ostacolare i loro sforzi per rag-giungerlo. Ciascuno è l’unico autentico guardiano della propria salute, sia fisica che mentale e spirituale. Gli uomini guadagnano molto di più dal consentire a ciascuno di vivere come gli sembra meglio che dal costringerlo a vivere come sembra meglio agli altri.” Cit.

Secondo Lorenzo Maggi uno dei passi più importanti di questo testo è quello in cui si sottolinea che la minoranza è l’individuo, per cui fintanto che una sola persona pensasse qualcosa e avesse un parere, avrebbe il potere di pensarla come vuole.

“Questo testo è quello che consiglio a tutti coloro che vogliono iniziare a pensare alla libertà. Occuparsene significa quindi iniziare un percorso per capire la tradizione liberale. La libertà si fonda sulla volontà, concettualmente questo è importante sul piano storico e filosofico (partendo da John Locke la libertà ha a che fare con la volontà). Secondo Rick Du Fer qualsiasi cosa noi facciamo ha un margine di decisione che dipende dalla volontà. In un sistema complessivo di condizionamenti che spingono a fare delle cose, alla fine a determinare la scelta è la volontà di se stessi, che comporta la responsabilità personale e specialmente una scelta che non dipende da altri che da noi stessi e dalla nostra volontà, che ci determina in quanto individui.

LE NEUROSCIENZE ED IL DISINCANTO SULLA VOLONTA’

“Le neuroscienze sono un settore deterrente che sta creando un forte attrito scettico attorno alla volontà, qualcosa che ha a che fare con il restringimento del campo della scelta personale. Tutti gli studi che parlano della nostra biologia, neurologia, sociologia, restringono sempre più l’idea della volontà.”

Arthur Shopenhauer e Stuart Mill avrebbero un buon argomento di discussione in merito, sul tema dell’azione umana, di essere umano, con un senso ed un significato. La volontà e la libertà nella politica cercano sempre una giustificazione per il manifestarsi in quanto individui, ma tale giustificazione non ci sarà mai – è quanto dice essere il messaggio dei presupposti, Rick Du Fer – siamo geneticamente simili ma molto diversi nel modo di essere, siamo minoranze irriducibili a tutti gli altri, specialmente rispetto ai gruppi”.

Rick Du Fer sostiene che nel saggio “On Liberty” il presupposto per essere liberi è anche di volere i propri stessi vizi; come diceva, ma in modo meno edulcorato, Lysander Spooner, che sostiene che (similmente al protagonista di Memorie del Sottosuolo di Dostoevskij) l’individuo è libero anche di farsi del male, se desidera il suo male. Noi dobbiamo quindi considerarci esserci volontari e quindi liberi. Essi però, a differenza del socratico Stuart Mill, sostengono che l’individuo possa anche essere consapevole di essere in procinto di farsi del male. Altre letture complementari a Mill, secondo Rick Du Fer, ci sono anche “Anarchia, stato e utopia” di Robert Nozick e “Lasciare in pace gli altri. Una prospettiva etica” di John Lachs.

JOHN STUART MILL ERA COMUNISTA?

On liberty è un libro veramente bello, anche se non è l’autore perfetto per capire che cosa sia il liberalismo. Questo libro spiega in modo semplice un metodo, mostrando le diverse correnti filosofiche che ha cavalcato nel tempo.” Secondo Alessio Cotroneo il messaggio da cogliere, metaforicamente, è che come neanche le pecore non sono tutte uguali, a maggior ragione le persone hanno un’individualità diversificata che necessita di una riflessione. “Il paternalismo libertario è un compromesso nella realtà – ha detto – non dimenticandoci che un domani chi governa potrebbe essere una persona che non ci piace!”

“La libertà è in contrasto con il dovere: Stuart Mill per questo critica aspramente il Calvinismo, un dovere di essere produttivi non è la libertà di scelta di essere produttivi. In questo senso, quindi, il liberalismo, quando è imposto per cultura, non è più un liberalismo. La critica può in questo contesto essere applicata anche a determinate correnti del cattolicismo.”

FEDE E LIBERTA’

Un buon cristiano dovrebbe garantire che Dio abbia dato la libertà agli individui per seguire la loro strada, che diviene la volontà di Dio e non il contrario!”

SCIENZA E LIBERTA’

“Se ci si pone dei dogmi in ambito scientifico e se non si dubita, non si progredisce. Questo vale nella scienza ma anche nella società.” E’ quindi molto positivo, secondo Alessio Cotroneo, che anche i principi del liberalismo vengano messi in discussione, che ogni certezza possa essere discussa e messa in dubbio. L’essere umano è fallibile, come essere umano; non si può dire che qualcosa sia oggettivo; non si possono mettere nero su bianco opinioni come certezze di verità.

“ Stuart Mill nella fase finale della sua vita ha iniziato ad accettare alcune politiche socialiste, perdendo di vista i suoi principi di libertà. Eppure, in questi sbandamenti, rispetto a come era partito, utilitarismo e consequenzialismo senza buoni principi portano fuori strada.”

Dato che le opinioni predominanti sono parziali anche quando le loro basi sono vere, ogni opinione che comprenda in una certa misura la parte di verità trascurata dall’opinione dominante, dovrebbe essere considerata preziosa, anche se in essa si mescolano confusamente verità ed errore. Un buon giudice delle cose umane non si indignerà mai se chi ci costringe a prendere nota di verità che altrimenti ci sarebbero sfuggite se ne lascia a sua volta sfuggire alcune che per noi sono evidenti: penserà anzi che finché la verità popolare è unilaterale, sarà sempre preferibile che anche quella impopolare abbia assertori unilaterali: perché questi sono generalmente i più energici, quelli che più riescono ad attrarre un’attenzione riluttante su quel frammento che ai loro occhi è tutta la saggezza.” John Stuart Mill

APPROCCIARE IL LIBERALISMO CON MILL

“Un libro certamente, questo, che si colloca come entry level per chi volesse porsi delle domande e farsi un’idea politica. Questo libro contiene elementi che possono sollevare delle critiche, dove si pone anche una specie di freno verso il futuro, quello tecnologico, ma va contestualizzato nel suo tempo. La sua grande empatia verso l’umanità porta in una direzione diversa da quel che sembra”.

Tra le opere umane che la vita giustamente cerca di perfezionare e abbellire, la prima in ordine d’importanza è sicuramente l’uomo stesso. Supponiamo che esistano delle macchine automi con parvenze umane in grado di costruire case, coltivare grano, combattere in guerra, dibattere cause, e persino erigere chiese e recitare preghiere: si perderebbe molto sostituendole alle donne e agli uomini veri, anche quelli che, pur vivendo oggi nelle regioni più civilizzate del mondo, sono certamente soltanto pallidi esemplari di ciò che la natura può produrre e produrrà. La natura umana non è una macchina da costruire secondo un modello e da regolare perché compia esattamente il lavoro assegnatole, ma un albero, che ha bisogno di crescere e svilupparsi in ogni direzione, secondo l’impulso delle forze intime che ne fanno una creatura vivente.John Stuart Mill.

“La base – ha detto Elisa Serafini – da cui parte questo libro è che nessuno deve arrecare del danno agli altri. Allo stesso modo, secondo l’autore, anche le opinioni possono circolare, sulla stampa ad esempio, fino a che non diventino occasione di danneggiamento per gli altri, un’istigazione all’odio e a delinquere!”

IL DIBATTITO E’ VIVO

Secondo Elisa Serafini in questa ottica anche oggi si devono continuare a discutere le libertà, anche partendo dai dibattiti attuali, ad esempio ora sulla Legge Zan, che è quindi fattualmente un tema. Il tema continua a riproporsi, nell’evoluzione sociale, mantenendo vivo il dibattito.

“Il concetto di libertà – ha detto Elisa Serafini – applicata alle scelte delle persone e al loro rapporto con lo Stato, ad esempio quando si apre il tema dei diritti civili, della contrattualizzazione e monetizzazione delle relazioni tra le persone (donazione del sangue, del plasma ad esempio), il rapporto con le droghe, la gestione delle dipendenze, etc…”

LO STATO NON APRE AI REFERENDUM E NON SI OCCUPA DELLA LIBERTA’

Secondo la giornalista sono parecchi i settori del sociale e del sanitario che in Italia sono fermi, per via di una mentalità politica distante dall’interesse economico che gravita sulla salute e sulle necessità delle persone. A partire dalla fecondazione assistita, si sono aperti molti ambiti di discussione: avere un bambino non è ancora un diritto, ma tanto più la legge impone il punto di vista paternalistico. Non esiste un modo per effettuare legalmente alcune operazioni, che vengono quindi svolte illegalmente, ad esempio l’utero in affitto.

NON SI CHIEDE IL PARERE AL CITTADINO

Il problema, secondo Elisa Serafini, non è solo legato alla morale comune, si veda il caso del sex working, ma per di più è inerente al fatto che non si pone il voto sulle questioni rilevanti: non si fanno referendum, non si discutono con la democrazia i problemi di attualità, quindi si impedisce alle persone di prendere una posizione su queste questioni.

IL PROBLEMA NON SONO LE LEGGI, MA L’USO CHE SE NE FA

La serata si è conclusa con la discussione in merito alla Legge ZAN, che è in discussione in questi giorni in Parlamento, calendarizzata a partire dall’8 maggio prossimo.

Il valore di uno Stato è, nei tempi lunghi, il valore degli individui che lo compongono; e uno Stato che sacrifica gli interessi del loro sviluppo e miglioramento intellettuale a un grado lievemente maggiore di abilità amministrativa o a una parvenza di questa conferita dalla pratica in questioni di minor conto; uno Stato che rimpicciolisce i suoi uomini perché possano essere strumenti più docili nelle sue mani, anche se a scopi benefici, scoprirà che con dei piccoli uomini non si possono compiere cose veramente grandi; e che la perfezione della macchina cui ha tutto sacrificato alla fine non gli servirà a nulla, perché mancherà quell’energia vitale che, per far funzionare in maniera più semplice la macchina, ha preferito distruggere.”

John Stuart Mill

A cura di Martina Cecco

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