Libertà e innovazione nella città sostenibile. Ridurre lo spreco di energie umane

0
636

 

Nella 28esima serata di Lodi Liberale di lunedì 11 aprile 2016 è stato presentato il libro di Stefano Moroni Professore di etica e diritto del territorio presso il Politecnico di Milano, “Libertà e innovazione nella città sostenibile. Ridurre lo spreco di energie umane” insieme all’autore, Claudio De Albertis, Presidente ANCE, Lorenzo Maggi e Giuliomaria Montini.

Il libro tratta il problema delle comunità di individui moderni che sono soggette ad un eccesso di burocrazia, anche se si cerca di invertire la logica, in modo da capire come sia strutturato il rapporto tra il Pubblico servizio dello Stato e il Privato. La serata è stata organizzata in collaborazione con l’Ordine degli Architetti.

“Il nostro scopo è di diffondere le idee in cui crediamo fermamente – ha detto Maggi – in qualsiasi ambito. Il tema diviene importante perché ormai la pianificazione nel contesto italiano in qualsiasi ambito è superata, ma in urbanistica rimane un dogma insuperabile. Eppure questo è il modus operandi per lo Stato per il controllo delle attività dei cittadini.” Non a caso per le operazioni urbanistiche vengono rilasciati speciali permessi edilizi. In questo libro si parla di Piano regolatore e di proposte politiche di cambiamento.

“Lo spirito del libro si esprime nei suggerimenti che l’autore fa sotto la guida del liberalismo” ha detto Maggi a introduzione della serata.

In Italia le istituzioni sembrano guidate da una concezione “meccanicistica” delle regole: ne esiste sempre una per qualunque problema ed essa deve mirare a risolverlo direttamente; perciò, si producono molte più regole del necessario (le quali, a loro volta, alimentano una burocrazia sovrabbondante). Il tutto è responsabile di uno spreco di energie umane. Il punto cruciale è che le regole, sia a livello centrale sia a livello locale, non devono e non possono determinare tutte le soluzioni; possono piuttosto – definendo più stabilmente sfere individuali protette e vietando solo esternalità negative specifiche – creare le opportunità perché individui e gruppi cerchino, creativamente, soluzioni contestualizzate. Non si tratta perciò di de-regolare, ma di regolare diversamente. Con particolare attenzione ai problemi della città e del territorio, il volume mostra come la “sostenibilità” e la “libertà” (intesa come opzione d’azione entro la cornice di un diritto che torni ad essere semplice, certo e imparziale) non siano affatto contrapposte.

LA BUROCRAZIA MECCANICISTICA CONTROLLA LA LIBERTA’

“Il punto di partenza del libro è molto semplice: ci preoccupiamo sempre del consumo delle risorse materiali, ma non della dispersione delle energie umane. Il tutto grazie a regolamenti e burocrazie inutili. Nella concezione meccanicistica dei problemi, per ogni problema esiste una regola risolutiva. Le regole però sono molte più del necessario. Il fatto che la burocrazia aumenti è connesso al fatto che le regole aumentano. Sono queste le prime barriere tecniche che impediscono la libertà individuale. Le regole urbanistiche ed edilizie sono uno di quegli ambiti in cui le regole abbondano e dove seguono i controlli della vita individuale.”

TROPPI PROBLEMI ATTANAGLIANO IL MERCATO DELL’EDILIZIA

“Ci sono troppe regole eterogenee e quindi ogni soggetto è sottomesso a diversi enti normativi, tale serie di norme di sovrappone spesso o contrasta. Le normative spesso scendono in un dettaglio troppo particolareggiato, per cui non c’è margine di autonomia e l’edilizia è regolamentata nei metri, nella forma e nella destinazione d’uso. Il valore è giuridico. Anche i particolari sono spesso regolamentati, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista dei materiali. Sono regolamentati gli impianti, i metodi di riscaldamento, etc…” Secondo l’autore del libro le norme sono secolari e troppo particolareggiate nel dettaglio. Oltre ad essere troppo dettagliate sono troppo diverse tra i diversi comuni, sono diversi anche i modi in cui vengono rilevate o calcolate.

“Le normative edilizie in Italia sono instabili, vengono variate dalle amministrazioni e sono spesse volte integrate con delle varianti alla bisogna, per cui è inutile semplificare la burocrazia dei permessi, licenze, certificazioni e ispezioni se non si cambia la legislazione” ha detto Moroni.

“Urbanistica ed edilizia sono due uffici tecnici che impiegano nell’ente pubblico un gran numero di persone, anche se – secondo gli addetti ai lavori – rimangono sempre due settori sottoimpiegati” ha detto. Secondo gli statunitensi il costo degli alloggi aumenta per colpa di queste norme e dei ritardi burocratici; riduce la possibilità di innovazione e di tecnologia; le imprese edili non possono portare grandi cambiamenti nei progetti, bensì devono replicare modelli vecchi.” Ha detto.

CODICI URBANI

“Sarebbe positivo possedere un unico codice urbano, di poche regole, semplice da gestire, come ad esempio fanno in Olanda.” Ha detto. Le norme dovrebbero essere chiare su cosa è vietato e non su cosa non è vietato. Il non vietato dovrebbe essere lasciato libero dunque. L’autore del libro ha spiegato che sarebbe opportuno avere una struttura uniforme nelle normative, con qualche integrazione di parametro locale, ma nel contesto di una struttura unica nazionale.

“In uno Stato di diritto solo le norme accertate possono dire quello che si può fare e quello che non si può fare.” In questo senso vengono effettuati i controlli di conformità che non ammettono giudizi discrezionali.

“Un progetto non può essere sviluppato in un contesto di norme e di vincoli, architetti e ingegneri dovrebbero poter esercitare la loro professione, come anche lo stesso dovrebbero poter fare gli imprenditori edili. I controlli potrebbero essere più semplici e più facile potrebbe essere stabilire se le norme sono state rispettate oppure no”. Ha detto.

COME SI TRADUCONO LE NORME CONCRETAMENTE

“Imprese e professionisti sono divise in modo da lavorare in ambiti ristretti e il numero di questi professionisti e di queste imprese è molto alto. Qualsiasi professionista esca dal suo contesto lavorativo, nel settore edilizio, ha bisogno di qualcuno che lo supporti nell’acquisizione dei diversi regolamenti a titolo di garanzia. Ora quindi si conclude che la causa di queste norme sono proprio i numeri di cui sopra.” Ha detto De Albertis.

“Si riescono quindi a imporre linee precise che creano poi una incredibile limitazione e confusione, ad esempio è il caso del settore energetico. Ma non solo. Le questioni poi creano un macello.” Ha detto.

E’ specialmente sul piano locale che si sviluppano i piani di Vigili del Fuoco, ASL, che gestiscono la sicurezza e l’igiene. Ma quando si sente parlare di Testo Unico diviene molto problematico capire le conseguenze, in linea di massima si sono ottenute prevalentemente complicazioni.”

DALLA PRECARIETA’ LA CAACITA’ DI CAMBIARE LE REGOLE

“Un paese come il nostro deve convivere con una realtà completamente nuova che è quella della precarietà. Con la precarietà iniziano nuovi problemi. I giovani devono convivere con essa e le facoltà del meridione perdono iscritti, al nord invece guadagnano iscritti. Quindi vuol dire che si presenta un problema legato alla profonda sperequazione tra nord e sud che si sta divaricando sempre di più, il sud sta perdendo le sue risorse. I giovani che hanno imparato a convivere con la precarietà non sono molto conservatori, si misurano nelle novità.” Ha detto.

IL PROBLEMA DEL MERCATO

“A fronte di un numero di operatori e di professionisti sconfinati e di competitività, gli italiani si collocavano. Fino al 2008. Oggi non è così, nonostante le prestazioni.” A dettare le regole ora è invece il contratto del progetto, l’elemento in cui si sostanzia il rapporto tra la Pubblica Amministrazione e la proposta. Il rapporto si sostanzia in un contratto di progetto e questo è il cambiamento epocale.

“Il rapporto che si sta costruendo è quello tra gli attori della filiera delle costruzioni, i gestori, i professionisti e gli immobiliari rispetto alle imprese in sé. Le imprese erano un tempo al centro di questa dinamica. Ora no. Negli ultimi 25 anni a fare la differenza è chi vince la guerra di posizionamento e di collocazione, che è cambiata nel variare degli strumenti.” Ha detto.

LE LEGGI E I CAVILLI COPRONO L’INCAPACITA’ DI PROGREDIRE

Nel momento in cui non si riesce a rimanere al passo con il processo organizzativo, si resta legati alle norme ed ai regolamenti di cui sopra. Non c’è la capacità di andare oltre le cose futili, per cui lo spazio occupato anche nei tempi amministrativi sono ampi, la maggior parte dei Consigli comunali verte su argomentazioni di stampo edilizio o comunque inerente. Un notevole dispendio di energie umane e anche di risorse.

Secondo quanto detto in Italia i tempi tecnici per la progettazione e per la valutazione dei progetti e per la messa in opera superano grandemente i tempi della completa realizzazione. In     questo modo dalle norme tecniche a quelle fiscali la competitività dell’Italia rispetto ai paesi esteri crolla.

Esempi di leggi che si contraddicono, anche quando si parla di incentivi, legati alle leggi di governo, sono innumerevoli, si possa riassumere che in molti casi per chi lavora nel settore sono ai limiti della demenzialità.

La vostra identità, la vostra nascita, la vostra famiglia, i vostri beni, il semplice fatto che siete in vita, tutto è messo in dubbio dall’assenza di un solo Timbro; e così essi hanno stabilito che nessun cittadino può dirsi esistente senza il loro totale consenso. FLAIANO

 

A cura di Martina Cecco

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome