CLIMA: ovvero quando anche solo discuterne con un libro diventa un problema

Gli ospiti della serata hanno discusso con una visione alternativa tra Kyoto e l’adattamento ai cambiamenti climatici da parte dell’uomo.

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Clima, basta catastrofismi. Riflessioni scientifiche su passato e futuro” di Franco Battaglia, Uberto Crescenti, Mario Giaccio, Luigi Mariani, Enrico Miccadei e Nicola Scafetta, una serata insieme a FRANCO BATTAGLIA, Coautore del libro e Professore di Chimica Ambientale presso l’Università di Modena, NICOLA SCAFETTA, Coautore del libro e Professore di Fisica dell’Atmosfera presso l’Università Federico II di Napoli, FRANCO PRODI, Professore di Fisica dell’Atmosfera presso l’Università di Ferrara. Nella 118 serata di Lodi Liberale.

 

Cosa si dice nel libro: dal 1850 ad oggi la temperatura media del pianeta è aumentata di circa 0,8-1 °C. La comunità scientifica è divisa tra chi attribuisce tale aumento a cause prevalentemente naturali e chi invece ritiene che l’aumento sia causato principalmente dalle attività dell’uomo. In questo libro desideriamo fornire elementi scientifici utili alla comprensione del tema, sulla base di conoscenze e dei dati quantitativi che provengono da varie discipline, dalla geologia alla fisica dell’atmosfera, dalla storia del clima a quella agroalimentare. Esse confermano che nel passato sono avvenuti numerosi cambiamenti climatici, la cui comprensione è l’unica premessa attendibile prima di avanzare ipotesi sul clima futuro del pianeta e mettere in atto costose politiche climatiche volte a limitare la crescita dell’economia.

 

Presentati da Lorenzo Maggi, Presidente di Lodi Liberale, il 22 febbraio scorso i tre relatori hanno commentato dei dati (reali) dando una lettura alternativa alla visione semplificata che – per ovvi motivi pratici – viene proposta alle persone comuni dal mainstream, cioè quella di limitare le emissioni di Co2 e in generale quello che viene identificato con l’inquinamento per frenare il surriscaldamento del pianeta. Secondo i tre scienziati però è bene sapere che non è solo così, ma c’è ben anche dell’altro.

PARLARE DI CLIMA E’ POSSIBILE SENZA FINIRE IN UN BAGNO DI SANGUE?

“Clima, basta catastrofismi. Riflessioni scientifiche su passato e futuro” è un libro che ti frega: scritto in modo semplice, sembra essere approcciabile, in realtà per chi non è addetto ai lavori diventa complesso.

“Abbiamo deciso di affrontare una tematica come questa perché sul clima si è sviluppata una vera e propria religione, nel racconto dell’opinione pubblica, che è catastrofica. La narrazione popolare attualmente si snoda in 3 fasi con pensieri che si succedono uno dopo l’altro: le attività umane stanno causando un insopportabile aumento della Co2 in atmosfera e l’aumento della Co2 in atmosfera causa un aumento delle temperature; l’aumento delle temperature causerebbe un aumento dei fenomeni disastrosi naturali. Chiunque voglia mettere in discussione questi argomenti viene definito negazionista” ha detto Maggi.

Gli ospiti della serata hanno discusso con una visione alternativa tra Kyoto e l’adattamento ai cambiamenti climatici da parte dell’uomo.

“Si va a mettere in discussione la reale scientificità delle proposte politiche ambientaliste, cercando di capire come si formano queste idee molto popolari che ormai hanno raggiunto quasi tutti i giovani e meno giovani del mondo. La serata si sviluppa su un tema molto divisivo” ha detto Lorenzo Maggi.

Nella quotidianità non è più possibile discutere di questi argomenti, che ormai sono diventati una specie di religione, per cui diviene difficile capire i fenomeni e delimitare il reale impatto del fattore antropico nel riscaldamento del pianeta.

“Facciamo parte di un gruppo di persone che ha lanciato una petizione, attraverso le nostre competenze – spiega Franco Prodi professore di fisica dell’atmosfera – visto che le basi fisiche del sistema del clima sono preliminari alle attuali campagne di ambientalismo; non sono autore di questo libro, ma la petizione da cui partiamo comprende 61 scienziati italiani, che si sono mossi inizialmente per rafforzare il concetto che non esiste un’emergenza vera e propria al limite del catastrofismo. La nostra competenza è per dare una base fisica del sistema clima, in un modo neutro, che sta sotto qualsiasi pensiero ambientale”.

“Il clima è definito da un flusso di fotoni solari che è ribattuto dai fotoni terrestri, dove è sempre difficile capire quale dei due flussi fornisca maggiore energia. In questo continuo va e vieni, la terra intercetta tutte le radiazioni del sole come un disco e l’energia viene distribuita, causando quindi un flusso in andata e uno in ritorno. Queste sono due cause astronomiche complesse, non costanti, variabili, che dipendono dalla rivoluzione, rotazione, inclinazione della terra sull’asse e sull’orbita. In un moto non regolare.” “Tutto questo è la base della teoria astronomica, ha spiegato Prodi, la causa astrofisica non è stabile ma specialmente non dipende dall’azione dell’uomo. La sua energia controbilancia il collasso gravitazionale. La creatura solare è instabile infatti” spiega il fisico.

“Poi c’è l’atmosfera, che gioca la sua parte, sia nella fascia legata all’attività antropica, che alle altre attività che non sono antropiche. In quest’area ci sono diversi tipi di sostanze. In questo involucro gassoso ci sono le famose nubi! – la scienza del clima si è sviluppata a partire dagli anni recenti e non ha una storia antica – I fotoni terrestri dalla terra incontrano le nubi e le particelle di aerosol che condizionano il passaggio terra atmosfera – questo fino al 1795 quando la macchina a vapore inizia a lavorare con l’epoca industriale, che modifica lo stile di vita dell’uomo e la sua incidenza sulla Terra; prima l’uomo era un semplice abitante che consumava energia e ne produceva, da allora la macchina inizia a cambiare qualcosa – con l’industria e l’uso dei fossili inizia la emissione dei gas di brucio in atmosfera”.

Ma contestualmente a questo e non di secondaria importanza, inizia anche il monitoraggio delle sostanze e delle temperature d’atmosfera, consentendo quindi una vera e propria misurazione e osservazione dell’aria di tipo globale. Questo inizia dai primi dell’800. Da questo periodo si sono visti 0,7 gradi per secolo di aumento di temperature. Per un totale di 1.5 gradi in due secoli. In epoche precedenti ci sono prove di diversi periodi caldi, romano e medievale, la piccola glaciazione e quindi una serie di epoche climatiche ricorrenti di caldo e di freddo.

“C’è una successione di cicli naturali. In questo momento saremmo dunque in un periodo di riscaldamento!” Ha detto Prodi. Da qui iniziano le diverse Conferenze internazionali, che sono delle zone di dialogo con e per la politica mondiale dell’ONU che presenta la tesi per cui il 95% degli scienziati sarebbe a favore dell’ipotesi del riscaldamento globale legato alle attività antropiche. E su questo chi studia le nubi nella loro struttura chimica e fisica in ottica climatica non può concordare.” Ha detto Prodi.

LA NOSTRA ESISTENZA PRODUCE SCORIE E NON ABBIAMO ALTERNATIVE

Secondo lo studioso gli scenari che sono prodotti attualmente non sarebbero realistici in quanto considerano troppo pochi fattori che hanno ingerenza sul clima, guardando solo a talune cose.

Su questo la comunità scientifica non può essere concorde, perché non sono calcolati in modo realistico i possibili comportamenti del clima. Questo non ha niente a che fare con il negazionismo. I modelli non sono ancora affidabili, ma solo ipotesi, tra tante.

C’è una grande confusione tra inquinamento planetario e cambiamenti climatici. E qui si innesta il problema delle risorse energetiche. Con l’inizio dell’utilizzo del combustibile fossile, carbone, petrolio, gas naturale e nucleare è avvenuto un cambiamento enorme in tema di non inesauribilità delle risorse e di tutela dell’ambiente planetario.

C’è una serie di problemi che riguardano l’ambiente che non hanno a che fare con la Co2 e con il riscaldamento del pianeta, ma solo con l’inquinamento. L’uomo, prima dell’era industriale, non consumava come adesso. Ma tornare a consumare poco vivendo come adesso non è esattamente una passeggiata. Questo è il problema su cui dovremmo concentrarci per i prossimi 300/400 anni. Secondo Prodi.

LA SQUALIFICA MORALE DELL’AVVERSARIO

L’atteggiamento della critica non costruttiva che attacca l’integrità scientifica di chi si esprime è una forma di attacco che non ha una rispettabilità. Ha detto Maggi: la differenza tra inquinamento planetario e cambiamento climatico è enorme e il fatto che molti lo confondano programmaticamente è fondamentalmente la base del problema.

IL PIANETA HA MOLTI PUNTI DEBOLI E QUESTO CERTAMENTE E’ VERO

“Le immagini che ci arrivano dal mainstream sono senza dubbio reali, ovvero quando vediamo le immagini di deserti od alluvioni quelle immagini sono vere … quello che è discutibile è il commento della catastrofe, l’allarme e la lettura dei fatti … non è che queste cose siano solo odierne, secondo la IPCC la situazione è di un innalzamento delle temperature, un riscaldamento, che continuerà nel futuro, a causa delle immissioni dei gas serra. Se questo riscaldamento superasse gli 1.5 gradi oltre le temperature preindustriali, cioè del 1850, allora secondo questo modello potrebbero esserci una serie di problemi nel sistema. Noi siamo a 1 grado sopra il livello preindustriale e non ci sono problemi legati a questo!” Ha detto Nicola Scafetta mostrando i modelli di innalzamento della temperatura di IPCC. Se la temperatura salisse ulteriormente ci sarebbero molti problemi più o meno gravi in diversi settori. Secondo questo modello l’idea politica sarebbe di ridurre le emissioni al punto di azzerarle.

“Le stime e i modelli della temperatura che sono stati proposti da IPCC, però, non possono avere conferme, in quanto la Terra non è de-antropizzabile, per cui non è possibile rilevare dal punto di vista fisico la situazione attuale senza l’incidenza dell’uomo” ha detto. Secondo Scafetta sono ipotizzabili invece scenari meno apocalittici. I modelli algoritmici attuali cercano di mettere insieme tutte le conoscenze possibili, utilizzando dei FORZANTI che sono associati al SOLE e a una serie di forzanti legati a GAS SERRA, VULCANI, etc… Tali forzanti sono divisi in naturali e antropici, poi vengono mescolati rendendo una specie di somma. Ha detto.

LA CURVA DELLE TEMPERATURE

“L’immagine che abbiamo negli occhi delle temperature è chiara: secondo IPCC c’è una fortissima componente antropica che influisce sull’aumento della temperatura. I forzanti naturali secondo IPCC non hanno prodotto alcun riscaldamento.” Ha detto Scafetta. “Usando anche i forzanti antropici la curva sale!”

La IPCC deduce da questi modelli che il riscaldamento antropico sia la prima causa di riscaldamento globale del pianeta. Da cui chiaramente questo significherebbe che l’uomo sta rovinosamente cambiando il clima.

PROBLEMI DI MODELLO

I problemi di questo modello – a prescindere dal fatto che non è vero che questo modello è ritenuto esatto dal 97% degli scienziati – sono da trovarsi all’origine dei dati: il modello non dice solo che c’è un cambiamento climatico in atto, che è pacifico, ma sono laddove si dice che il 100% degli aumenti della temperatura sia dovuto alle attività antropiche. Su questo la comunità scientifica infatti non è compatta.

Ad esempio secondo i meteorologi solamente il 29% crede che sia l’uomo responsabile di questo cambiamento. Il 71% non è d’accordo con questa tesi.

Questi modelli non sono validati secondo crisma scientifico. Non è infatti dimostrabile – fatto salvo bloccare completamente le attività umane per un periodo di osservazione, tenuto conto però che la popolazione mondiale è notevolmente aumentata rispetto all’epoca pre industriale, per cui il modello non sarebbe equipollente – se le temperature sono alte con e senza uomo, o solamente con l’uomo. Sono ipotesi.

“L’unico modo quindi per validare i modelli, pare che sia quello di guardare al passato e quello che si è trovato è un ciclico cambiamento nelle epoche climatiche!” Ha detto Scafetta.

“Nel 2001 è emerso che uno dei forzanti abbinabili al riscaldamento del pianeta poteva essere la Co2, per cui da qui è partita la politica ambientale odierna.” Dopo il 2001 il grafico è stato criticato, nel 2013 il modello è notevolmente mutato, mettendo in rilievo un grande ciclo di temperatura in cui, in alcuni frangenti, la temperatura è molto simile ad oggi, in altri frangenti molto più bassa.” Ha detto Scafetta.

Molti studi fanno pensare che nelle diverse epoche climatiche ci siano state le situazioni più varie, tanto che il ciclo dei climi potrebbe lasciare aperta la partita sul futuro climatico della nostra generazione.

Secondo Scafetta grazie allo studio dei ghiacciai possiamo dedurre che nel passato, non solo durante la preistoria, ma anche dopo, ci sono stati periodi molto caldi nel passato basati su cicli millenari circa, che vanno e vengono. Secondo Scafetta I CICLI MILLENARI non possono che dipendere dall’attività solare.

Sarebbe dunque il SOLE a determinare in maniera sostanziale il clima e non l’attività antropica. Che potrebbe essere determinante invece rispetto ai microclimi locali, praticamente molto di meno.

NON SAREBBE LA CO2 LA CAUSA DEL RISCALDAMENTO GLOBALE

2050 è un progetto per la diminuzione delle emissioni in Europa, proponendo di puntare idealmente a zero, in realtà mettendo limiti molto superiori, ma in tutti i paesi in via di sviluppo le emissioni stanno aumentando, sempre di più. Specialmente in India, Indonesia, Africa e altri paesi, ma anche nella moderna Cina, nazioni che hanno economie più vecchie, basate ancora sul carbone. Che fare?

Ridurre il cambiamento climatico alla sola Co2 è falso e non è riducendo le emissioni in Europa che si potranno sistemare le devianze da parte dei paesi in via di sviluppo e la Cina. Rischia di essere inutile.

Le osservazioni fatte durante la serata, nella chat della conferenza, sono state molto pesanti, tanto da scatenare una critica continua acerrima, in un grande dissenso.

DA RISCALDAMENTO CLIMATICO A CRISI CLIMATICA

“Il riscaldamento globale, ovvero un cambiamento climatico indotto dalle attività umane non è realistico, anche solo guardando i fatti: tanto quanto non ha senso essere antinuclearista con alcuni paesi europei che basano la loro potenza elettrica sul nucleare, altrettanto deve venire un dubbio in merito alle scelte radicali che possono determinare il futuro economico europeo, altrettanto quindi sappiamo che il nostro pianeta ha subito delle glaciazioni con variazioni delle temperature, che ogni un tot periodo di secoli ha un optimum climatico. Questo è già avvenuto nel passato, noi siamo in una fase ottimale, ma è avvenuto anche relativamente alle glaciazioni. Allo stesso modo in passato sono già occorsi periodi di riscaldamento.” Ha detto Franco Battaglia, coautore del libro presentato in Lodi Liberale.

“Dal 1750 assistiamo effettivamente a un riscaldamento, qualcuno dice che questo poteva essere solo un riscaldamento locale, comunque questo riscaldamento è la continuazione post piccola era glaciale, ma non è un aumento monotono, visto che la dimensione delle temperature è varia.” Ha detto Battaglia.

LA TERRA HA UNA VARIABILITA’ ANCHE DI 15 GRADI DI TEMPERATURA NELLE DIVERSE ERE

“Nel libro che presentiamo questa sera vediamo che i modelli sono decisamente sbagliati rispetto alla realtà, sforando di circa 1 grado sulle reali prospettive che abbiamo di fronte. Allo stesso modo secondo le rilevazioni di fenomeni come alluvioni ed uragani, notiamo che negli anni osservati (seppure solo recenti) gli eventi climatici disastrosi sono sì stati registrati e rilevati (prima no) ma non hanno una natura così eccezionale rispetto al normale andamento del clima del pianeta. Il pianeta può avere una variabilità di 15 gradi, entro i quali starebbero anche le varianze del nostro periodo attuale!” Ha detto Battaglia.

“La riduzione delle emissioni di Co2, che è sottoscritta con il protocollo di Kyoto, rispetto alle emissioni del 1990, non è rispettata. Le emissioni di oggi sono aumentate del 60% in quanto, grazie al trasferimento all’estero delle aziende che hanno delocalizzato, le emissioni indirette sono aumentate.” Quindi la politica non è stata efficace, tanto che siamo alla COP 26 per la riduzione delle emissioni. Ha detto Battaglia.

La nostra civiltà è basata sull’energia, a buon mercato, abbondante, sempre disponibile. La riduzione del consumo energetico attualmente potrebbe significare il ritorno a una condizione di sobrietà. In Europa non abbiamo bisogno della schiavitù grazie allo sviluppo delle industrie e all’uso delle energie rapide e potenti, ovvero il carbone, il gas, il petrolio e il nucleare. Questo non è attualmente riducibile, ha detto.

A cura di Martina Cecco

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