“Corridoi faunistici progettati e mai realizzati, cassonetti anti orso in misura esigua; ma il Trentino ha perso la capacità di progettare seriamente? Analisi di progetti accantonati e realizzabili che la provincia di Trento NON ha mai eseguito. Le soluzioni ci sono! Perché non si vogliono realizzare? Presenteremo alcuni progetti che la Provincia tiene nascosti e non realizzati!”
Il comunicato che OIPA Trento ha mandato alla stampa è correlato di una mappa che indica l’area faunistica dove sono attualmente collocati gli orsi: il contenimento è molto stretto e per questo la sezione ambientalista trentina va denunciando da qualche tempo il principio di una detenzione al limite della sopportazione per le bestiole.
IL COMUNICATO
Oggi torniamo in piazza, per continuare la nostra storia che vuole narrare la vicenda dei tre orsi imprigionati al Casteller. Cosa avranno ancora da raccontare questi? È la domanda che molti si pongono, quando ci vedono qui in piazza a chiedere la liberazione degli orsi, ma anche portando idee, proposte, denunce ed esposti.
La domanda è legittima, perché da diverse settimane, ogni venerdì siamo qui a dire qualcosa di nuovo, a raccontare i retroscena che ci sono dietro la gestione dell’orso in Trentino. È di questi giorni la dichiarazione dell’assessora Zanotelli che, guarda caso dopo i nostri sit-in, esce allo scoperto, dato che la Giunta sta valutando l’ipotesi di realizzare una struttura nuova per altri orsi; e così, l’assessore afferma che : “Potrebbe essere attigua all’area faunistica del Casteller”. Ma se certe soluzioni sono “impegnative in termini di costi” per rimuovere gli esemplari problematici “è necessario prendere in considerazione sin da subito anche l’abbattimento” – citazione tratta da un quotidiano locale.
Ancora un a volta si preferisce parlare di ABBATTIMENTI, IMPRIGIONAMENTI, invece che di
progetti sostenibili e di una cultura di informazione e formazione del territorio. Si preferisce
spendere soldi pubblici per strutture di morte e sofferenza, invece che valorizzare progetti che permetterebbero una maggiore integrazione di questi anomali selvatici nel nostro territorio. Infatti, è bene sapere che in provincia ci sono progetti, parcheggiati nei cassetti polverosi, che prevedono la realizzazione di corridoi faunistici.
Pensate che, nel lontano dicembre 2010, il PIANO FAUNISTICO PROVINCIALE, prevedeva la
realizzazione di diversi corridoi faunistici in Trentino.
Non solo per gli orsi, ma per tutta la fauna selvatica. A cosa servono? Questi corridoi, non percorribili da mezzi, ma solo da animali, sono dedicati al collegamento tra aree separate da arterie stradali, piuttosto che fiumi o torrenti. La loro realizzazione permetterebbe di risolvere moltissimi problemi:
PRIMO: EVITARE CHE GLI ANIMALI ATTRAVERISNO STRADE TRAFFICATE, CAUSANDO INCIDENTI ANCHE GRAVI: tanti danneggiamenti non vengono segnalati, senza dimenticare che questa è una materia che rientra anche nella sicurezza stradale. Non solo i costi, non coperti da assicurazione provinciale, ma il rischio è quello della salute degli automobilisti, oltre che quella degli animali. Nel 2018 si contano 584 incidenti con caprioli e 218 con cervi, che attraversando le strade impattano in automobili; circe 700 casi all’anno di media; il tutto perché gli animali non trovano spazi dedicati agli attraversamenti.
SECONDO PUNTO: parlando di orsi, dobbiamo dire che i corridoi faunistici avrebbero permesso la distribuzione degli orsi attuali su tutto l’arco alpino, evitando la concentrazione degli esemplari attuali in un’unica zona; questa prospettiva avrebbe abbassato notevolmente le probabilità di incontro uomo-orso; che, lo vogliamo ricordare, rimangono comunque molto basse, perché l’orso non cerca il contatto con l’uomo. I corridoi faunistici erano previsti dal Piano Faunistico Provinciale. Esistono studi approfonditi su questo sviluppo, che avrebbe garantito enorme attenuazione dei problemi che oggi dobbiamo
affrontare nella gestione degli orsi. Nello studio si erano anche determinati i percorsi possibili per favorire i transiti in posti meno antropizzati, altro punto cruciale che avrebbe favorito l’integrazione dell’orso nel nostro territorio.
Ma questi progetti sono stati abbandonati, perché si preferisce rinchiudere, abbattere, invece che ragionare e creare sviluppo sostenibile. Nel 2015 la Provincia aveva avviato anche la realizzazione di un corridoio faunistico sul torrente Avisio, per bypassare la Val d’Adige e permettere così di spalmare la presenza degli orsi su territori più ampi. Ma, anche qui, la politica ha fermato tutto. Politiche piccole di piccoli orticelli da difendere, anziché valutare il bene collettivo che, con la diffusione su territori più ampi, avrebbe
permesso agli orsi di spostarsi naturalmente in zone meno antropizzate. Si, perché l’orso si tiene lontano dagli uomini.
Vogliamo, poi, approfondire il tema della dissuasione degli orsi ad avvicinarsi ai centri abitati? Sarebbe sufficiente investire in maniera oculata nei cassonetti anti orso, per quanto riguarda le immondizie, soprattutto di natura organica.
Pare che in Trentino siano circa 200 i cassonetti anti orsi; solo 200 cassonetti nel Trentino! E, da come viene raccontato anche sulla stampa, spesso dagli stessi cittadini non vengono nemmeno richiusi correttamente.
Anche su questo tema siamo carenti. Non si fanno investimenti oculati, ma si sperperano soldi per costruire nuove prigioni per altri orsi.
È di questi giorni, poi, la notizia che alcuni orsi non sarebbero andati in letargo e quindi, date le abbondanti nevicate, che ricoprono i recinti anti orso delle arnie con le api, si sarebbero introdotti in queste aree per fare razzia di miele, distruggendo le arnie stesse e quindi anche molte famiglie di api. Dispiace, ovviamente, anche perché pure le api sono molto importanti. Tuttavia, anche qui, si coglie sempre la lamentela dell’uomo che accusa l’orso di aver fatto ciò che la natura gli dice di fare. È compito di un imprenditore valutare la sicurezza delle proprie strutture; vale per gli allevatori, per i pastori e anche per chi ha arnie con api. Si chiama rischio di impresa! E ogni imprenditore deve sapere quali sono i propri rischi di impresa e adeguare i comportamenti in base all’evoluzione delle situazioni. Con questo non vogliamo minimizzare il problema, ma solo ricordare che NON E’ COLPA dell’orso se avvengono questi fatti, bensì di chi non prevede tali situazioni e non adegua la propria attività alle situazioni esistenti.
Troppo comodo scaricare le responsabilità sugli orsi, evitando di progettare in maniera adeguata le proprie attività. C’è bisogno di adeguare incentivi e facilitazioni per queste attività? Si può parlarne e discuterne, questo dovrebbe fare la politica, invece che pensare solo ad uccidere e segregare animali selvatici. Adeguare le strutture esistenti in Trentino considerando la presenza degli orsi è un dovere di una società che si vuole definire attenta e rispettosa della biodiversità. Cosa che, invece, assolutamente non sta accadendo qui, nel nostro Trentino, governato da persone che cercano solo di fomentare odio verso gli animali e ne persegue il maltrattamento continuo.
Una progettazione di sviluppo sostenibile vedrebbe:
– Liberazione immediata degli orsi del Casteller, con adeguate misure di monitoraggio degli
stessi;
– Progettazione di adeguati corridoi faunistici, come peraltro era previsto dal Piano
Faunistico Provinciale, permettendo così una distribuzione migliore degli orsi;
– Diffusione capillare di cassonetti anti orso per tenere lontani gli animali dai centri abitati;
– Formazione e informazione ai cittadini per la convivenza con questi animali;
– Controllo del territorio da parte del servizio forestale, perché vengano sanzionati pesantemente i comportamenti scorretti come inseguimenti di animali, abbandono di cibo
per attirarli volontariamente, abbandono di capi di bestiame senza guardianìa nei pascoli
da parte di allevatori e pastori che non si adeguano all’esistenza degli orsi.
Valorizzazione dei prodotti trentini che gli orsi cercano (miele, prodotti di montagna), come avevamo già proposto in uno dei sit-in svolto qualche settimana fa. Invece siamo qui, sistematicamente, a denunciare inefficienze e sperperi di denaro pubblico, da parte di una Giunta Provinciale che si ostina a parlare esclusivamente di ABBATTERE E IMPRIGIONARE.
Siamo nel medioevo o nel terzo millennio?
OIPA TRENTO COMUNICATO ALLA STAMPA