La cultura è impotente di fronte alla politica. “Socialismo. Analisi economica e sociologica” di Ludwig von Mises

Perché il Socialismo non è realizzabile

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111° incontro di Lodi Liberale il primo lunedì del 2021 via zoom per parlare di “Socialismo” con Lorenzo Infantino professore di Filosofia delle Scienze Sociali alla LUISS, Raimondo Cubeddu professore di Filosofia all’Università di Pisa e Nicola Iannello giornalista e fellow dell’Istituto Bruno Leoni: il libro presentato è la riedizione di “Socialismo. Analisi economica e sociologica” di Ludwig von Mises.

“Uno straordinario capolavoro del ‘900, del maestro della Scuola austriaca, che in Italia conosce fortuna prevalentemente grazie alla collana della Biblioteca austriaca della Rubbettino. Ormai due anni or sono che è stata tradotto anche “L’Azione umana” sempre di Mises. Questo libro spiega come mai il socialismo nella moderna visione del mondo non potrebbe funzionare”. Ha detto Lorenzo Maggi, presidente dell’associazione Lodi Liberale. Il libro si apre con la presentazione di August von Hayek.

Né Dio né una mistica forza della natura hanno creato la società, questa è stata creata dagli uomini, se essa si svilupperà o finirà nella decadenza dipende dalla nostra azione” Cit. Mises.

“Nel 1922 era uscito un saggio in tedesco, collocato in un volume collettario, si tratta del testo “Die Gemeinwirtschaft: Untersuchungen über den Sozialismus”. “Socialismo” è un’analisi teorica e di un’opera di dimensioni impressionanti per la vastità dei temi che affronta con una perspicacia incredibile. Mises aveva previsto precisamente quella che sarebbe stata l’evoluzione dell’idea socialista – ha detto Cubeddu – ma il grande successo dell’opera viene però nel 1936 dopo la prima revisione fatta per adeguarla a un pubblico più vasto, quello inglese.” Una traduzione sommaria e imprecisa, ma indispensabile.

“In questo libro molte cose stupiscono: ad esempio non si parla delle teorie precedenti, nel 1896 l’economista Eugen von Bohm-Bawerk demolì la teoria del ‘valore’ di Karl Marx sostenuta ne “Il capitale”, rilevando i principali disastri scientifici dell’opera. Mises si confronta a tutto campo con quelle che erano le tante idee del socialismo e i modi immaginati per realizzarlo.”

“Talvolta abbiamo esatte analisi di teorie o di fenomeni eppure cadono nel vuoto, restano lì. Possiamo pensare al successo di John Maynard Keynes. Mentre altre idee non si sono affermate, si continua a pensare al socialismo come a qualcosa che si sarebbe realizzato nonostante gli errori umani e i difetti teorici che questi economisti e studiosi avevano messo in luce.” Ha detto Cubeddu.

“L’intervento dello Stato si trasforma in un’abolizione della libertà individuale!”

“Senza un sistema esatto dei prezzi il sistema economico non potrebbe funzionare, ma nonostante la chiarezza di Mises le idee socialiste vanno avanti, dimostrando che esse sono qualcosa di più di una teoria economica. Mises se ne accorge e lo scrive quando, con una certa veemenza, parla del rapporto tra la fede religiosa cristiana ed il socialismo. La relazione che Mises istituisce tra Immanuel Kant e il Marxismo tratta delle radici del socialismo. Mises ritiene che l’idea di socialismo sia sopravvissuta per colpa del supporto che le chiese cristiane gli hanno dato.” Secondo Cubeddu.

Se Benedetto Croce avesse letto questo libro avrebbe capito che senza il mercato concorrenziale l’idea stessa dell’economia non ha alcun senso. Un infausto dibattito, quello italiano, tra liberalismo e liberismo, svolto tra il 1927-1930, che ha caratterizzato la cultura filosofica italiana. Alla luce di quanto scritto da Mises, avremmo capito che le idee di Benedetto Croce non erano realizzabili. Poco diverso per Luigi Einaudi, meno radicale, in difesa di un prevalere e di un primato filosofico e politico dell’economia.

“Tutti gli individui in qualsiasi situazione tendono a migliorare la propria situazione, non serve istruirli, è qualcosa di quasi naturale da cui non si può prescindere, per questo gli incentivi individuali funzionano”.

Mises tra socialismo ed etica e chiese cristiane contrappone la concezione epicureista.

 

Una delle voci più importanti dell’epoca moderna, l’economista austriaco Ludwig von Mises, che muore nel 1973. Quando scrisse il libro, nel primo dopoguerra, assistette al trionfo del comunismo in Russia, al fascismo in Italia e alla nascita di un movimento nazionalista e razzista in Germania, salito al potere nel 1933 con Adolph Hitler: il Partito Nazionalsocialista.

 

La reificazione di un’identità astratta non esiste. La società vive solo negli individui ed agisce per loro tramite”. Cit. Mises

E’ nell’interesse di ognuno entrare vigorosamente nella battaglia intellettuale, nessuno può rimanere da parte indifferente”. Cit. Mises

 

“Mises ha dovuto rifugiarsi negli Stati Uniti dopo una fuga attraverso la Svizzera, in quanto era ebreo e nel viaggio è passato attraverso il Portogallo. Aveva ritenuto di non rientrare in Austria dopo lo Anschluss.” Ha detto Iannello

Questo libro è un prodotto della società moderna.

“Un libro come questo era fuori catalogo, anche se ha segnato l’epoca, per questo il fatto che sia stato ripreso da Lorenzo Infantino è una cosa molto importante. Lo spessore fisico di quest’opera chiarisce la sua consistenza. Mises prende di petto il Socialismo realizzato, non sottovaluta l’importanza di Marx, dato il suo impatto nella storia dell’umanità, paragonabile forse a Gesù Cristo, spiegando perché l’idea non si concretizza ma resta una sorta di religione.”

Hans Kelsen nel 1920 pubblica “Stato e socialismo” in cui parla della contraddizione insanabile tra anarchismo e statalismo. Ma i socialisti hanno continuato a riprodurre gli stessi errori anche nel ‘900 in quanto il socialismo era una fede e chi crede non si ferma.

“La prasseologia di Mises non chiama in causa gli elementi fattuali, ma ne analizza gli aspetti contraddittori a priori e secondo logica. Mises prende gli aspetti teorici della pianificazione economica centralizzata e dimostra come non possano essere realizzati economicamente e tendenzialmente opprimano la libertà.”

La prasseologia può prevedere a priori, date alcune circostanze, che direzione assume quelle data azione, mai però misurarla o riprodurla in laboratorio; ecco perché l’economia può qualificare gli effetti di una variabile sulla direzione dei fenomeni economici, ma mai ridurre i mutamenti economici a previsioni definite come gli eventi naturali.

“Il mercato, con tutte le sue imperfezioni, è un’istituzione sociale che serve ad aiutarci a compiere delle scelte che non sprechino risorse, ma che le indirizzino verso la soddisfazione dei nostri bisogni.” Ha detto Iannello. “Marx coltivava l’emancipazione dell’uomo ma i mezzi che ha messo in campo portano tutti da un’altra parte. Questo libro ci aiuta a ricollocare il dibattito del ‘900 sui due assi di Stato e di Mercato”.

“Chi eravamo ieri e chi siamo oggi!”

“La vita di Mises è stata eroicamente tragica, responsabile di una colpa innocente, ha cercato di illuminarci perché la strada che milioni di uomini stavano percorrendo non avrebbe portato ai risultati sperati, ma esattamente all’opposto, ed in vita non ha avuto alcun riconoscimento a causa del tentativo di trasmettere la conoscenza e il valore della libertà – ha detto Infantino – questa è una delle maggiori opere delle scienze sociali, dove noi possiamo chiarire e stabilire che cosa eravamo ieri e che cosa siamo oggi”.

“Mises parla di profezia, anche se cerca di declassarla, ponendone un accento rilevante: scrive che alla base delle dottrine c’è generalmente l’assunto di un paradiso originario, un’età dell’oro da cui l’uomo si è allontanato sempre più. Max Weber scriveva che il profeta è lo strumento rivelativo a cui dio affida il compito di manifestare se stesso e la propria volontà; parafrasando possiamo dire che Marx si è presentato come lo strumento rivelativo a cui la storia ha affidato la soluzione dell’enigma della storia, la realizzazione del comunismo, abolendo la proprietà dei mezzi di produzione l’uomo vuol ritrovare il paradiso perduto.”

“Allora Platone probabilmente non credeva nella realizzabilità della società che egli additava, perciò ha formulato una religione che più si adattava allo scopo che essa voleva perseguire. Come scriveva Ludwig Burckhardt. Ma gli uomini confliggono in tutte le dimensioni della vita. Diventa quindi difficile pensare che camminando nel solco del totalitarismo, nel dualismo tra due schieramenti, abolendo la proprietà privata, si torni nel paradiso perduto. Senza proprietà privata non può esserci nessuna libertà e nessun benessere!”

Herbert Spencer aveva già parlato della cooperazione sociale, che può essere coercitiva e politica oppure volontaria e sociale: sulla base di questo Mises sostiene che non esista una terza via, perché deve esserci un’autorità politica allora che interviene; il profitto diventa una ricompensa per i bisogni insoddisfatti che vengono in questo modo soddisfatti, quindi la Terza via è un’illusione, alimentata anche all’interno delle Chiese cristiane di oggi.” Ha detto Infantino.

“La cultura è impotente di fronte alla politica!”

Tra questa cultura e la politica c’è una totale divaricazione.” Anche senza arrivare a una situazione impossibile di pianificazione, arriveremo ad un continuo interventismo (I fallimenti dello stato interventista di Ludwig von Mises) ma così si colpisce pesantemente il futuro delle nuove generazioni.

Oggi un libro come questo troverebbe delle notevoli difficoltà ad essere pubblicato. Questo è un libro che nel ‘900 avrebbe dovuto sortire risultati migliori rispetto a quanto ottenuto, ma bisogna trarre spunto per non dichiararsi mai vinti! Il benessere dei cittadini può essere ottenuto solo attraverso la cooperazione volontaria”.

 

A cura di Martina Cecco

 

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