Il socialismo ha resistito al Covid 19. Il liberal-capitalismo arranca

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Questo il metodo pragmatico e scientifico utilizzato in Cina per debellare il Covid 19.

Nessuna mezza misura. Milioni di tamponi. Efficienza e cooperazione: dal vertice alla base. Nessuna irresponsabile e sciocca protesta di piazza per i lockdown, in quanto ciò avrebbe significato mandare in tilt il sistema sociale e sanitario, atto a fermare l’epidemia.

Nel cosiddetto Occidente liberal-capitalista, dagli USA all’Europa, diversamente, si sono attuate mezze misure, spesso contraddittorie; non si sono fatti abbastanza tamponi (nei week-end addirittura meno che negli altri giorni); si è andati a risparmio, non si è potenziata la sanità pubblica; non si sono potenziati i trasporti pubblici; si è scesi in piazza contro le decisioni dei comitati tecnico-scientifici; non si è cercata una collaborazione in primis con la Cina, Paese dal quale tutto sembra essere partito e che da decenni ad ogni modo studia le epidemie. Si è preferito, invece, accusare la Cina, alimentare uno spirito anti-cinese, senza sapere che la Cina è una grande democrazia popolare. Ovvero l’opposto rispetto alle democrazie parlamentaristiche borghesi, inefficienti, al servizio non già della comunità, ma del capitale privato e dell’individualismo.

La chiave del successo dei Paesi socialisti, Cina in testa, ma anche Cuba, il Vietnam e il Venezuela (che hanno resistito in modo efficiente alla pandemia), è stato il loro senso di efficienza, comunità, primato della pianificazione pubblica rispetto al profitto privato; mentalità improntata all’esaltazione della sovranità e della democrazia popolare, rispetto ad un parlamentarismo liberale fatto di pseudo contrapposizioni fra maggioranze e opposizioni che, nei fatti, rimangono al servizio del profitto, della “libera” impresa, del sistema bancario privato, a scapito della sanità pubblica, dello stato sociale, dei servizi pubblici.

Due modelli che, questa terribile pandemia, ha messo e sta mettendo a confronto.

Gli USA – patria del capitalismo e del primato del profitto privato – rimangono il Paese più colpito dai contagi. La Cina ne è uscita e sta già vaccinando, garantendo il suo vaccino, gratuitamente, anche ai cinesi residenti all’estero che decidono di farlo.

Cuba, altro Paese socialista, durante tutto il periodo della pandemia, ha inviato le sue brigate mediche all’estero, anche in Italia e in Francia. E ha sviluppato ben due vaccini: il Soberana 1 e 2.

In Germania aumentano i contagi, in Italia non cessano e così in Francia. E i morti aumentano ovuque. Il tanto osannato modello svedese, ovvero nessun distanziamento sociale, ha miseramente fallito prima di altri. Come era peraltro più che prevedibile.

L’UE discute di finanza, Recovery Fund, MES. Ma non della salute delle persone. Non si fanno milioni di tamponi, non si traccia come si dovrebbe, non si investe massicciamente in sanità pubblica sul territorio. Si danno soldi alle imprese, si salvano banche… Ma non si pianifica alcunché.

Le imprese private, nonostante i morti, richiedono di aprire il prima possibile. In Cina, diversamente, l’impresa privata è sottomessa al controllo e alla volontà pubblica.

Le emergenze, le calamità naturali, impongono sempre un cambio radicale di mentalità e di organizzazione. Un cambio radicale di passo. Un rafforzamento del senso di comunità e una direzione volta a un destino comune.

Non è e non sarà più possibile continuare a mantenere una mentalità ed un sistema economico individualista, capitalista, fondato sul profitto privato.

Il profitto privato ha, da tempo, dimostrato i suoi limiti e le sue perverse storture. Esso genera sfruttamento del lavoro (lavoro sempre più peraltro raro, sempre meno tutelato, sempre meno al servizio della comunità e sempre più al servizio del profitto fine a sé stesso); genera consumismo e bisogni fittizi e indotti dalla pubblicità; genera diseguaglianze in quanto le risorse non sono illimitate; genera inquinamento, anche sociale.

Solo un sistema improntato alla comunità, al lavoro in comune al servizio della stessa, fatto di scuola, sanità, ricerca al servizio del pubblico e non del lucro e del profitto privato, potrà essere funzionale ad affrontare le sfide del presente e del futuro.

Occorre essere realisti e osservare i fatti con realismo, pragmatismo, pianificazione.

Non c’è affatto necessità di un effimero ottimismo (il virus non è scomparso con l’inizio dell’estate né con un paio di mesi di lockdown, ad esempio, e credere che scomparirà dopo le feste di Natale è oltremodo ridicolo) e tantomeno di uno sciocco quanto ignorante edonismo (c’è chi pensa stupidamente ai pranzi di Natale, agli impianti sciistici, ai fuochi d’artificio…in barba a quanto sta accadendo).

Il 2021 non sarà un anno facile. E’ il momento giusto per cambiare la nostra mentalità, il nostro stile di vita e il nostro sistema sociale e economico.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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Nato a Roma nel 1979, è blogger dal 2004 (www.amoreeliberta.blogspot.it). Dal 2000 collabora e ha collaborato con diverse riviste di cultura risorgimentale, esoterica e socialista, oltre che con numerose testate giornalistiche nazionali, fra le quali L'Opinione delle Libertà, La Voce Repubblicana, L'Ideologia Socialista, La Giustizia, Critica Sociale, Olnews, Electomagazine, Nuovo Giornale Nazionale, Liberalcafé. Suoi articoli sono e sono stati tradotti e apprezzati in Francia, Belgio, Serbia e Brasile. Ha pubblicato i saggi "Universo Massonico" (2012); "Ritratti di Donna (2014); "Amore e Libertà - Manifesto per la Civiltà dell'Amore" (2019); "L'Altra Russia di Eduard Limonov - I giovani proletari del nazionalbolscevismo" (2022) e "Ritratti del Socialismo" (2023)

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