Domenica 25 ottobre, ben il 78,2% degli elettori cileni, ha deciso di abrogare la Costituzione introdotta dal dittatore Augusto Pinochet e in vigore da trent’anni.
Vittoria schiacciante degli abrogazionisti al referendum popolare fortemente voluto dalla maggioranza della popolazione, che lo scorso anno manifestò contro il governo liberale in carica, presieduto da Sebastián Piñera.
La Costituzione redatta dal regime di Pinochet e in vigore dal 1980, nei fatti, contribuiva a mantenere forti diseguaglianze in seno alla società e a favorire l’apparato privato rispetto a quello pubblico, in particolare nei settori della sanità e dell’istruzione.
Il Cile redigerà, così, la sua nuova Magna Carta.
Al grido festante “Il Cile si è svegliato !”, migliaia di persone si sono dunque riversate nella centralissima Plaza Italia di Santiago, per festeggiare la vittoria referendaria.
La nuova Costituzione sarà redatta da un’Assemblea costituente composta da cileni eletti attraverso il voto popolare. I 155 componenti dell’Assemblea costituente saranno scelti in occasione delle elezioni amministrative, che si terranno l’11 aprile 2021.
I lavori dell’Assemblea inizieranno nel maggio 2021 e la nuova Costituzione sarà ratificata da referendum popolare che si terrà nel secondo semestre del 2022.
Decisamente una vittoria postuma dell’indimenticato Presidente socialista Salvador Allende, che nel 1973 fu ucciso proprio dal golpe di Pinochet, sostenuto dagli USA, che fece precipitare il Paese nel buio.
Luca Bagatin