Secondo il direttore di Buongiorno Campania Franco Genzale, ci attende una campagna elettorale per le prossime regionali e provinciali breve, in cui più che i programmi e l’affidabilità dei candidati e delle coalizioni saranno determinanti la compravendita del consenso, il clientelismo e la capacità di corruzione e di intimidazione delle bande camorristiche vecchie e nuove dedite alla politica.
Provate a sfogliare i giornali di tre mesi fa. Troverete titoli in grande evidenza che riassumono le dichiarazioni dei protagonisti politici campani del Pdl e del Pd sulle regionali di marzo: entro metà ottobre – dicevano – renderemo noti programmi e candidati alla presidenza della Campania. Siamo a dicembre: i candidati sono ancora da inventare, di programmi non c’è nemmeno l’ombra. E’ vero: nel Pdl è scoppiato il caso Cosentino, che era il “candidato naturale”, come per settimane hanno ripetuto gli esponenti del Popolo della Libertà prima e perfino dopo la richiesta d’arresto del Sottosegretario.
E’ vero: nel Pd ci sono state le Primarie per eleggere il segretario nazionale e quello regionale. Ma siamo praticamente alla vigilia di Natale, poco più di tre mesi alle urne, ed ancora non è dato sapere con quali protagonisti e con quale “novena” saranno fatti i presepi delle elezioni in Campania. Il Pdl ha rinviato ogni decisione a fine dicembre, almeno così ha riferito La Russa, uno dei tre coordinatori nazionali. Il motivo? E’ un mistero. Il Popolo della Libertà, che si era accreditato, grazie a Berlusconi, come il partito delle decisioni rapide e della comunicazione chiara ed efficiente, si fa ora scudo del politichese, probabilmente per esorcizzare le fibrillazioni indotte dai pentiti di mafia e camorra, da una parte, e da Fini dall’altra. Il Pd, nondimeno, ha fatto sapere ieri che la data delle Primarie di coalizione per la scelta del candidato slitta dal 20 dicembre al 17 gennaio: il giovane e intelligente segretario Amendola ce la sta mettendo tutta, ma il partito- “paziente” è in condizioni così gravi da far apparire sano perfino un Pdl in sala di rianimazione. A conti fatti, e al netto delle feste natalizie – che in Campania durano sempre più che altrove – una campagna elettorale virtualmente cominciata un anno fa si ridurrà, nella sostanza, a trenta giorni: con l’aggravante che in quest’anno decorso non si è parlato di cosa si dovrà fare per tirare la regione fuori dal pantano ma di massimi sistemi, con gli eserciti del Pdl e del Pd impegnati più a scornarsi sul sesso degli angeli che sui tanti, troppi problemi della nostra disgraziata regione.
E trenta giorni, manciata in più o in meno, sono pochi, troppo pochi per ridare senso alle parole della politica e mettere l’elettore in condizione di scegliere con scienza e coscienza. La previsione più attendibile è che saremo sospinti al voto di marzo attraverso una campagna elettorale breve in cui più che i programmi e l’affidabilità dei candidati e delle coalizioni saranno determinanti la compravendita del consenso, il clientelismo e la capacità di corruzione e di intimidazione delle bande camorristiche vecchie e nuove dedite alla politica. Questo quadro decisamente avvilente spiega anche l’indecisione dell’Udc sulle alleanze: un’indecisione che pesa, dal momento che l’Udc resta determinante per la vittoria del centrodestra o del centrosinistra in Campania. E’ certo che alla fine il partito di Casini sceglierà con chi stare, perché correre da soli significherebbe – allo stato aritmetico attuale – far vincere gratuitamente il centrodestra; ma altro sarebbe stato scegliere per condivisione di programmi e obiettivi, altro per costrizione o per convenienza contingente. Insomma, l’impressione che se ne ricava è che il peggio deve ancora venire, che la “nuttata” tarderà ancora molto a passare. Tutto lascia indovinare che il presepio politico di questo Natale non ci porterà una novena di speranza. Nonostante la buona volontà degli uomini in terra, e’ un presepio che non piace.
[…] Approfondimento fonte: Che brutto presepio! Pd e Pdl non riescono a compiere le … […]