Le “sardine” rianimano la sinistra ma fanno il gioco mediatico del loro avversario

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Nel corso della campagna elettorale per le Europee erano state le lenzuolate, ora il fenomeno mediatico è quello delle “sardine” che “non si legano e che non abboccano”. Prima a Bologna, poi a Modena, i ragazzi di questo movimento sono scesi in piazza per dire no a Salvini, per andare contro Salvini come recitava il titolo della manifestazione organizzata nel capoluogo emiliano.

I due sit-in sono stati innegabilmente un successo politico e d’immagine. Una piazza piena che si oppone al partito egemone e al leader che è ormai il dominus incontrastato della politica italiana, in effetti, rappresenta una novità molto positiva per la sinistra. Soprattutto se si pensa che Salvini potrebbe strappare al Pd l’Emilia Romagna, la regione rossa per eccellenza.

Siamo dunque di fronte a delle piazze cariche di significato, proprio perché sembra che l’avanzata inarrestabile dei leghisti possa essere quanto meno frenata da un movimento che, a quanto dicono i suoi animatori, sarebbe in grado di farsi sentire in tutta Italia.

A fronte della forza mediatica delle cosiddette “sardine”, che hanno invaso tg, giornali e social, bisogna però analizzare l’efficacia della loro protesta. Bisogna insomma capire che effetto può avere un movimento del genere sull’opinione pubblica e sull’ecosistema mediale dominato dal Capitano leghista. L’impressione è che la natura di tale iniziativa, finalizzata esclusivamente a colpire Salvini, faccia il suo gioco. Soprattutto se le “sardine” non riusciranno a dotarsi di una narrazione autonoma.

Un gioco che si fonda su un’incredibile forza mediatica che vede il leader della Lega sempre al centro della scena. Sia grazie ai partiti della maggioranza giallorossa che continuano a vivacchiare sventolando il vessillo dell’antisalvinismo, sia grazie alle piazze e ai social media in cui il leader del Carroccio resta l’oggetto prediletto del dibattito. Le “sardine” rischiano quindi di rafforzare la centralità di Salvini in una sfera pubblica già saturata dalla sua immagine. Se il movimento non riuscirà ad uscire dalla dimensione della protesta anti-Carroccio, la Lega avrà un altro prezioso alleato che moltiplicherà la forza pervasiva del suo messaggio.

Di Martino Loiacono in Atlantico Quotidiano QUI

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