La società calcistica Aurora Desio ha diffuso in serata un comunicato alla stampa, agli organismi di settore e a tutti i media per porre all’attenzione un caso vergognoso: si tratta del caso di una mamma “senza cervello” che ha dato del “negro di m..” a un pulcino, cioè ad un piccolo giocatore di calcio di dieci anni, che milita nella squadra dei piccolini.
In attesa del Daspo alla donna e della giusta ramanzina non si può lasciar cadere nel vuoto questa emergenza, che nello sport sta diventando ossessione: sponsor che dividono i bianchi e i neri per non avere flessioni nelle vendite, commenti sessuali e insulti, razzismo e xenofobia. Il fenomeno è in realtà molto più diffuso di quanto non si pensi e non colpisce solo i bambini, solo i calciatori, solo i neri. La faccenda è gravissima in generale ed è tempo di prendere una posizione. La stampa non può far finta di niente.
Ora, se tra adulti la buona educazione è andata a farsi friggere, se ormai il gergo delle persone nel quotidiano è precipitato a livelli spettrali, Signori coi bambini andiamoci piano: la “licenza di maleducazione” decade di fronte a un minore. Se volete dare del “negro di m..” a qualcuno, che sia più grosso di voi e, ad esempio, fatelo “a casa vostra”!
Il gesto va decisamente punito, ma è segno dei tempi: Signori, lo stadio dei pulcini non è il luogo per sfogare le personali predisposizioni, non è il luogo degli “amici di merenda”, che sopportano e “fanno la risata grassa” di fronte a certi “numeri”.
L’osteria di pochi amici non è la scuola di calcio. Si prenda atto, per cortesia, che manca il galateo: mancano educazione, bon ton, capacità di essere persone perbene (anche se magari a casa siete delle bestie in pubblico bisogna aver rispetto). Si badi che il “registro” del parlare in pubblico è il biglietto da visita che descrive come siamo.
Pubblichiamo quindi per intero di seguito la lettera della Aurora Desio Calcio, per fermare il razzismo che ha colpito il piccolo giocatore.
LA LETTERA ALLA STAMPA:
Al Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora
All’Assessore Regionale allo Sport Martina Cambiaghi
Al Sindaco con delega allo Sport del Comune di Sovico Barbara Magni
Ai media locali e nazionali
Alla Lnd – Figc
Alla Società Sovicese calcio
Razzismo nei confronti di un bambino di 10 anni in Brianza: noi non ci stiamo!
“Negro di merda”. Proprio così. Senza se e senza ma. Senza senso. Senza pudore. Senza cervello.
Nel mirino: un bambino di 10 anni. Dieci.
Non è un incubo. E’ realtà, tristissima. Andata in scena sabato pomeriggio in Brianza.
Attrice protagonista, da “oscar dell’inciviltà”, una mamma.
La partita è Aurora Desio – Sovicese, Pulcini 2009. Una semplice partita di calcio giovanile, che dovrebbe essere solo momento di amicizia, condivisione, fair play, come l’Aurora ripete e promuove concretamente da anni, con una serie di iniziative: su tutte, le proprie maglie arancioblu da gioco, 300, con la scritta #SquadraAntiBulli sul petto.
E invece, la partita, senza motivo, si scalda. Ma il peggio arriva quando un piccolo giocatore dell’Aurora, di colore, si sente insultare con quella frase choc – “negro di merda” – proveniente dai genitori ospiti. La voce è femminile ed è sentita da altri compagni e da altri adulti.
Il bambino finge indifferenza. Con grande forza d’animo incassa e continua a fare ciò che più ama, correre dietro il pallone, con i suoi amici. A fine partita, insieme a un compagno, riferisce quelle parole al mister e poi ai genitori, tra l’altro molto attivi nel mondo del volontariato, della cooperazione, della difesa dei diritti umani.
Con questa lettera, l’Aurora Desio vuole pubblicamente denunciare questa vergogna – avvenuta tra l’altro in un weekend di altri casi eclatanti come gli insulti a Balotelli e l’aggressione a un ragazzo di colore del Melzo – alle autorità politiche nazionali e locali, alla Lnd Figc, ai media locali e non, affinchè si faccia squadra contro questo disgustoso fenomeno.
La stessa è indirizzata anche alla Società Sovicese: “Certi che i vertici della Società condividano i valori di sportività e condannino ogni forma di razzismo – sottolinea l’Aurora Desio – ci aspettiamo che venga avviata una indagine interna per individuare chi si è resa autrice di questo gesto vile e indegno, nei confronti di un bambino di 10 anni. Finchè non sarà individuata e oggetto di Daspo temporaneo dai campi giovanili, ci rifiuteremo di incontrare la Sovicese in qualsiasi competizione ufficiale, anche a costo di rischiare multe e penalizzazioni”.
Non solo: “Come gesto simbolico di condanna totale del razzismo e di sostegno a tutti coloro che ne sono vittima – aggiunge la Società desiana – nel prossimo weekend alcune nostre squadre giocheranno con il volto dipinto di nero e con altre squadre faremo dei laboratori, con disegni per far capire che noi l’unica razza che conosciamo è quella umana. Sperando che un giorno, non troppo lontano, sia così ovunque”.