La chiamano sindrome di hikikomori, ma secondo me si tratta di solitudine.
Quella che ti accompagna per tutta la vita, specie in una società come questa.
Di persone isolate. Fra loro e da sé stesse.
Non penso che sia internet o la tecnologia, in questo caso, il problema.
Il problema è il non essere consapevoli di vivere in una società fatta di persone reali.
Non di “profili facebook, instagram, twitter ecc…”.
Si dice che è più facile comunicare scrivendosi o, comunque, facendolo a distanza.
Non è affatto vero. Così facendo si evita il confronto diretto. Si vive una delle tante solitudini che questa società commerciale preconfeziona, assecondando le cattive abitudini umane. E assecondando quella mentalità narcisista che le persone coltivano, senza essere consapevoli che si tratta di una malattia della mente, che uccide e può uccidere.
E così un ragazzo, anche oggi, ha tentato il suicidio.
Lui amava isolarsi con il suo pc. La madre glielo ha sottratto e così ha tentato di farla finita.
Di chi è la colpa ?
Della solitudine. Della mancanza di amore. Delle persone che ci stanno attorno, che si isolano e ci isolano. E ci spengono l’anima. Perché la loro è già spenta.
E ci spingono a gesti estremi, perché forse siamo già morti dentro. O, comunque, ci stanno uccidendo dentro.
E’ molto facile dare la colpa al web, ai computer. Ma, proviamo a chiederci un attimo: perché si vive dentro a un computer o dentro a uno smartphone ?
Quante volte riuscite a vedere o a parlare REALMENTE, guardandola negli occhi, con una persona nei tempi di oggi ? E quando dico vedere o parlare REALMENTE non mi riferisco a rapporti di lavoro o superficiali. Parlo di rapporti interpersonali, di amicizia, di affetto…
La cosa grave è questa indifferenza che uccide e ci sta uccidendo.
Chi leggerà queste righe si limiterà certamente o ad annuire o qualcuno anche a sorridere. Qualcuno si sconvolgerà per una frazione di secondo, persino.
Ma nessuno vorrà cambiare sé stesso e il suo modo di vivere la sua vita.
E’ questo che ci sta uccidendo. Lentamente.
E ciò è molto triste e pericoloso.
Luca Bagatin