Il Festival proietta al Cinema Modena il suo sguardo sul mondo

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CINECONOMIA - BLADE RUNNER Nella foto: Marco ONADO e Andrea LANDI e pubblico in sala Festival dell’Economia Cinema Modena Trento, 2 giugno 2018 FOTO: Corrado Poli

Le tematiche sulle quali si sofferma la 14ª edizione del Festival troveranno spazio per tre sere al Cinema “Modena” nell’ambito della rassegna “CINECONOMIA” con uno sguardo che copre lo spazio temporale di quasi mezzo secolo, partendo dagli anni Settanta per arrivare ai giorni nostri. Le pellicole in calendario sono state scelte da Marco Onado, docente presso Dipartimento di Finanza dell’Università Bocconi di Milano, e da Andrea Landi, che insegna Economia degli intermediari finanziari presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, ai quali spetterà anche il compito di stimolare alla discussione il pubblico presente in sala.

Si partirà giovedì 30 maggio con«Gran Torino», un film di produzione statunitense del 2008 diretto e interpretato da Clint Eastwood. Si tratta di un film sull’effetto della globalizzazione, che ha portato nelle grandi città industriali degrado urbano, immigrazione, scontro di culture e tentazioni nazionalistiche. Il titolo non deve trarre in inganno; non siamo, infatti, in Italia e in Piemonte, ma a in un quartiere multietnico di Detroit dove un pensionato, veterano della guerra in Corea, si trova ad affrontare rapporti difficili con la famiglia e con i i vicini. Le uniche sue passioni, oltre alla birra, sono la cagnetta Daisy e un’auto d’epoca che sottopone a continua manutenzione: una Ford modello “Gran Torino”prodotta per il mercato nordamericano all’inizio degli anni Settanta e divenuta famosa anche perché utilizzata nella serie televisiva Starsky e Hutch. La sua vita cambia il giorno in cui alcuni giovani si introducono nel suo garage, avendo come mira la preziosa automobile.

La seconda proiezione, in calendario venerdì 31 maggio, vedrà sullo schermo del Cinema Modena «Pane e cioccolata», film capolavoro di Franco Brusati dove uno dei grandi interpreti della commedia italiana, Nino Manfredi, ci riporta ai tempi non lontani in cui eravamo noi le vittime del nazionalismo xenofobo. Girato nel 1973, racconta, alternando con misura dramma e umorismo, le disavventure di un emigrato italiano in Svizzera. L’uomo, benché lavori, perde il permesso di soggiorno e, costretto a causa di una serie di eventi sfavorevoli ad un lavoro umiliante, decide di farsi passare per svizzero. Viene presto scoperto e cacciato, ma sul treno che lo riporta in Italia avrà un ripensamento e, grazie anche all’aiuto di una rifugiata politica greca che gli fornisce un nuovo permesso di soggiorno, deciderà di non arrendersi e di tornare indietro. Il film, vincitore di tre David di Donatello e premiato al Festival di Berlino, vede fra gli interpreti anche Paolo Turco, Gianfranco Barra e Jonny Dorelli.

La rassegna “CINECONOMIA” si concluderà sabato 1 giugno con «L’insulto», un film del regista libanese Ziad Doueiri che mette in luce come i nazionalismi esasperati possano trasformare un banale litigio in un regolamento di conti tra nazioni, culture e religioni diverse. Siamo a Beirut e la vicenda vede contrapporsi il capocantiere Yasser, profugo palestinese, e Toni, un meccanico militante nella destra cristiana. Un tubo rotto, un battibecco e un insulto sproporzionato pronunciato in un momento di rabbia, innescano una spirale di azioni e reazioni che si riflette sulle vite private dei protagonisti con conseguenze drammatiche. Nella contemporaneità de L’Insulto la guerra civile libanese, conclusasi militarmente nel 1990, appartiene al passato, ma basta un banale incidente per dare nuovamente fuoco alle polveri e avviare un processo mediatico incandescente. Candidato all’Oscar quale miglior film straniero nel 2018 e premiato al Festival di Venezia, vede fra gli interpreti gli attori libanesi Adel Karam e Rita Hayek e Kamel El Basha, palestinese.

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