“Globalizzazione vuol dire integrazione dei mercati, soprattutto dei beni e dei capitali, con aumento delle pressioni competitive, maggiore circolazione di beni e servizi tra paesi e riduzione delle differenze di prezzo. E proprio alla competizione di paesi a basso costo del lavoro, allo spiazzamento di lavoro poco qualificato nei paesi avanzati, – scrive Tito Boeri, direttore scientifico del Festival dell’Economia – che viene imputata la richiesta pressante di una chiusura delle frontiere e la rivoluzione in corso nelle rappresentanze politiche dei paesi occidentali. Negli ultimi anni in molti paesi si è assistito all’affermazione di partiti che contrappongono il popolo all’élite e che invocano il protezionismo e il ripristino della sovranità nazionale. L’ideologia è relativamente semplice: c’è un popolo inteso come un blocco omogeneo cui si contrappone un’èlite altrettanto omogenea nell’essere corrotta e lontana dai problemi dei cittadini. In mezzo a queste due entità non c’è spazio per corpi intermedi”.
Cosa spiega questi sviluppi che modificano radicalmente le tradizionali divisioni fra destra e sinistra, gli assi del conflitto politico e che hanno già messo in crisi le socialdemocrazie europee? Questo interrogativo, che ha stimolato molta ricerca economica negli ultimi anni, sarà al centro della quattordicesima edizione del Festival dell’Economia di Trento (30 maggio- 2 Giugno 2019) il cui tema è appunto: Globalizzazione, nazionalismo e rappresentanza”.
Il Festival prevede una sessantina di incontri, tra lecture, dialoghi, proiezioni cinematografiche, dibattiti a partire dai libri pubblicati negli ultimi mesi.Ci sarà un’anteprima giovedi 23 maggio alle 15 presso l’Associazione della Stampa Estera di Roma. In questa occasione Guido Tabellini presenterà i risultati di ricerca volta a capire quanto diverse siano le opinioni degli europei su questioni di interesse comune, fornendo informazioni molto utili per interpretare il voto europeo della domenica successiva. Giovedì 30 maggio, alle 16.30, apre il Festival, dopo la tradizionale inaugurazione, la lecture del professor James Robinson, dell’Università di Chicago, che, introdotto da Tito Boeri, risponderà alla domanda Cosa si può fare del populismo? Alle 18.30 Alberto Alesina, dell’Harvard University, rifletterà sul rapporto fra immigrazione e stato sociale comparando fatti con percezioni diffuse. Alle 21.00 Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, si addentrerà nel rapporto fra istituzioni politiche nazionali, macchina dello Stato e mercato globale.
Venerdì 31 maggio, alle 10.00, Enrico Letta e Ilvo Diamanti analizzeranno i nuovi scenari che saranno determinati dai risultati delle elezioni europee, fra nazionalismo ed integrazione economica. Mentre alle 11.00, la professoressa Hilary Hoynesdell’Università di Berkeley, affronterà il tema, molto attuale, del reddito universale di base inaugurando la serie delle lectures dedicate alla memoria di Alan Krueger, il grande economista presente a numerose edizioni del festival, scomparso un mese fa. Nel pomeriggio Jan Zielonka, dell’Università di Oxford, si occuperà degli errori delle élite alle origini del sovranismo e Cas Mudde delle cause dell’ascesa del populismo, mentre la sera alle 21.00 il Festival ricorderà Antonio Megalizzi, il giornalista trentino rimasto vittima di un attentato terroristico a Strasburgo.
Sabato 1 giugno, Elhanan Helpman, dell’Università di Harvard,si interrogherà sul rapporto fra globalizzazione e disuguaglianze, mentre Joel Mokyr, della Northwestern University, parlerà alle 11.00 dei rischi di una stagnazione secolare nei paesi avanzati e Olivier Blanchard discuterà della sostenibilità del debito pubblico italiano. Alle 19.00 l’intervento di Filippo Grandi, Alto Commissario delle nazioni Unite per i rifugiati, che offrirà una testimonianza anche sulle conseguenze del conflitto in Libia. La giornata si chiude alle 21.00 con John Bercow, speaker della Camera dei Comuni inglese.
Domenica 2 giugno, alle 10.30, la conferenza del giornalista Federico Rampini, volto noto del Festival, che si interrogherà sul perché le classi lavoratrici, in tutto l’Occidente, si sono spostate a destra. Alle 12.00 sarà invece la volta del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Alle 14 il Premio Nobel Michael Spence discuterà dell’integrità delle competenze. Chiuderà alle 15.30 il professor Raghuram G. Rajan, economista indiano, che insieme a Tito Boeri cercherà di tirare le fila del lungo dibattito che caratterizzerà il Festival.
Come è ormai tradizione Tonia Mastrobuoni ci condurrà tra i libri di economia più interessanti pubblicati in questi mesi discutendoli assieme ai protagonisti del dibattito pubblico italiano ed internazionale (tra gli altri Fabio Ciconte, Colin Crouch, Marta Dassù, Ilvo Diamanti, Elsa Fornero, Francesco Giavazzi, Enrico Letta, Stefano Liberti, Francesca Mannocchi, Gianmarco Ottaviano, Pier Carlo Padoan, Lucrezia Reichlin, Bernard Spitz, Sofia Ventura). Chi desidera degli approfondimenti sui temi caldi dell’attualità economica e politica può seguire gli incontri Spotlight.
La sezione Nella storia anche quest’anno è molto nutrita. Della lezione di Joel Mokyr si è già detto. Maurizio Viroli e Albert Mario Banti parleranno di nazioni e nazionalismi, Kevin O’Rourke, invece, illustrerà i contraccolpi causati dalle globalizzazioni del passato; Marco Tabellini dirà, invece, delle migrazioni in America nel secolo scorso; Enrique Krauze del caudillismo di ieri e di oggi.
Visto il successo di pubblico delle precedenti edizioni, torna l’appuntamento con CinEconomia, a cura di Marco Onado e Andrea Landi: ogni sera, presso il cinema Modena, proposte cinematografiche legate al tema del Festival. Confermati i Forum a cura de lavoce.info e gli appuntamenti con le parole chiave, che quest’anno sono: globalizzazione, popolo-populismo e sovranità.
Torna anche il Concorso EconoMia, realizzato con la collaborazione del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR), dell’Associazione Europea per l’Educazione Economica, del Dipartimento della Conoscenza della Provincia autonoma di Trento e dell’Istituto Tecnico Economico “Bodoni” di Parma. I venti giovani vincitori del concorso riceveranno in premio l’ospitalità a Trento nelle giornate del Festival e un assegno di 200 euro ciascuno.
Come sempre, l’ingresso a tutti gli eventi è libero e gratuito fino ad esaurimento posti. Non è prevista la prenotazione. L’accesso agli eventi in programma al Teatro Sociale avviene con voucher, distribuiti presso le biglietterie a partire da due ore prima dell’inizio di ogni evento.
Il Festival dell’Economia di Trento è promosso dalla Provincia autonoma di Trento, dal Comune di Trento e dall’Università degli studi di Trento. Progettato dagli Editori Laterza.
Qui il programma https://2019.festivaleconomia.eu/programma
Partner
Intesa Sanpaolo
Main Sponsor
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Media partner
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Sponsor
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