Sono contrarissimo allo ius soli per mille ragioni liberali più volte spiegate. UNO SCIOPERO DELLA FAME PER IMPORRE LA FIDUCIA E’ UNA SGRAMMATICATURA ANCHE NELLA LOGICA DELLA NONVIOLENZA POLITICA.
Tra l’altro, non si capisce dove sia l’urgenza. Nel 2015, ultimo anno per cui ci siano dati ufficiali a disposizione, l’Italia è stata il paese-record in Europa nella concessione della cittadinanza (178mila in un anno). E inoltre, già oggi, a legislazione esistente, se hai 18 anni e se stai in Italia da 10 anni, puoi chiedere la cittadinanza. E se anche non la chiedi, nessuno ti priva di prestazioni pensionistiche, sanitarie e di welfare. Perché questa fretta di introdurre lo ius soli, dunque?
Ieri, inopinatamente, su iniziativa del senatore Manconi (e con la partecipazione di altri, tra cui il ministro Delrio) è iniziato a sinistra uno sciopero della fame per chiedere voto e fiducia.
Per carità, è legittimo che i favorevoli chiedano la messa al voto della legge (e quindi che il Senato dica sì o – come io auspico – no), ma uno sciopero della fame per chiedere/imporre la fiducia è insensato rispetto alla migliore prassi della nonviolenza, ed è suicida nella sostanza politica.
Che poi partecipi il ministro Delrio (che fa, sciopera per rivolgersi al Governo, cioè a se stesso? Si scrive una lettera e si risponde da solo?) aggiunge un tocco surreale all’iniziativa. Non sono seri, non c’è speranza.
E la mancanza di serietà è una ferita anche alla “drammaturgia” nonviolenta, che richiederebbe una sua solennità, una sua comprensibilità, un suo rigore.
Tra l’altro, visto che la fiducia la pone il Governo, se un ministro o un sottosegretario non condividono la decisione di non porla, possono fare una cosa semplice e chiara: dimettersi.
Quos Deus perdere vult…ius soli prius!
Di Daniele Capezzone