NO a “Forza Merkel” intervista a “Libero” di Daniele Capezzone

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Sulle elezioni tedesche, il mio commento è ovvio, per chi abbia avuto la pazienza di seguire nei mesi passati queste piccole riflessioni del mattino. Servirebbe un minuto di silenzio da parte dei cosiddetti “esperti” (ah ah ah) che vi avevano descritto l’Inghilterra in crisi drammatica dopo Brexit, e invece la Germania con una governabilità a prova di bomba. Li ascolterete ancora? Darete loro retta un’altra volta? Ditemi di no, vi prego…

Sono gli stessi che vi avevano “spiegato” che il governo tedesco aveva gestito benissimo il fenomeno migratorio, che la Germania era il modello da seguire, eccetera eccetera…

Resta un (piccolo) dolore: la clandestinità di queste nostre tesi, fino ad oggi, con l’eccezione della generosa ospitalità di Italia Oggi, Formiche, Affaritaliani. Su Trump, su Brexit, sull’Europa, sulla Germania: ci sarà un giornalone, un programma tv, un conduttore libero e coraggioso disponibile a dare spazio anche a questi nostri ragionamenti? Si può porre fine a un ostracismo immotivato e miope?

Qui sotto, intanto, la mia intervista a Libero (grazie, non succedeva da tempo!), in dialogo con Tommaso Montesano, realizzata nei giorni scorsi (prima del risultato) e pubblicata oggi, sull’atteggiamento del centrodestra italiano rispetto alla cancelliera Merkel. Mi pare di una certa attualità…Ecco domande e risposte:

 

La Merkel potrebbe vincere ancora. E Berlusconi, in nome dell’appartenenza al Ppe, si prepara ad esultare: giusto o sbagliato?

Non farò battute sulla Merkel inopinatamente divenuta per lui una (ehm) signora di gran fascino…A Fiuggi il Cav ha detto: “Forza Ppe, Forza Merkel”. Con ampi passaggi per dire “ci vuole più Europa” e sì a una politica fiscale unica.

A mio avviso, questo approccio è il contrario di ciò che serve all’Italia. L’omogeneizzazione fiscale sarebbe come subire un pilota automatico che ci guida da Berlino.

 

La possibile vittoria della cancelliera che ripercussioni avrà sull’unità del centrodestra? 

Il discorso del Cav a Fiuggi non mi è piaciuto. Lo dico senza polemica. Comprendo il giustificatissimo desiderio di Berlusconi di essere rilegittimato: non ho cambiato idea sull’inaccettabilità della Severino come norma retroattiva.

Ma da qui a consegnarci a Berlino ce ne corre. Anche perché i signori a cui si appella (Ppe incluso) sono gli stessi del “colpo di stato” del 2011, quando un governo italiano è stato sostituito da una “junta” alla sudamericana. Denunciare quel vulnus e insieme affidarsi a chi lo progettò è un’acrobazia logica.

Quale potrebbe essere, tra “sovranisti” e “popolari”, il terreno di incontro?

Le parla uno che, con il mio amico Raffaele Fitto e Direzione Italia, ha scelto di stare con i Conservatori inglesi e il loro gruppo a Bruxelles. La via giusta è rinegoziare su tutti i trattati. Anzi, fare del negoziato su Brexit (tra Londra e Bruxelles) l’occasione per un negoziato anche tra i 27 su come convivere in futuro. La prima occasione è dire no all’inserimento del Fiscal Compact nei trattati. Mai come oggi un centrodestra unito dovrebbe avere la funzione storica di tenere insieme l’ancoraggio dell’Italia all’Ue e le istanze più realistiche delle forze euroscettiche: quindi no alla centralizzazione e sì a un riequilibrio di poteri e competenze per i governi nazionali.

 

La proposta della doppia moneta è un’ipotesi percorribile?

Ci sono molte elaborazioni su questo tema, e le più convincenti sono quelle riguardanti la moneta elettronica. Ma il punto di fondo è un altro, spesso dimenticato: bisogna attaccare il debito pubblico con un piano di privatizzazioni (senza svendite). Se non riduciamo la massa di debito, saremo fatti a pezzi dai mercati e dagli “amici” europei, che tanto amici non sono.

Per gentile concessione di #DanieleCapezzone apparsa sul giornale Libero.

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