Tempi brevi

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di Enrico Gagliardi

In questo paese bisogna avere la fortuna (o forse la sfortuna, dipende dai casi) di nascere al posto giusto per poter essere giudicati in tempi brevi da un tribunale penale.

La notizia è di quelle che suscita diverse perplessità. Grazie alla segnalazione di Radio Carcere, trasmissione settimanale in onda su Radio Radicale e da sempre molto attenta ai problemi della giustizia penale e della detenzione, siamo venuti a sapere che il Presidente del Tribunale di Roma ha disposto l’accelerazione di un singolo processo, quello della bancarotta della Cirio, prevedendo cinque udienze a settimana e la conclusione entro giugno 2010.

In questo modo probabilmente verrà scongiurata la tanto temuta prescrizione ma a scapito di altri procedimenti in corso presso il medesimo Tribunale. Le motivazioni di una scelta del genere sono facilmente intuibili: il crack della Cirio ha avuto una risonanza mediatica molto forte anche e soprattutto perché ha coinvolto tantissimi risparmiatori travolti dal dissesto della società. Intenti apprezzabili che stridono però con quello che dovrebbe essere il normale andamento processuale, ovvero il normale svolgersi dei singoli procedimenti penali.

In questo modo dunque se si evita la prescizione limitatamente al caso Cirio, si rallenta di fatto il percorso degli altri (tantissimi) processi pendenti davanti al Tribunale di Roma. Ancora una volta insomma le patologie della giustizia (in questo caso con la lentezza) creano situazioni estremamente dannose e vuoti che poi vengono colmati malamente (anche se in buonissima fede) da chi non dovrebbe farlo.

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