Grecia: Nuovo sistema elettorale

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Grecia

In Grecia dalle prossime elezioni diritto di voto per i 17enni ; dalle successive l’abolizione del premio di maggioranza

All’inizio di giugno 2016, alla conclusione della procedura parlamentare per l’approvazione delle riforme economico-finanziarie richieste dai creditori della Grecia per il via libera al prestito di 7.5 miliardi di euro ad Atene (nel quadro del terzo piano di salvataggio avviato nel 2015), il governo ellenico formato da Syriza – Coalizione della Sinistra Radicale e Anel – Greci Indipendenti ha deciso di intraprendere una iniziativa finalizzata a una riforma del sistema elettorale e della Costituzione.

Il 21 luglio il Parlamento Ellenico ha approvato il disegno di legge, composto da cinque articoli, che modifica il sistema elettorale per le Legislative. Tale provvedimento abolisce il premio di maggioranza di 50 seggi attribuito al primo partito ed estende il diritto di voto ai diciassettenni, nel quadro della confermata struttura proporzionale con sbarramento al 3%, necessario alle liste per partecipare alla ripartizione dei seggi.

Hanno votato a favore i gruppi parlamentari di Syriza, Anel, Unione dei Centristi e due deputati indipendenti. Contrari Nuova Democrazia, Coalizione Democratica (alleanza formata da Pasok – Movimento Socialista Panellenico e Dimar – Sinistra Democratica) e Il Fiume. Il Kke – Partito Comunista ha votato a favore di quattro articoli e contro quello sulla conferma dello sbarramento elettorale.

Al voto erano presenti 281 deputati (il Parlamento è composto da 300 deputati). L’articolo 1 – diritto di voto esteso ai diciassettenni – è stato il più votato (180 favorevoli); l’articolo 2 – cancellazione del premio di maggioranza – ha ottenuto 179 voti; l’articolo 3 – conferma dello sbarramento al 3% – è passato con 163 voti; l’articolo 4 – sulla ripartizione proporzionale dei seggi – ha ottenuto 179 voti; l’articolo 5 – per l’applicazione del nuovo sistema elettorale dalla prossima elezione legislativa – ha ottenuto 179 voti favorevoli. In relazione a quest’ultimo articolo, non avendo raggiunto la maggioranza qualificata richiesta di 2/3 (200 seggi) il nuovo sistema elettorale non potrà essere applicato alle prossime elezioni legislative (previste, nella scansione naturale, nel 2019) ma al turno successivo (2023). Tale condizione vale anche in caso di elezioni anticipate. Varrà invece già dalla prossima elezione l’estensione del diritto di voto ai diciassettenni.

Caratterizzata fin dal ritorno alla democrazia nel 1974 (dopo il periodo del regime “dei colonnelli” dal 1967 al ’74) dal bipolarismo Nuova Democrazia / Pasok, la Repubblica Ellenica ha avuto una svolta politico-elettorale dal 2010 con l’acuirsi della crisi economico-finanziaria, che ha determinato una perdita di consensi per i due grandi partiti (soprattutto per Pasok), l’affermazione Syriza e l’aumento di consensi per Alba Dorata, in un quadro di complessiva frammentazione del quadro politico. Nonostante il premio di maggioranza, la Grecia dal 2012 ha avuto quattro elezioni legislative anticipate, con esecutivi di coalizione (in una occasione di tre partiti: Nuova Democrazia, Pasok, Sinistra Democratica) fino all’attuale presieduto da Tsipras che conta in Parlamento su di 153 seggi su 300.

Fin dall’inizio del dibattito sulla riforma elettorale, Kyriakos Mitsotakis, Presidente di ND – il principale partito di opposizione – ha considerato la proposta di abolizione del premio di maggioranza derivante dalla previsione da parte di Syriza della perdita della maggioranza alle prossime elezioni. Questa valutazione rievoca quanto avvenne con la modifica elettorale apportata dal governo Pasok di Andreas Papandreou prima delle Legislative del giugno 1989, per fronteggiare l’avanzata di ND (allora presieduto da suo padre, Konstantinos Mitsotakis).

Da gennaio 2016 le rilevazioni indicano Nuova Democrazia primo partito – avendo superato Syriza – con vantaggi differenti ma di ampiezza rilevante (tra giugno e inizio luglio alcuni sondaggi indicano ND con un vantaggio intorno al 10% su Syriza). L’abolizione del premio di maggioranza e i conseguenti effetti della distribuzione dei seggi alle liste determinerebbero, in fase di formazione della maggioranza di governo, la necessità di realizzare coalizioni. In tale contesto, nella eventualità che Nuova Democrazia non riuscisse a trovare un accordo con altre formazioni e non vi fossero le condizioni per realizzare una “Grande Coalizione” tra ND e Syriza (eventualità esclusa da Tsipras), allora Syriza, arrivando seconda, potrebbe avere la possibilità di formare l’Esecutivo. Mitsotakis ha inoltre sottolineato l’intenzione di presentare una propria riforma elettorale qualora ND arrivasse al governo con le prossime elezioni.

A fine giugno, a seguito della definizione dello schema della riforma elettorale, Alexis Tsipras ha svolto incontri con Stavros Theodorakis (Il Fiume), Vasilis Leventis (Unione dei Centristi), Kyriakos Mitsotakis, Fofi Gennimata (Coalizione Democratica), Dimitris Koutsoumpas (Kke). Fofi Gennimata, considerando il disegno di legge carente nella sua organicità e Tsipras orientato nel dibattito con gli altri partiti soltanto a esplorare la loro disponibilità a votare il provvedimento governativo, ha dichiarato la contrarietà del partito e del gruppo parlamentare.

Dimitris Koutsoumpas, premettendo che i cittadini ellenici stanno affrontando gravi problemi economici più rilevanti di una riforma elettorale e che il governo Tsipras non sta mantenendo le promesse proprie di un governo guidato da un partito di sinistra, ha evidenziato che il Partito comunista greco è per il sistema proporzionale puro (senza alcuno sbarramento) e che le modifiche proposte dal governo rappresentano una opportunità in tale direzione. Nelle trattative circa la cancellazione del bonus, per Tsipras i margini erano ridotti poiché la corrente Gruppo dei 53 del suo partito, favorevole alla cancellazione del premio di maggioranza, si è dichiarata contraria a soluzioni di persistenza con un numero di seggi ridotti.

L’1 luglio il governo ha presentato il disegno di legge ponendolo in consultazione pubblica per tre giorni, durante i quali si potevano inviare commenti e proposte. Il 7 luglio è iniziato l’iter parlamentare. Nel tentativo di ottenere il sostegno di altri gruppi parlamentari, il governo ha modificato il secondo articolo, dividendolo in due: uno per l’abolizione del bonus di 50 seggi; l’altro sulla conferma dello sbarramento al 3%. Il 13 luglio il disegno di legge è stato approvato in Commissione con il voto favorevole di Syriza, Anel e Unione dei Centristi. Hanno invece votato contro ND, Coalizione democratica e Il Fiume. Il Kke ha votato “presente”; Alba Dorata ha dichiarato che avrebbe espresso la propria decisione in sede di assemblea plenaria.

Nella incertezza sulla eventualità del raggiungimento della maggioranza qualificata di 2/3 è emersa la rilevanza della decisione in merito da parte di Kke e Alba Dorata. Ma mentre il Kke ha compiuto una manovra che l’ha portato ad approvare gli articoli della riforma elettorale in linea con il proprio programma, Alba Dorata ha invece attuato una opposizione di principio evidenziando la propria divergenza nei confronti sia del governo sia di tutti gli altri partiti di opposizione. All’inizio del dibattito parlamentare, la decisione di Alba Dorata di non votare la riforma ha rappresentato per l’Esecutivo la certezza la maggioranza di 2/3 del Parlamento non sarebbe stata raggiunta.

Vasilis Leventis, motivando il suo sostegno alla riforma, ha detto che la caratteristica principale di un sistema elettorale proporzionale è l’assenza del premio di maggioranza, perciò ha chiesto a Fofi Gennimata di non “regalare” 50 seggi a Mitsotakis, lasciando da parte, come secondarie, le questioni sul ridimensionamento delle circoscrizioni più grandi e il voto dei Greci all’estero. Stavros Theodorakis ha contestato la decisione del governo di non inserire nel disegno di legge un articolo sul diritto di voto per i Greci residenti all’estero e ha posto il tema della frammentazione politico-elettorale e degli effetti sulla formazione di una maggioranza di governo in assenza del premio di maggioranza.

In merito alla estensione del diritto di voto ai diciassettenni si può considerare tale orientamento motivato dall’analisi dei flussi elettorali per gruppi di età nelle elezioni più recenti (dal 2012 al settembre 2015) e dai dati del censimento del 2011. Syriza è stato il partito più votato dalla fascia 18-24 anni (il 43% nelle Legislative 2015), con una parabola uniformemente discendente al crescere della fascia di età. Il censimento ha rilevato che tra i 10.8 milioni di abitanti della Repubblica Ellenica (49% maschile; 51% femminile), due fasce di età che in proiezione formano l’elettorato composto dai diciassettenni già da quest’anno o alla scadenza naturale della legislatura corrente – la fascia 05-09 (4.9% m.; 4.5% f.) e quella 10-14 (5% m.; 4.6 f.) – rappresentano nell’insieme circa un milione di potenziali elettori.

Considerando l’andamento demografico crescente fino alla fascia 40-44 e decrescente nelle successive, l’aumento della età media (da cui – alle Legislative 2015 – un numero di aventi diritto al voto pari a 9.808 milioni su 10.8 milioni di abitanti) e le rilevazioni pre-elettorali nella prima parte del 2016, il diritto alla partecipazione al voto per i diciassettenni potrebbe permettere a Syriza di colmare perdite rilevanti nelle varie altre fasce di età, o – se vi fosse una ripresa dei consensi – di incrementare il numero assoluto di voti già ottenuto presso l’elettorato superiore ai 18 anni.

L’approvazione della nuova legge elettorale ha rappresentato per Tsipras una vittoria interlocutoria, poiché la sortita che contava di attrarre vari partiti di opposizione per raggiungere la maggioranza di 2/3 – soprattutto in virtù della cancellazione del premio di maggioranza -, ha avuto un effetto parziale. Il contesto ha rafforzato il confronto tra Nuova Democrazia e Syriza, seppure nel quadro di un complessivo aumento, per numero e consensi, di altre formazioni politiche di varia collocazione.

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Ninni Radicini è studioso e commentatore delle vicende politiche della Grecia contemporanea. Collabora con varie pubblicazioni fra cui il portale «Mondo Greco», il quindicinale «Orizzonti Nuovi», il periodico «Akhtamar» edito dalla Comunità Armena di Roma. È autore di Kritik, newsletter indipendente di arte, cinema, cultura e attualità. Ha pubblicato molti articoli sulla Grecia, concentrandosi soprattutto sullo studio dei risultati elettorali e sull’evoluzione dei partiti politici nel contesto nazionale ellenico.

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