“Insieme possiamo fare la differenza”
di Martina Cecco
Una storia che invecchia, quella del nuovo continente in espansione in Africa, per una storia che si ripete, l’oriente cinese e giapponese, che in Africa vede potenziale sviluppo della propria rete, ma che cosa c’è di diverso ora, rispetto ad allora? Paradossalmente l’Africa si ritrova a diventare la “terra di mezzo” quella che non decolla ma che fa da “mamma” debole e schiacciata a tutte le economie in espansione, che dall’Africa traggono il massimo restituendo anche nulla. Ma il continente nero, che è strutturato secondo logiche tutt’altro che inadatte all’economia, gioca una nuova carta, una partnership di mercato e tecnologia mai giocata prima: si tratta del partnernariato con l’India, un altro continente considerabile come “terra di mezzo” dove lo sfruttamento e l’economizzazione selvaggia hanno molti tratti in comune con il continente nero.
Dopo i primi tentativi, tutt’altro che conclusi con successo, di costruire un mercato con le compagnie cinesi e giapponesi, una delle prime alternative al mercato industriale europeo e americano, la rotta cambia. Insuccesso, come anticipato, quello asiatico, che non ha riportato gravi ripercussioni sui mercati africano e indiano, come sarebbe invece potuto accadere, i quali non possono supportare e garantire una collaborazione economica con un mercato agressivo come è quello asiatico, di forte espansione e mirato alle risorse primarie dell’Africa, necessitaria di altre forme economiche del tutto differenti, come non si può che convenire, adatte e idonee a proteggere le risorse minerarie e il suo sviluppo di autonomia nel settore energetico; dunque nessuna convenienza dall’unione con l’asia, al contrario di quanto potrebbe invece essere significativa e produttiva la neonata sinergia indiana (1).
South Africa e India, alla luce della recessione che ha colpito l’economia a livello internazionale, possono essere una valida risposta di cooperazione? A pronunciarsi sulla situazione economica e produttiva per l’Africa è il Ministro per le Relazioni internazionali e la Cooperazione Maite Nkoana-Mashabane, che il 23 luglio scorso ha tenuto un summit correlato alla Conferenza per il Business del fututo mercato in espansione a Johannesburg, dove ha difeso il bilateralismo tra i due paesi facendo riferimento ai punti in comune innumerevoli che hanno i due paesi sia nella loro storia passata, che nel loro percorso attuale di collaborazione.
Da Nuova Delhi, tenutosi nel mese di Aprile del 2008, i presupposti per la unione delle economie dei due paesi: “La caduta libera dei mercati è stato un motivo più che preminente per la costruzione dei nuovi rapporti economici internazionali, un luogo economico che si è venuto a creare, dove la relazione fra l’India e il Sud Africa, pur risalente agli anni ’90, ha avuto notevole accelerazione, in riferimento ai mercati e agli investimenti. L’interesse adesso è quello di coinvolgere tutti gli uomini del business e del mercato dei due continenti, per favorire la collaborazione e per risollevare l’economia di entrambi i paesi” ha concluso in Ministro. La Southern African Customs Union (SACU) ha ospitato la V Conclave India-AFrica a Nuova Delhi il 22/24 Marzo scorso. Tre giorni è durata la conferenza, dove al tavolo sono stati invitati a partecipare gli economisti di testa di entrambi i continenti e le realtà determinanti del mondo della produzione.
Il nuovo gemellaggio delle nazioni ha delle radici profonde, che sono legate non solo nella dinamica della storia economica recente indiana e sud – africana, fatta di inurbazione, industrializzazione e sfruttamento selvaggio, trading, mercato estero, ma anche fatta di micro – sviluppo e investimenti internazionali, diffusione tecnologica insieme a estreme povertà, isolamento insieme a metropolizzazione dei centri della produzione, degli shock urbani e sociali che difficilmente passano inosservati a una prima analisi e conoscenza dei due paesi. Ma oltre a questo ci sono delle altre dinamiche comuni molto importanti.
India e Sud Africa sono due continenti dove c’è ancora la speranza di poter cambiare le regole dell’economia, si tratta di due mercati emergenti che conoscono le esperienze dei grandi continenti industrializzati, ma che possono ancora correggere il tiro centrando una politica economica compatibile con necessità diverse da quelle dei paesi industrializzati, con cui hanno in comune il mercato e la cultura commerciale, ma che dal punto di vista etnografico hanno molto da confrontare con l’asia. Due continenti ibrido, che della crisi economica possono fare tesoro, per cambiare per sempre il corso della storia nella economia globale.
Primo obiettivo di questo sviluppo? La lotta alla povertà e all’emarginazione. Collaborazione, cooperazione, mercato comune, scambi economici e collateralismo, un piano economico che nel futuro della partnership non esclude di arrivare a toccare anche il Sud America, garantendo il rispetto dei diritti economici, riferendosi all’accordo tra India, Sud Africa e Brasile (IBSA ndr 2003). L’obiettivo del Summit dell’IBSA del 2008 fu infatti quello du raggiungere entro la fine del 2010 un considerevole sviluppo economico (2).
Ma l’unione di Sud Africa e India potrebbe realmente essere la risposta ai problemi legati allo sviluppo dei due continenti? Lo sviluppo economico e dei mercati, a seguito della grave crisi economica che si è abbattuta su tutto il mondo non lascia alternative alla collaborazione tra i continenti, come non lascia alternative ai continenti dell’Africa e dell’India, che all’interno presentano situazioni sotto ogni possibile soglia dello sviluppo, destinate a morire, se non ci saranno urgenti interventi esterni, e non solo di soldi si tratterà. Il declino del mercato, che riporta effetti in tutto il mondo ha paralizzato anche l’economia africana e indiana, al punto che si può tranquillamente affermare che le potenzialità dei paesi in via di sviluppo sono precipitate del 80% delle risorse. Che tradotto significa un quinto circa delle possibilità rispetto al solo 2006.
Le dimensioni economiche del rapporto India e Africa si misurano in cifre, passano in svluppo crescente dai 967 milioni di dollari del 1991 ai 35 miliardi di dollari del 2008 e per ii prossimi 5 anni l’Africa e l’India presuppongono di riuscire a triplicarne la mole, dal canto suo il Governo indiano ha provveduto ad accogliere la domanda di intervento per un contributo di “Aiuto all’Africa” di 500 milioni di dollari, pianificando di investire in settori come quello agricolo, minerario, della comunicazione e dell’informazione (ICT), tecnologico, chimico, di sviluppo infrastrutturale (strade – vie navigabili – collegamenti – porti e aeroporti), energetico (energie non-convenzionali), turistico, e di estrazione petrolifera, infine educazione, farmaceutica e sanità (3).
Il Summit ha riunito in tre giorni 483 rappresentanti delegati del mondo politico ed ecnomico africano con 318 indiani, per programmare un tandem per un futuro sviluppo sostenibile, insieme al coinvolgimento delle banche indiane e delle iniziative economiche private come EXIM Bank, CII, Ministry of External Affairs, esperti e accademici, realtà capitalistiche internazionali come Angelique International, Tata Group, Kirloskar Brothers Limited (KBL), Fortis Escorts Hospitals, Mohan Energy Co-operation Pvt. Limited, RITES, Overseas Infrastructure Alliance (OIA), Mahindra and Mahindra Limited, Larsen and Toubro Limited, Shapoorji Pallonji and Company Limited, Mohan Exports e altri (4). “India e Africa non sono stranieri .. le percussioni africane possono unirsi al citar indiano per creare una musica fantastica” nellla conclusione ottimistica del Summit ” insieme possiamo fare la differenza” (5)
1. Concept note, 5th CII-EXIM Bank Conclave on India- Africa Project Partnership, 22-24 March, 2009.
2. ‘If the going gets tough the tough gets going.’ (A Ugandan delegate at the 5th CII-Exim Bank Conclave on India Africa Project Partnership, 22-24 March 2009, New Delhi).
3. Indo- Africa Business, 8 November- January 2009,p5, New Media Communications Pvt. Ltd and EXIM Bank.
4. Summit – Conclave on India- Africa Project Partnership, 22-24 March, 2009.
5. Ambassador of Zimbabwe to India and dean of African group of heads of mission, the Conclave, 25 March 2009.