Il 25 aprile del 1945 si celebrava la liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Il 25 aprile del 2015, invece, celebriamo l’avvento della dittatura del danaro, dell’egoismo, di un’Unione Europea che se ne frega persino dei morti del Canale di Sicilia e dei profughi che si rifiuta di ospitare, lasciandoli tutti a Italia e Grecia, i cui popoli vivono già in ristrettezze economiche e sono già pompati dall’UE come “vacche da mungere”, oltre che obbligati dalla stessa a subire (contro)riforme d’austerità.
E’ un 25 aprile triste quello che stiamo per “celebrare”. Sarà una veglia funebre in tutti i sensi.
Sarà la vittoria dell’economia sull’umanità. Sarà la vittoria dei nuovi Mussolini con il volto di Mario Draghi e dei nuovi Hitler con il volto di Angela Merkel.
Sarà la vittoria di una nuova dittatura – più subdola – in quanto questa volta, 70 anni dopo, ha il volto “rassicurante” dello speculatore finanziario, del governatore europeo, del banchiere, del politico che si è fatto corrompere dalla BCE e dal Fondo Monetario Internazionale.
Anche oggi i partigiani sono pochi. E male armati. Se non fosse per le eroiche “Femen” – gruppo di attiviste libertarie contro lo sfruttamento economico, religioso e sessuale che imperversa nell’Occidente pseudo-democratico e nell’Medioriente islamista – oggi non ci sarebbe davvero nessuno a fare da “sentinella della democrazia”.
La Democrazia, è, nell’accezione antica, “forza di popolo”, “governo del popolo”. La Democrazia, quindi, è populismo allo stato puro, nell’accezione più positiva del termine.
I politicanti di oggi – spesso non eletti da nessuno come in Italia, oppure pagati da lobby e multinazionali per essere eletti – invece, hanno deciso di connotare negativamente il termine “populista”.
Il popolo, ormai, sembra non contare davvero più nulla. Tutte le decisioni vengono prese nei salotti di Washington o di Bruxelles: dagli aumenti dell’IVA sino ai bombardamenti in Libia o in Iraq, magari inventandosi l’esistenza di fantomatiche “armi di distruzione di massa”.
Le uniche e autentiche “armi di distruzione di massa”, oggi, sono il danaro; lo sfruttamento del lavoro; la disoccupazione endemica; la precarietà; la delocalizzazione delle imprese; il commercio delle armi da parte di multinazionali senza scrupoli che andrebbero chiuse o fatte riconvertire; la religione come mezzo di offesa e di superstizione, anziché intesa come panacea per lo spirito; la deportazione di migranti da parte di scafisti e politici corrotti, in nome di presunti “diritti umani” e che finiranno presto sfruttati nelle imprese europee.
Lo scrissi in un articolo che solo Politicamagazine.info accettò di pubblicare, il settembre scorso e che sarà rieditato anche nel mio prossimo saggio: “…Non vi può essere vera cultura dei diritti se, nel mondo, vi sono ancora bambini che soffrono, che muoiono, che hanno fame. E la stessa cosa vale per donne e uomini, trattati come carne da macello e schiavi della dittatura del Potere, del Danaro, della Religione”… “Occorre essere consapevoli di ciò e riconoscere che occorre riunire ciò che è sparso. Smetterla con le contrapposizioni sterili e comprendere che l’unica contrapposizione vera è fra Civiltà dell’Amore da una parte ed inciviltà dell’odio, del piacere effimero e del dolore dall’altra.
L’Amore fra i popoli potrebbe essere l’unica ideologia possibile da contrapporre al Potere ed allo sfruttamento. L’unica alternativa al sistema capitalistico ed a quello delle Religioni e delle Ideologie istituzionalizzate che, di fatto, ci stanno costringendo, ogni giorno, a pagare un prezzo altissimo in termini economici, umani ed intellettuali.
L’obiettivo di “Amore e Libertà” (pensatoio che ho fondato nel maggio 2013. N.d.A.), in questo senso, è di un ripristino dell”Agorà dell’Antica Grecia, ovvero un sistema che permetta a chiunque di autogestirsi, di auto-governarsi. E’ la nascita dell’Internazionale dell’Amore, che, recuperando gli ideali della Prima Internazionale dei Lavoratori del 1864, vada a sanare le divisioni ideologiche fra mazziniani, anarchici e socialisti e vada a recuperare il meglio del pensiero mazziniano, anarchico e socialista. Per un’alternativa libertaria, umanitaria e sentimentale. L’obiettivo di “Amore e Libertà” è la socializzazione dell’economia, ovvero l’autogestione delle aziende da parte dei singoli cittadini, affinché siano loro stessi a trarne vantaggio, con amore e libertà. Perché l’avvenire o può seguitare a mostrarci un mondo fatto di violenza e sfruttamento, oppure può essere radioso e gestito o, meglio autogestito, da tutti i cittadini uniti, come fratelli.
Questo è peraltro anche il messaggio del Cristo e di tutti i Grandi Iniziati che mai vollero fondare religioni o sostenere governi, ma predicarono l’eguaglianza, l’amore e la libertà fra le genti”.
Il 25 aprile 2015, in sostanza, necessita di una nuova Resistenza !
Luca Bagatin
www.lucabagatin.ilcannocchiale.it