di Elia Banelli
Un ragazzo dell’Italia dei Valori l’ha ribattezzata “la Woodstock dell’Informazione”. Quasi ci siamo.
L’8 luglio è stato un evento straordinario per chi l’ha vissuto da vicino all’Alpheus di Roma.
La prima Notte Bianca contro la legge sulle intercettazioni all’esame del Parlamento è un evento che difficilmente si può ignorare. In Italia sì.
Centinaia di persone affollano le sale interne e la piazza circostante collegata con maxischermi, fino alle tre di notte ascoltano dibattiti sull’informazione, documentari sulla giustizia, la lettura pubblica delle telefonate tra Berlusconi e Dell’Utri su Vittorio Mangano.
Sullo sfondo la presentazione del “Fatto Quotidiano”, il nuovo giornale diretto da Antonio Padellaro, che esordirà ufficialmente il 23 settembre.
Numerosi gli ospiti e gli interventi sul palco, presentati dall’instancabile Marco Travaglio, nuova firma di punta ed “editore” (con una quota di partecipazione).
Si comincia con il magistrato (in pensione) Bruno Tinti, autore di “Toghe Rotte”, un’impeccabile analisi sui problemi della magistratura, che insieme all’avvocato Katia Malavenda, risponde alle domande di Peter Gomez e Travaglio sulla nuova legge che impedirà le intercettazioni per più di 60 giorni, comminerà multe salatissime a giornalisti ed editori che pubblicheranno le trascrizioni prima dell’inizio del processo, anche se non più coperte dal segreto, e nel complesso infliggerà un duro colpo alla già moribonda giustizia italiana ed alla libertà di cronaca minacciata come non mai dal governo Berlusconi IV.
Paolo Flores D’Arcais ci ricorda come Madoff (l’affarista condannato a 150 anni di carcere negli Stati Uniti, ndr) sia nato “nel posto sbagliato al momento sbagliato” e che in Italia avrebbe coltivato impunemente i suoi “giochini”.
Ed i partiti? Assenti o quasi. Qualcuno ha intravisto Barbara Serracchiani, Marco Travaglio annuncia sul palco il medico Ignazio Marino che però non si presenta, è andato via dicono. C’è invece Furio Colombo che per oltre un’ora ricorda le difficoltà di un anno e mezzo di governo Prodi vissuti in Parlamento con un’opposizione volgare e urlante, di vili attacchi contro Rita Levi Montalcini, molti provenienti da chi ora ricopre importanti cariche istituzionali (cita su tutti Calderoli ed il presidente del Senato Schifani).
C’è anche Antonio Di Pietro che rivendica la sua battaglia politica per sollecitare il presidente Napolitano a non firmare la legge bavaglio. Non manca per un rapido saluto il neoparlamentare europeo Luigi De Magistris .
Parlando del “Fatto Quotidiano” Padellaro ammette la difficoltà della sfida e qualche legittimo dubbio prima del lancio definitivo. Ma afferma di essersi convinto dopo aver letto un articolo del Foglio di Giuliano Ferrara, che raccontava la nascita di un nuovo quotidiano “anti-berlusconiano, forcaiolo e giustizialista”.
A quel punto Padellaro ha annunciato la sua missione civile: “non dobbiamo dargliela vinta”.
Momenti di forte emozione quando Sandra Amurri, coraggiosa ex firma dell’Unità e ora del Fatto Quotidiano, ricorda la tragica scomparsa di Beppe Cremagnani, l’autore del documentario “Quando C’era Silvio” che con le sue inchieste scomode ha dato un enorme contributo alle battaglie civili del nostro paese.
Con oltre due ore di ritardo sulla scaletta ufficiale, la Notte Bianca si conclude con i calorosi applausi sul palco.
Interviene Beatrice Borromeo, standing ovation per Piero Ricca e Cinzia, un’incredibile ragazzina di 13 anni che ha convinto i genitori di Forza Italia a votare Italia dei Valori. Dietro le quinte non si vedono ma ci sono anche Aldo Pecora, leader calabrese del movimento anti-ndrangheta “E adesso ammazzateci tutti” e Rosanna Scopelliti, figlia del giudice assassinato dalla mafia nel 1991 (il colpevole non è stato ancora trovato).
C’è grande entusiasmo, voglia di partecipare, di essere informati, si respira quel “fresco profumo di libertà” di cui parlava Paolo Borsellino.
La stagione dei girotondi è risorta, più combattiva che mai in una calda notte romana di mezza estate.