La Russia paga la situazione in Ucraina

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Più volte abbiamo parlato della situazione che si è venuta creando in Ucraina a causa dello spostamento di truppe Russe entro i loro confini: quella che viene ciò spesso definita come “invasione” dell’Ucraina; concentrandoci però su come tutto ciò abbiamo modificato i cambi, in particolare dell’EUR/USD e dell’EUR/JPY.

A seguito di queste azioni da parte del presidente Putin, tutto il mondo, e soprattutto quello occidentale, ha cercato di punire la nazione in maniera “pacifica”, cioè adottando embarghi commerciali, ponendo pesanti dazi sui prodotti Russi importati nei vari paesi (questo è successo in particolare negli USA e nei paesi dell’Unione Europea) ed in certi casi evitando del tutto di acquistare prodotti sovietici.

Anche la Russia ha reagito, a volte in maniere bizzarre ed eclatanti: famosa fu la proposta di legge (poi rifiutata) presentata alla Duma (il parlamento russo) per vietare l’acquisto, il consumo e la vendita di Coca-Cola in tutto il territorio nazionale, in quanto simbolo del capitalismo.

Le dichiarazioni della Banca Centrale Russa

Ora, però, il paese sembra mostrare i primi segni di fatica per questa politica: Elvira Nabiullina, governatrice della banca centrale russa, ha annunciato che nel 2015 la probabilità di crescita del paese sarà pressoché inesistente: in uno scenario base, essa sarà infatti pari allo 0%, proprio a causa delle misure punitive che abbiamo elencato sopra.

Nabiullina ha anche annunciato che la banca centrale ha abbandonato la banda di oscillazione del rublo (che d’altronde era già stata spostata da 38,40 a 47,40 nei giorni scorsi): essa potrà dunque fluttuare liberamente: l’istituzione ha annunciato che non verrà in aiuto del conio nazionale a meno di una minaccia alla stabilità finanziaria del paese.

E’ così di facile continuazione il crollo del rublo: per questo motivo l’autorità monetaria russa ha annunciato che limiterà temporaneamente la liquidità della moneta, per frenare la domanda di conio straniero, visto che esiste il sospetto da parte della banca centrale che la moneta nazionale russa sia usata per giocare sul mercato dei cambi stranieri (tesi già sostenuta dallo stesso Putin: aveva definito speculative le azioni che avevano causato l’indebolimento del rublo).

Infauste previsioni

Le attese fino al 2017 prevedono anche un brutto orizzonte sul fronte del petrolio: il prezzo medio, secondo Bloomberg, sarà di 95 dollari al barile. Il colosso americano cita una mail della vicegovernatrice Ksenia Yudaeva: secondo la donna, senza gli aumenti dei tassi decisi quest’anno il deprezzamento del rublo sul dollaro (-28%) sarebbe stato maggiore del 10 per cento.

Anche l’inflazione peggiorerà nettamente secondo la banca centrale: contrariamente a quanto stimato inizialmente, un aumento cioè del 7.5%, essa nel 2014 sarà più probabilmente tra l’8.2% e l’8.4%.

 

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