Sono stati resi pubblici i risultati delle ricerche condotte dalla Commissione Europea riguardo l’andamento economico dei vari paesi membri.
L’Italia è stata bocciata sia riguardo la sua economia (perlomeno quella a breve termine) sia riguardo il disavanzo in bilancio, che sarà destinato a crescere ancora quest’anno, raggiungendo la soglia del 3.0% del prodotto interno lordo.
L’economia nel 2014 secondo la Commissione Europea
Anche per quest’anno, la fine della crisi è ormai assoluta utopia.
Nel 2014 è prevista infatti, invece dell’agognata espansione, un’ulteriore contrazione dell’economia: si passa dunque dalle stime di crescita di maggio scorso, in cui si prevedeva una crescita pari a circa lo 0.6%, alle stime di nuove contrazioni: ora come ora, si prevedere un -0.4% a coronare l’anno attuale.
L’ECONOMIA NEGLI ANNI FUTURI
I primi spiragli di luce sembrano presentarsi con l’arrivo del nuovo anno: la Commissione europea prevede infatti che nel 2015 l’Italia avrà una crescita pari allo 0.6%.
Questo dato è confermato anche dalle stime del nostro Ministero dell’Economia, mentre l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico è meno ottimista, visto che prevede una crescita nel 2015 pari solo allo 0.1%.
Nel 2016 (ultimo anno considerato nel rapporto della commissione) la tendenziale ripresa dell’economia dell’anno precedente dovrebbe confermarsi e rafforzarsi, determinando un aumento di prodotto interno lordo pari all’1.1%. Come sempre, ovviamente, più è lontana la previsione più è incerta.
Il deficit di bilancio
Come abbiamo già accennato, le stime riguardo la capacità dello stato di pareggiare le entrate e le uscite (comunemente detto delta di bilancio, che è sempre poi declinato nel deficit di bilancio) non sono affatto positive.
Secondo la commissione, quest’anno il disavanzo sarà destinato a crescere ancora, raggiungendo il 3.0% rispetto al prodotto interno lordo. Questo desta non poche preoccupazioni, visto che l’Italia è nuovamente a rischio sanzioni.
Nel 2015 si prevedere che il deficit calerà almeno in piccola parte, raggiungendo quota 2.7% del PIL.
Le aspettative sono comunque in peggioramento rispetto alle stime di maggio, che vedevano i dati del 2014 e del 205 rispettivamente pari a 2.6% e 2.2%. Di nuovo, quindi, la commissione europea dipinge un quadro a tinte più fosche di quelle che ci erano state finora presentate.
Interessante è il motivo per cui si stima una riduzione del disavanzo l’anno prossimo: secondo la commissione, infatti, il deficit strutturale dell’Italia rimarrà pressoché invariato tra il 2014 e il 2015. In pratica, la quantità di debiti accessi e saldati sarà all’incirca la stessa.
La riduzione del deficit è invece da imputare al calo della spesa per gli interessi: aver abbassato lo SPREAD ci permette, sul lungo periodo, di pagare meno secondo la commissione europea.