Occidente

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di Luca Martinelli

Ottobre 1972. Tutto è pronto per l’inaugurazione di Caput Mundi, un’ardita torre ideata e costruita al largo di Ostia per festeggiare il Cinquantenario dell’Era Fascista. Dana Di Maggio, giovane giornalista italo-americana, arriva in Italia come inviata, ma il suo vero obbiettivo è fare luce su un misterioso incidente aereo avvenuto al largo di Civitavecchia.

Pochi giorni prima dell’inaugurazione, un commando penetra di notte a Villa Torlonia, la residenza dell’ormai novantenne Benito Mussolini. In seguito all’attacco, il Duce incarica un ufficiale dell’OVRA, il tribuno Romano Tebaldi, di riconsegnare in Vaticano un enigmatico tesoro donatogli nel 1928 da papa Pio XI. Un tesoro su cui si concentrano gli interessi di una organizzazione iniziatica, di uno scienziato nazista e perfino del giovane re d’Italia Carlo Alberto II.

I destini della giornalista e del tribuno sono destinati ad incrociarsi con quelli degli ex-commilitoni di Tebaldi, di un pericoloso terrorista e di ambigui adoratori di una antica dea romana. Sullo sfondo, un omicidio irrisolto di ben cinquant’anni prima ed una resa dei conti ormai non più rinviabile fra Casa Savoia e il Fascismo.

Più di un semplice esercizio di stile, Occidente è un romanzo ucronico con un ritmo che lascia il lettore inchiodato alla sedia. Dimenticate tutto ciò che sapete della Storia del mondo: in questo universo alternativo, Mussolini non divenne subalterno a Hitler, non accettò le leggi razziali, né scese in campo a suo favore, scegliendo la neutralità (ben foraggiata dagli Stati Uniti). Il Führer restò poi vittima di un attentato il 20 luglio 1944, mentre Enrico Fermi sperimentò a gloria dell’Italia l’atomica nel deserto di Libia.

Il 28 aprile 1945, l’Unione Sovietica sconfina oltre il fiume Oder, scatenando la Terza Guerra Mondiale. L’Italia fascista si schiera al fianco degli Alleati, contribuendo in maniera schiacciante alla vittoria sui sovietici: fu italiano il primo carro armato ad espugnare Mosca (peraltro guidato dal padre di Tebaldi) e fu italiana la divisione che catturò Stalin.

Implausibile? Solo se si guarda a questo mondo alternativo con gli occhi della storiografia ufficiale. Farneti è riuscito a creare una contro-Storia plausibile, in cui l’Italia è una Potenza mondiale in grado di tener testa agli Stati Uniti, ma dove determinati avvenimenti storici (come la bomba su Hiroshima o la Guerra in Vietnam) si verificano ugualmente, sebbene in maniera leggermente diversa.

Il romanzo è anche l’evidente risultato di una accurata ricerca storica, militare, architettonica e “esoterica”: la nota dell’autore, a conclusione del libro, dimostra come nomi, sigle, riferimenti geografici e storici non sono per nulla stati lasciati al caso. Anzi, potrebbero addirittura essere fonte di ulteriori approfondimenti da parte del lettore interessato.

Ingiusto e riduttivo, infine, bollare il romanzo come “fascista”. I personaggi sono sì tutti fascisti convintissimi, tanto che Tebaldi e i suoi commilitoni sono stati in Vietnam, con un corpo di spedizione volontario voluto da Mussolini in persona. Eppure non si riesce a non parteggiare per loro, a non vedere il lato umano di persone che credono nel loro ideale – per quanto ben lungi dalle nostre idee democratiche. Sembrano eroi di altri tempi, un po’ come i cowboy di John Ford.

Ma soprattutto non si può condividere il divertimento dell’autore, che gioca a “spostare di ruolo” personaggi realmente esistiti (Andreotti diventa Segretario di Stato vaticano, Almirante è Governatore di Roma, Montanelli alla guida dell’EIAR TV, Fellini responsabile di Cinecittà e così via), a recuperare e reinventare espressioni realmente esistite del regime o immaginare le loro evoluzioni (come la Città dell’Informazione all’EUR o alcune vie del tutto inventate).

Occidente - Mario Farneti
Occidente
Mario Farneti, pp. 318
TEA Libri, € 8,20

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