Luciano Gallino è un antesignano ed esponente di primo piano della scuola sociologica torinese ed è da diversi anni in trincea per documentare e analizzare i fenomeni evolutivi del sistema finanziario mondiale. La rete planetaria delle strutture finanziarie è giunta ad esercitare, nel bene e nel male, una forza egemone sulle prospettive evolutive e strutturali del nostro intero assetto sociale planetario. La dimensione globale della mobilitazione di risorse naturali e tecnologiche ha creato una crisi di sviluppo senza precedenti; ma i rischi di degenerazione patologica di natura politica, civile e socio-economica hanno assunto dimensioni preoccupanti.
Il problema che ci propone Luciano Gallino – anche se formulato in termini giuridico-finanziari – è essenzialmente di carattere etico e socio-organizzativo. L’enorme aumento della “circolazione monetaria virtuale”. La vera e propria circolazione di carta-moneta è solo una modestissima percentuale di quella rappresentata dal credito bancario aggiuntivo (rispetto alla dimensione dei depositi monetari), dal credito commerciale concesso dai fornitori ai clienti, e dalle molteplici forme del credito creato dalla cosiddetta “finanza innovativa”. Per arrivare alla “demenziale” creazione di “moneta virtuale” connessa, in particolare, alla gestione dei contratti “futures”.
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Se mi è concesso inserire un mio personale concetto credo che non sarebbe fuori luogo parlare espressamente di “credito derivato” intendendo con questo termine quel volume di credito che è stato creato da tutta l’attività finanziaria priva di una sottostante mobilitazione di risorse e di attività produttive concrete. È a questa irresponsabile patologia finanziaria che va riferita la forte espressione “demenziale” usata da Gallino per qualificare, si fa per dire, la politica gestionale degli “investitori istituzionali”.
Un’ulteriore digressione andrebbe fatta per evidenziare il fatto che, all’atto pratico, l’unico limite all’espansione dei derivati finanziari era rappresentato dalla capacità di assorbimento della “inflazione virtuale” da parte dei sistemi economico-sociali che, all’atto pratico, sostengono il valore di scambio reale dei diversi simboli monetari.
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La questione specifica di cui si fa carico Gallino è la pericolosissima concentrazione del potere finanziario. Lo sviluppo positivo che la grande creazione di ricchezza aggiuntiva potrebbe fornire alla civiltà umana è destinato a infrangersi di fronte ad un potere finanziario privo di una – auspicata ma non tanto credibile – capacità di auto-controllo civilmente responsabile da parte degli “investitori istituzionali”.
Un sistema evoluto di libertà civili e di diritti soggettivi (personali e comunitari) implica infatti una diffusione sociale della ricchezza e delle risorse produttive che la concentrazione del potere finanziario sembra dover smentire e, ineluttabilmente, contrastare.
Il libro di Gallino denuncia le incongruenze di un sistema politico democratico che, in nome della liberalizzazione e della de-normalizzazione giuridica ha abolito i controlli tecnico-amministrativi, politici e legislativi sui vari tipi di operazioni finanziarie operate dagli “investitori istituzionali”. Operazioni tanto meno assoggettabili a dei controlli tecnici efficaci quanto più si tratta di una sofisticata – e fumosa – “innovazione finanziaria”. Ma chi sono questi “investitori istituzionali”? Essi non risultano, come dovrebbero essere, l’espressione finanziaria di comunità politiche democratiche ma appaiono invece come la risultante tecnica – e socio-operativa – di una rete finanziaria globale, assolutamente priva di una – auspicabile ma inesistente – formalizzazione giuridica e statutaria.
In ogni caso tale rete si trova a gestire un immenso potere che condiziona, finanzia e guida tutto il resto: strutture politiche ivi comprese.
A conclusione della sua chiarissima, documentata e dettagliata analisi Luciano Gallino lascia un “timido” spiraglio per il superamento di una situazione che presenta aspetti di palese e gravissima patologia sociale la quale andrebbe considerata in termini di – non specificata – ingegneria sociale e architettura giuridico-costituzionale.
Quello che, alla fine del ventesimo secolo era stato il dibattito sulla “responsabilità sociale dell’impresa” è diventato ora, in questo nuovo libro di Gallino, una esigenza di “responsabilizzazione mondiale della classe degli investitori istituzionali”. La speranza è che “lo spiraglio” si vada progressivamente aprendo verso prospettive di civile consolidamento – finanziario e sociale – e che Gallino (o chi per lui) non si trovi, tra qualche anno, a dover scrivere la storia degli “investitori istituzionali irresponsabili”.
Luciano Gallino “Con i soldi degli altri”, Torino, Giulio Einaudi editore spa, Mondadori Printing spa, Cles (Trento), marzo 2009