Condannati in Parlamento: lo Stop

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LAURA PAVESI

Il Governo preme l’acceleratore sull’incandidabilità dei condannati non solo al Parlamento italiano ed europeo, ma anche a Regioni, Province, Comuni, nonché ai CdA degli enti pubblici. Ieri, i Ministri della Giustizia e della Pubblica Amministrazione hanno chiesto al Ministro dell’Interno, a cui spetta il compito di redigere la norma, di fare in fretta, affinché possa essere applicata già alle prossime elezioni.

“C’è un impegno del Governo ad attuare la delega in tempo utile perché possa essere applicata alle prossime elezioni”. Lo ha dichiarato all’AGI il Ministro della Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi, interpellato sulla richiesta di anticipare i Decreti attuativi che rendono operativa la norma sull’ineleggibilità dei condannati con sentenza passata in giudicato.

Al Ddl anti-corruzione, infatti, è stato presentato un emendamento perché i Decreti attuativi della norma vengano approvati entro un mese e non entro un anno. E non è da escludere che l’emendamento possa essere, poi, convertito in ordine del giorno.

Il governo è orientato, dunque, a dire di sì all’ineleggibilità dei condannati con sentenza passata in giudicato, in “tempo utile” per le prossime elezioni politiche, la cui scadenza naturale è, lo ricordiamo, a primavera 2013.

Tutto dipende, ora, dal via libera al Ddl anti-corruzione, attualmente in discussione nelle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato. Se dovesse giungere il “disco verde” al provvedimento, il Governo è intenzionato ad accelerare sull’incandidabilità dei condannati a Parlamento (italiano ed europeo) Regioni, Province, Comuni. La chiave di volta di tutto è la norma, contenuta nel Ddl anti-corruzione, che assegna al Governo la delega a legiferare sull’annosa questione delle “liste pulite”.

A riflettere sulla necessità di accelerare su questo punto, dando vita a norme che chiudano le porte della politica ai condannati, sono stati i Ministri della Giustizia, Paola Severino, e della Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi, – come hanno confermato fonti governative ad AdnKronos – in un colloquio telefonico col Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, a cui spetta, di fatto, il compito di redigere la norma.

La Legge-delega, contenuta nel Ddl anti-corruzione e approvata dall’Aula della Camera, prevede che il Governo adotti “entro un anno dalla data di entrata in vigore della Legge un Decreto legislativo recante un Testo Unico della normativa in materia di incandidabilità alla carica di membro del Parlamento europeo, di deputato e di senatore della Repubblica, di incandidabilità alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali e di divieto di ricoprire le cariche di presidente e di componente del consiglio di amministrazione dei consorzi, di presidente e di componente dei consigli e delle giunte delle unioni di comuni, di consigliere di amministrazione e di presidente delle aziende speciali”.

Il giorno del via libera della Camera al Ddl anti-corruzione era stato approvato un ordine del giorno che impegnava il governo ad approvare “entro quattro mesi” la disciplina delle incandidabilità per i condannati per gravi reati con sentenza definitiva.

Ma ora la linea dell’esecutivo è fare in fretta, portarsi avanti ed approvare le misure il prima possibile, così da renderle applicabili già per i cambi di Governo previsti a breve in alcune regioni italiane (prima tra tutte il Lazio).

BuoneNotizie.it

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