di FRANCESCO DAVERI
Dopo ore di negoziati, 25 paesi dell’Unione Europea (tutti i 27 meno il Regno Unito e la Repubblica Ceca) hanno raggiunto un accordo sul cosiddetto Fiscal Compact, il patto volto a rafforzare le regole di bilancio e di controllo dei debiti pubblici all’interno dell’Unione Europea. E’ un accordo – da firmare nel marzo 2012 – che vincola i singoli paesi europei a raggiungere un sostanziale pareggio di bilancio ma che esclude, pare, ulteriori aggravi e correzioni di bilancio per i paesi il cui debito pubblico superi il 60 per cento del Pil. Sarebbe stata una clausola suicida non solo per l’Italia ma anche per gli altri paesi europei dato che il rapporto debito pubblico-Pil medio UE 2011 sfiora il 90 per cento.
Sull’accordo pendono come spade di Damocle il fallimento di Grecia e Portogallo che i mercati finanziari stanno ormai contabilizzando come una probabilità molto concreta nei valori astronomici degli spread dei loro debiti rispetto al bund. Eppure l’accordo è un buona base per il futuro dell’Unione: se davvero si vuole andare verso un’Unione Fiscale o un’Europa federale, la nuova creatura dovrebbe provare ad ispirarsi all’esempio più ovvio che viene in mente, ovvero gli USA. Negli Stati Uniti i singoli stati dell’Unione hanno il divieto di fare deficit pubblici.
Ed è solo in cambio di questa clausola che il governo federale può intervenire in situazioni di emergenza (come hanno fatto Bush e Obama durante la crisi) con fondi federali che sostengano l’economia senza creare rischi di default. In definitiva questo propone da mesi la signora Merkel: si oppone agli eurobond in un’Unione di paesi egoisti che vogliono solo socializzare le perdite ma non hanno un progetto comune. Nello stesso tempo spinge per far avanzare un progetto comune, con un fondo salva stati potenziato (da luglio 2012) ma severe regole di bilancio nazionali (da marzo 2012), stretta tra un elettorato che vuole tornare al marco e il resto dell’Europa che vuole i soldi tedeschi, cash e subito. Ma la futura Unione dovrà assomigliare a quello ha in mente la signora Merkel. Se no, non saranno gli Stati Uniti di Europa, ma piuttosto l’Europa delle Mille Libertà e degli Zero Doveri. Qualcosa di cui potremmo e dovremmo fare a meno.
Fonte: LaVoce.info
DICHIARAZIONE DEI MEMBRI DEL CONSIGLIO EUROPEO 30 GENNAIO 2012 – Verso un risanamento favorevole alla crescita e una crescita favorevole alla creazione di posti di lavoro (non sottoscritto dalla Svezia)
STATEMENT of President Barroso following the Informal meeting of the European Council Joint press conference Brussels
PRESS REMARKS by the President of the European Council Herman Van Rompuy following the informal meeting of members of the European Council