Mamma dammi 1936,27 lire che una Srl voglio aprir!

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di GABRIELLA SERINO

Eh sì, proprio così. Di tassisti, farmacie, benzina molto si è detto e molto altro ancora si sta dicendo. Non mancano le novità per i settori dell’energia ed i trasporti, le libere professioni, ma non ci sono solo loro. Il decreto liberalizzazioni varato dal Governo Monti due giorni or sono si è infatti preso la briga di ricordarsi anche di una “fantacategoria”: i giovani!

Quelli che sono essenziali per il domani, quelli che devono abituarsi alla flessibilità, quelli che in altre parole hanno iniziato a contribuire al sistema previdenziale di cui beneficeranno i loro genitori, ma non loro. Il cerchio chiuso è un gioco di necessità: una nuova generazione che può solo ambire all’indipendenza, ma non raggiungerla e, dunque, al massimo iniziano a produrre un reddito minimo pagando i contributi, così che i genitori – finché ci saranno – assicureranno il fatidico “Puoi sempre contare su di noi!”.

Eliminiamo ora i paragoni tra i livelli di indipendenza dei trentenni negli anni Settanta ed i rispettivi figli trentenni di oggi, una cosa salta all’occhio leggendo il documento prodotto dalle otto ore di riunione del Consiglio dei Ministri: delle farmacie e dei tassinari se ne è parlato molto ( dopo tutto il putiferio prodotto, e certo!), sul fatto che siano stati toccati i notai idem, ma i telegiornali non sembra abbiano letto nulla in merito alla possibilità di aprire una Società semplificata a responsabilità limitata entro i 35 anni di età con un capitale iniziale di un euro.

Certo, non è una Soluzione con la S, non possiamo ipotizzare che ci siano milioni di nuovi giovani imprenditori, ma neanche sindacati e partiti sembrano aver valutato la novità. Neanche per una critica estemporanea. E’ quanto dire!

Tuttavia, per una volta guardiamola dal lato di questi benedetti giovani: rispetto a pochi giorni fa ci sarà la possibilità di non dover per forza avere 10.000,00 euro per aprire una S.r.l. Certo, chi ha 36 anni replica e bofonchia. Rendiamoci conto che per quanto ci si possa sentire giovai dentro a tutto c’è un limite, soprattutto quando fa stabilito per legge. Se è per questo quando hai oltre 26 anni (10 in meno del termine previsto nella norma sulle Ssrl!) non sei più nella condizione di fruire delle riduzioni spettanti ai giovani, parametro individuato probabilmente sulla base del fatto che oltre quell’età non si dovrebbe più essere studenti.

In via generale è accettabile, ma allora bisognerebbe considerare delle categorie particolari, come gli studenti di Corsi di specializzazione che non percepiscono reddito. Inoltre, sarebbe interessante comprendere perché le esenzioni parziali sui trasporti spettano solo agli studenti residenti, quando invece i fuori sede pagano tutte le tasse al pari dei residenti, ivi comprese quelle regionali ed in genere ci si sposta da qualsivoglia altra regione e si paga il fitto per poter studiare da fuori sede. Un fitto che si è obbligati a pagare anche nei mesi di non permanenza per poter conservare il proprio posto in casa. Fitto che si è obbligati a pagare da fuori sede perché le Regioni, i Comuni e le Università non sono in grado di mettere a disposizione dei dormitori. Non accade nelle Università private, figurarsi nelle pubbliche.
Che poi il fondamento logico di quel limite d’età, da quanto è dato capire, dovrebbe risiedere nel fatto che dovrebbero subentrare a coloro che raggiungono i 36 anni nuovi giovani di età inferiore all’interno della società costituita in precedenza, che si spera avrà prodotto risultati utili nel contempo.

Dovrebbe essere letto, pur con tutti i suoi limiti, come un incentivo alla mobilità sociale e al crearsi un’attività propria, non essendo peraltro necessario un notaio per costituire la Ssrl, ma sarà sufficiente comunicare al registro delle imprese l’atto costituivo, senza spese di bollo e segreteria. Chiamasi semplificazione, per una volta sì.

Allora sì, cari giovani, trentacinquenni o giù di lì, magari con la prossima paghetta risparmiate su cheeseburger e fondate una piccola impresa, date slancio e impulso a qualcosa che raramente in futuro verrà smosso dall’alto per darvi un supporto a mettervi in proprio in tutti i sensi… e soprattutto un po’ di fiducia! Almeno per questo al genero ideale d’Italia glielo possiamo dire.

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