L’etica protestante e lo spirito del capitalismo

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di Roldano De Persio

Il titolo di questo post è lo stesso di un testo basilare scritto da Max Weber. In breve Max Weber nel suo famosissimo libro L’etica protestante e lo spirito del capitalismo ha cercato di stabilire una correlazione tra  protestantesimo e capitalismo. Il protestantesimo nelle forme del Luteranesimo e più ancora del Calvinismo sarebbe alla base dell’idea che la ricchezza, frutto del lavoro sarebbe una prova chiara della ricompensa divina. Autori più recenti hanno cercato di confutare quest’idea sostenendo che le prime forme di capitalismo si possono rintracciare anche nei cattolici commerci di Venezia e dei comuni italiani.

In questi giorni Obama ha letteralmente cacciato il CEO di GM Rick Wagoner ponendo le sue dimissioni come precondizione per erogare gli aiuti governativi al colosso moribondo di Detroit. Poche settimane fa c’è stato lo scandalo dei bonus dati ai dirigenti del colosso AIG e ciò  nonostante i bonus fossero i soldi dei cittadini americani e AIG fosse sull’orlo del tracollo. I bonus sono ritornati indietro con tante scuse a causa delle pressioni rabbiose del congresso e dei senatori americani.

La domanda ora è: quanto conteranno i valori religiosi degli americani e dello stesso Obama nella risoluzione della crisi economica mondiale?

Essere protestanti significa guardare al problema  in maniera diversa rispetto ad un cattolico? Si è meno propensi al perdono se si è protestanti? Se la nascita del capitalismo può essere in qualche modo legata alle origini religiose la cura delle patologie del capitalismo è anch’essa condizionata dal credo religioso? Nel mondo islamico, tanto per fare un esempio, la giurisprudenza coranica vieta la riba (interessi legati al fattore temporale).

Eppure nonostante tutto questo io credo che ci deve pur essere un modo laico di affrontare la questione senza dover per forza fare riferimento al proprio credo religioso. Ora come non mai c’è bisogno di una neutralità etica civile perchè se così non fosse vorrebbe dire che senza un dio che ci controlla siamo inesorabilmente perduti.

Vi chiedo, siamo così senza speranza da non poter badare a noi stessi?

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