La sanità in Usa: fra federale e statale

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di DOMENICO MACERI

La maggioranza repubblicana alla Camera dei rappresentanti ha abrogato la riforma sanitaria approvata l’anno scorso. Così facendo i repubblicani hanno mantenuto la loro promessa. Si tratta di un futile esercizio dato che i democratici continuano a controllare il senato e se per qualche miracolo il disegno di legge dovesse sopravvivere il presidente Barack Obama imporrebbe il suo veto.

I repubblicani sanno che non avranno successo ad eliminare la riforma legalmente ma a loro poco importa. Si tratta semplicemente di soddisfare i loro fedeli e continuare a fare politica per legare le mani di Obama ed eventualmente contribuire alla conquista della Casa Bianca fra due anni.

L’obiezione principale alla riforma sanitaria dell’anno scorso verte sul fatto che spinge, anche se non molto, nella direzione opposta delle aziende private. Lo stato del Vermont, però, vede la riforma di Obama come troppo timida e sta lavorando per implementare un sistema sanitario “single payer”, un tipo di sanità tipico del Canada e dei Paesi industrializzati europei. Si tratterebbe di un sistema poco differente dal Medicare, il sistema sanitario governativo degli anziani.

Il neoletto governatore del Vermont Peter Shumlin ha promesso nella sua campagna elettorale l’anno scorso che creerebbe un sistema sanitario per tutti. Un gruppo di ufficiali della sanità è stato creato con il proposito di studiare i meccanismi per offrire sanità a tutti i cittadini dello Stato. Una delle idee principali sarà di presentare il programma come contenitore delle spese in modo simile al Medicare che solo spende 1% del suo bilancio in costi amministrativi.

Le assicurazioni private, invece, spendono il 30% del loro bilancio in costi amministrativi perché ognuna di esse ha una miriade di moduli e regole diverse. Questa burocrazia crea grattacapi non solo ai clienti ma anche ai medici che devono fare fronte a un groviglio di regole per ottenere i loro rimborsi. Ciò vuol dire che una percentuale dei soldi va per spese che non creano sanità. Per non parlare poi dei profitti delle assicurazioni private che naturalmente sono la loro ragione di esistere. Inoltre i costi delle polizze private continuano ad aumentare. Una famiglia media americana con quattro persone nel 2007 pagava tredicimila dollari per l’assicurazione medica. Per coloro che lavorano, una buona parte viene pagata dal datore di lavoro ma anche i dipendenti devono contribuire il quindici o venti percento. Considerando gli aumenti si calcola che la stessa polizza costerà diciassettemila dollari annui.

Il sistema del single payer ridurrebbe i costi perché tutti dovrebbero contribuire ingrandendo il gruppo di assicurati. Così facendo si riduce il rischio per il gruppo che naturalmente spiega il vantaggio del suo sistema. Se solo i malati comprassero l’assicurazione i costi sarebbero stratosferici e naturalmente le aziende private li rifiuterebbero come fanno adesso con gli individui i quali hanno una malattia “preesistente”. Le compagnie di assicurazione non discriminano però quando una ditta vuole comprare assicurazione per tutti i suoi dipendenti come gruppo. Così facendo ci sono guadagni perché i dipendenti che costeranno molto saranno controbilanciati da quelli che invece costeranno poco.

Il sistema proposto dal Vermont avrebbe un effetto negativo per le aziende private di assicurazioni. La riforma sanitaria approvata da Obama metterà i freni alle aziende private ma costringerà tutti a possedere assicurazione comprandola individualmente o ricevendola dal datore di lavoro. Una delle obiezioni dei repubblicani è che toglie la libertà al cittadino di non comprare l’assicurazione se uno si rifiuta di farlo. Se questo cittadino poi si ammala, però, ha diritto di andare al pronto soccorso dove per legge non può essere rifiutato.

L’idea del single payer è già stata provata in altri Stati. La Camera statale della California ha già approvato il disegno di legge ma Arnold Schwarzenegger, repubblicano, l’ex governatore del Golden State, ha imposto il suo veto. Il nuovo governatore Jerry Brown, democratico, fa sperare.
Con una maggioranza democratica e il controllo della Casa Bianca si è riusciti solo a riformare il sistema della sanità in modo moderato ma si è ben lungi dal coprire tutti i cittadini. Con l’eccezione degli anziani, i più poveri, ed i veterani che usufruiscono di un sistema governativo, il resto degli americani è alla mercé delle aziende di assicurazione.

Il governo federale non riuscirà a creare un sistema che vede la sanità come diritto invece di un prodotto da comprarsi con gli inevitabili profitti alla base di tutto. Toccherà dunque agli Stati individuali come il Vermont di creare strutture che offrano sanità decente ai loro cittadini.

* Domenico Maceri, PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic Publications.

2 COMMENTI

  1. Molto ben esposto l’argomento, fatto stà che proprio i sistemi europei citati dimostrano che la sanità pubblica è un buco enorme e che il costo per il cittadino alla fine è ben più alto di quello delle assicurazioni, solamente i governi riescono a mascherarlo nel calderone della montagna di tasse con cui vengono spennati i cittadini

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