Ho scritto Facebook, ma il discorso vale anche per Twitter, FriendFeed o qualunque altro Social Coso. Da quello che si legge in giro, anche sui vari Mashable e TechCrunch i Social Network sarebbero una seria minaccia per gli ormai obsoleti motori di ricerca. Siamo sicuri?
Certo il Web sociale ha cambiato le abitudini di molte persone e ha dato un forte impulso alla diffusione delle idee e delle informazioni. Spesso le notizie circolano molto prima su Twitter che sui giornali online ed è facilissimo organizzare una marcia, una protesta, un gruppo contro qualcosa. Basta qualche click, un po’ di amici ed il gioco è fatto. L’informazione generica, la notizia di cronaca o politica – spesso sbagliata – circola a velocità impressionante tra tutti i nodi di una rete e se è capace di provocare sdegno o curiosità può raggiungere anche milioni di contatti. Il Viral Marketing, ad esempio, si basa proprio sulle caratteristiche di diffusione incontrollata dell’informazione che sono insite nella rete sociale.
Gli stessi meccanismi che spiegano perché un’ informazione generica può diffondersi rapidamente su Facebook sono alla base anche del fatto che un’ informazione specifica, quella che serve noi al momento, non sempre può essere ottenuta così facilmente. La spiegazione è del resto molto semplice e intuitiva:
più quello che cerchiamo è specifico e settoriale e minori sono le probabilità che i nostri amici ci possano aiutare; il tutto è poi reso complicato dal fatto che la media delle persone – numero di Dunbar – non ha più di 250 amici su Facebook. Senza tirare in ballo la teoria dei legami deboli del sociologo Mark Granovetter è evidente come spesso per trovare lavoro o soluzioni alternative ad un problema dobbiamo ricorrere a persone che non sono della nostra ristretta cerchia di amici. L’informazione giusta è funzione dipendente del numero di “amici” e della loro eterogeneità culturale e geografica: se ho tutti amici architetti di Roma sarà difficile che trovi lavoro come fotografo a Milano o quanto meno sarà molto improbabile!
E se stessi cercando informazioni su un particolare modello di automobile? Un hotel conveniente a Londra? Quanti “amici” devo avere? Migliaia? Certo ci sono i connectors, i supernodi che hanno migliaia di amici, follower e contatti che possono farvi il favore di diffondere la vostra richiesta per procura, ma la vedo difficile come attività continuativa. Prima o poi dovreste pagarli e non si campa di solo caffé o birre.
Ecco dimostrato che Google è ancora necessario se cerchiamo informazioni specifiche e non generiche o fatti di cronaca. In pochi click possiamo verificare subito come si cucina l’orata al forno con le patate o come si preparano i biscotti al cocco. Quanti dei vostri amici su Facebook saprebbero darvi così al volo la ricetta per un piatto di pesce?