I cittadini, risposta comune per il nord e il sud

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di RAFFAELLO MORELLI – PIETRO PAGANINI*

Luca Ricolfi ha evidenziato la necessità di un partito “nord – sud”. Credo il seme già ben radicato, deve germogliare con cura. Mi riferisco al seme della rete Liberale che si è andata formando ponendo al centro il cittadino, le sue esigenze, le sue iniziative, che ci sono a Nord e a Sud e che non vanno contrapposte nella logica di strappare ad uno quello che guadagna l’altro. In questo la rete Liberale coglie la situazione descritta dal commento di Ricolfi, sia sul lato dell’offerta che su quello della domanda.

Sul lato dell’offerta, la rete Liberale, perché Liberale, guarda al presente e al futuro, non al passato. Anche il celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia non ha senso se ridotto a discussione tra esperti, smarrendo l’attenzione alla realtà di oggi, cui libertà e Liberalismo sono indissolubilmente legati. Non si costruiscono le istituzioni per una convivenza più aperta con le utopie e con le promesse. Si fa nel tempo e con il mettere un passo dopo l’altro.

Rispetto ad un’epoca in cui il Liberalismo ha raccolto poco rispetto ai contributi dati, oggi si ha maggior consapevolezza della decisiva importanza dell’individuo cittadino, che di quella tradizione era l’anima, non voluta dai partiti di massa. Del resto, mentre nell’esperienza europea ed internazionale, proprio i Liberali fanno parte determinante di coalizioni con il difficile compito di fronteggiare la crisi profonda, nei paesi dell’area mediterranea vecchi pregiudizi di origine ideologica hanno fin qui impedito la stessa esperienza.

Il Liberalismo offre una risposta ai giovani che grazie alla globalizzazione hanno scoperto un mondo veloce, aperto rispetto al nostro paese statico delle corporazioni e degli interessi di bottega. Offre loro una prospettiva verificabile, adatta a gratificare il lavoro duro delle generazioni finora mortificate, inclini a lasciare il paese o ad abbandonarsi al pessimismo.

Anche sul lato della domanda, oggi, il bisogno di Libertà, non declamata ma praticabile, comincia ad essere avvertito da diverse generazioni di italiani. E’ l’idea di Società Aperta, dove le libertà soggettive ed oggettive sono tra loro bilanciate nella pratica quotidiana. Lo stesso Ricolfi, in un precedente commento su un tema specifico – la gestione di Internet – ha testimoniato quanto sia significativo ragionare in termini di prezzo della libertà per comprendere le dinamiche e le sfide contemporanee. La questione è semmai non limitarsi a confondere le contingenti percentuali dei partiti esistenti con le prospettive del confronto tra idee e proposte, e promuovere l’aggregarsi dei cittadini del nord e del sud attorno ad un filone culturale e ad una proposta di governo che non si esaurisca nel raggiungere un potere fine a sé stesso.

Diversamente da come pensano nel PD, secondo la vecchia Scuola di Francoforte, gli italiani che non votano o che votano turandosi il naso, quasi sempre non sono disinteressati a quello che succede loro intorno. Semplicemente non trovano risposta al bisogno di effettivo cambiamento. Vogliono fare le grandi scelte. Riconoscendo il ruolo del parlamento che le rappresenta e le applica tra un voto e l’altro, non quello del Palazzo che si arroga funzioni non sue. Una parte di questi cittadini si riconoscerebbe certamente in un programma Liberale.

Questa possibilità di far incontrare offerta e domanda, ripeto, non viene dalle utopie e dalle promesse. La partecipazione attiva dei cittadini viene dalla voglia di rendere possibili atti concreti. Atti per dare regole al mercato quale luogo di scambio, di competizione e di cooperazione onde valorizzare l’espressione del merito. Atti per tagliare i rami dello statalismo invadente. Atti per avere una scuola liberata dal valore legale del titolo e dai concorsi. Atti per avere un conflitto democratico non tra corporazioni e gruppi sociali-economici, ma tra idee diverse, dalla cui competizione spunterà la via al progresso. Atti per cercare il germe della prosperità e del benessere individuale non nel confronto tra rigide categorie opposte, clericali-anti clericali, omosessuali-etero, abili-disabili, dipendenti-autonomi ma nel mettere in primo piano individui diversi ma uguali nei diritti e nelle opportunità. Atti per punire chi viola la competizione con l’evadere le tasse o distorcendola con gli sprechi pubblici, ancor peggio se di favore. Per attivare questi mutamenti, il federalismo sarà una grande opportunità alla rigorosa condizione che non si riduca ad uno slogan senza la concretezza di strutture operative non improvvisate.

Un’offerta Liberale corrisponderebbe alle domande del Nord e del Sud perché è un’offerta al cittadino di ogni parte d’Italia. Solo un’offerta liberale può operare dove tutti hanno fallito, dal PDL al Pd, proprio perchè il Liberalismo non si prende a noleggio, è una cosa seria e faticosa.

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