Tarak Ben Ammar, il magnate del cinema mondiale

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di CHIARA MARIA LÉVÊQUE*

Che la Tunisia sia una scenografia naturale sono in molti a dirlo, ma rendere davvero il Paese teatro delle migliori opere cinematografiche mondiali sarebbe parsa un’impresa ardua per chiunque, tranne che per lui. Tarak Ben Ammar, di madre francese e padre tunisino (primo ambasciatore in Italia), ha avuto il merito di riuscire a rendere il sogno realtà.

Dopo una adolescenza italiana e una laurea negli Stati Uniti, il giovane imprenditore decide di partire alla ventura, senza denaro e senza contatti, per presentare al mondo le incredibili possibilità offerte dalla Tunisia in ambito cinematografico, azione che intraprende come una missione morale per promuovere il proprio Paese agli occhi dell’intero pianeta.

Diffondendo lo slogan «Venite a vedere questo paese politicamente stabile, accogliente, dove non ci sono fanatici, con una straordinaria scenografia naturale vicino all’Europa e un’infrastruttura alberghiera sviluppata» in pochi anni Tarak Ben Ammar riesce nel miracolo.
Avviata la costruzione dei primi studi cinematografici del Nord Africa, i clienti non si fanno attendere e il successo è clamoroso. Vengono girati in Tunisia i celeberrimi “Gesù di Nazareth”, “Guerre Stellari” e “I Predatori dell’Arca Perduta”. Il magnate delle immagini produce direttamente i “Pirati” di Roman Polanski, “La Traviata” di Franco Zeffirelli e distribuisce “The Passion” di Mel Gibson. Oltre a loro, si affidano alla sua abilità anche Steven Spielberg, Stanley Donen, Francesco Rosi, Roberto Rossellini, Terry Gilliam, George Lucas, Henri Verneuil, Luigi Comencini, Mario Monicelli e Brian de Palma.

Nel 1996/1997 Tarak Ben Ammar si lancia nell’organizzazione della tournée mondiale di Michael Jackson di cui produce, in collaborazione con la Sony, il suo ultimo disco, “Blood on the Dance Floor”.
Ma è con l’Italia che Tarak Ben Ammar intrattiene i legami più stretti. Si tratta di una questione affettiva, come dichiara sul suo sito internet ufficiale: «Adoro l’Italia, ho un’ amicizia con Berlusconi da 25 anni, ho ruoli importanti in alcune grosse società, è una nazione che capisco, un popolo che mi piace. Mi trovo bene».

E, sempre a firma sua, esce il brillante “Basilicata coast to coast” che, costato 2,4 milioni di euro, ne ha incassato fin da subito più di 3 milioni.
«Con gli studi di Hammamet e di Ben Arous, siamo a capo di una catena di fabbricazione. La persona che viene a girare qui se ne va praticamente con il film sotto braccio! O almeno con le prime stampe», ha dichiarato Tarak Ben Ammar il quale, più di tutto, è fiero di essere riuscito a far venire il Nord al Sud. Giuseppe Tornatore compreso, il quale ha girato qui il suo capolavoro “Baarìa”.

Ma non è solo nel cinema che affondano le radici del legame con l’Italia. Nel 1990 Ben Ammar dà vita, insieme a Mediaset, alla “Quinta Communications”, colosso dei servizi per i media che attualmente detiene il maggiore gruppo francese di produzione cinematografica e il 25% della Lux Vide, società italiana produttrice di fiction televisive di successo come quelle dedicate alla Bibbia, a Madre Teresa di Calcutta, a Soraya, agli imperatori Augusto e Nerone, a San Pietro, e a Giovanni Paolo II.

Nel 1994 è la volta della RAI, con la quale stipula un accordo per la diffusione in Nord e Sud America, oltre che in Australia, di RAI International; nel 1995 coordina l’ingresso della cordata Leo Kirsch – Nethold – Principe Al Walid in Mediaset, di cui diviene consigliere.
Ed è proprio la televisione la nuova frontiera esplorata da Tarak Ben Ammar il quale, negli ultimi anni, ha acquisito insieme a Silvio Berlusconi il canale televisivo Nessma tv, che darà la possibilità da un lato a Ben Ammar di inserirsi nel digitale terrestre italiano e dall’altro, a Mediaset di raggiungere i mercati arabi. Nessma tv può essere considerata un primo esperimento di successo di fusione culturale, grazie all’impostazione tradizionale araba condita da un palinsesto di ispirazione decisamente occidentale, con serie tv quali Lost, Cold Case, CSI, Grace Anatomy e Desperate Housewives e programmi di intrattenimento come “Qui veut gagner des millions”, versione magrebina di “Chi vuol essere milionario” che, presentata da Tarek Ben Ammar durante la scorsa edizione del Milano Med Forum, ha strappato non pochi applausi al pubblico presente in sala.

* Centro di Promozione delle Esportazioni della Tunisia – Delegazione Generale in Italia

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