E’ stata inaugurata il 14 giugno 2010 la mostra “Dal sepolcro al museo. Storie di saccheggi e recuperi” al Complesso del Vittoriano che sarà possibile visitare gratuitamente dal 15 giugno al 12 settembre 2010.
Il traffico di opere di interesse archeologico è un fenomeno in costante ascesa che ha assunto negli ultimi anni connotazioni internazionali di allarmanti dimensioni. Il commercio che ne deriva viene alimentato da lobbies economicamente forti che dettano le leggi di mercato e stabiliscono le regole della domanda e dell’offerta. Il sistema si riflette negativamente sui paesi ad alta densità di testimonianze del passato, primo fra tutti l’Italia, dove non c’è area che non testimoni questa millenaria civiltà, distribuita sul territorio in maniera tale da creare un continuum dal nord al sud al punto che, nell’accezione popolare, il nostro Paese viene spesso definito “Museo a cielo aperto”.
“Il progetto di allestire una mostra di opere della specie nei suggestivi spazi del Vittoriano, in un luogo simbolo dell’Italianità, consente alla collettività di riappropriarsi di capolavori del passato – dichiara il Maggiore della Guardia di Finanza, Massimo Rossi – e di ammirare quel ‘museo nascosto’ che certo incuriosirà il visitatore, generando in lui la consapevolezza imperativa di dover sottrarre dal cono d’ombra testimonianze artistiche del passato che per la specifica funzione etico-sociale che vi si riconosce debbono continuare ad essere accessibili a tutti”.
A presidio del patrimonio storico-archeologico, la Guardia di Finanza interviene e sviluppa le proprie attività di contrasto al fenomeno clandestino attraverso una specifica articolazione del Nucleo Polizia Tributaria Roma, il Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico, deputato alla salvaguardia dei siti a rischio della manomissione ed al monitoraggio del mercato antiquario nazionale con estensione in territorio estero attraverso la mutua assistenza rogatoriale, di concerto con le derivazioni periferiche del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e le Autorità Giudiziarie procedenti (Procure della Repubblica e Avvocatura dello Stato).
Nel solo biennio 2008/2009, il diuturno impegno profuso nel comparto operativo ha consentito il recupero e la restituzione alla fruizione pubblica di 11.258 manufatti di interesse archeologico; il sequestro di 136.873 opere contraffatte e la denuncia di 294 responsabili per violazione di natura penale correlate allo specifico compendio, che rappresentano – in termini percentuale – un incremento di circa il 50 % rispetto al biennio precedente.
Un traguardo raggiunto grazie all’impiego serio ed incondizionato di militari, magistratura, archeologi e restauratori, un vero esercito di professionisti, che con passione, dedizione e sacrificio danno ogni giorno vita al programma di salvaguardia di un patrimonio diffuso, spesso negletto ed esposto a minacce ed aggressioni.
Una sezione della mostra, dal titolo “Post Fata Resurgo. La vita post mortem nell’antichità”, tratterà il tema specifico del rito funerario delle popolazioni italiche ed integrerà una rassegna delle tipologie sepolcrali in uso (dalla cista di tufo ovoide villanoviana fino al sarcofago in marmo di età imperiale), recuperate dal mercato illecito, unitamente ad un nucleo ceramico composito, proveniente da corredo tombale, recentemente rientrato a far parte del patrimonio artistico nazionale dopo decenni dalla dispersione – avvenuta nel corso degli anni ’50 del ‘900 – nelle raccolte e legati collezionistici d’oltreoceano.