Ecco, è arrivato il momento di una nuova ribellione

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di FILIPPO ROSSI *

Servono eroi per liberarsi da ogni paura, ogni conservatorismo e ogni dogma

Un paese più libero: alla fine dei conti la questione è tutta qui. Poi si può discutere di regole, leggi e codicilli. Ma come, rispondono i vermilingui di ogni potere: siamo un paese libero, anche troppo libero; troppa gente parla, troppa gente dissente, troppa gente vuol dire la sua. Cosa volete di più? Chiedono come i sovrani che non capivano che un mondo era finito, che l’uomo aveva preso finalmente il sopravvento.
Basta parlare con i giovani veri, quelli sotto i trent’anni per intenderci, per capire che invece il nodo è proprio lì: serve più libertà. Più libertà da dogmi e postulati che non hanno più ragion d’essere ma che sopravvivono come dittature del non senso. Appiccicate lì, con la saliva rancida della storia. E dei vecchi. Più libertà da ogni collettivismo, più libertà dell’uno rispetto ai molti, ecco cosa serve.
Libertà da ogni dover essere. Più libertà da ogni burocrazia. E da ogni conservatorismo. Libertà dalla paura. E dagli ordini costituiti. Più libertà dai corporativismi di ogni genere e specie. Libertà dell’individuo, padrone del proprio futuro, delle proprie scelte, della propria vita, della propria morte. Sempre. Libertà dai preti di ogni ideologia. Da ogni monocromia culturale. Libertà dai comizi, dalle masse, dagli applausi di maniera. Libertà da un’identità imposta dall’alto, da qualcun altro. Libertà dai difensori del proprio interesse. Libertà dai pulpiti, di ogni ordine e grado. Libertà dalla morale pubblica. E libertà, anche, dagli unici immorali, dai ladri e dai corrotti.
E libertà dai ladri di sogni e di speranze. Libertà da una politica che non è più niente, che non sa più niente, che non vuole più niente. Che difende solo se stessa. E i propri privilegi. Che non indica più nessuna strada. Libertà da un bipolarismo valoriale che divide per comandare. Che impedisce il dialogo, il riconoscimento, la stretta di mano. Libertà dalle caste, dalle baronie, da vassalli e valvassori. Dai signorotti di paese. Dalla mafia e dalle mafie. Anche quelle che non si chiamano così. Libertà dai luoghi comuni, dai sorrisetti saccenti di chi pensa di essere nel giusto. Sempre. Di chi crede che il mondo non cambia, che questo paese è destinato a essere fuori dal mondo, fuori dalla storia.
Serve una nuova lotta di liberazione. Un nuovo sessantotto. Una nuova rivolta generazionale. Insomma, a questo paese serve una nuova, magica e pazza ribellione. E servono nuovi eroi. Fatevi vivi, è giunta la vostra ora. In nome della libertà.

pubblicato il 20 maggio 2010 su FareFuturo webmagazine

* Direttore FareFuturo webmagazine

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