di Martina Cecco
In Russia dal 2002 sono 218* i giornalisti che sono stati uccisi per spionaggio e segreti politici. Il dato è stato reso noto dal direttore della commissione per la politica informativa e liberta’ di parola nei mass-media. L’esercito in Cecenia e i segreti dei bambini di Russia esercitati a fare pulizia etnica dei loro coetanei non dovevano diventare un fatto noto agli europei, non da poco questo motivo per “fare fuori” anche i giornalisti che, tra il Ministero dell’Interno e la popolazione civile, riuscivano ad avere credibilità, in un paese, quello di Putin, dove le notizie non si leggono più dalla stampa, ma dagli enti non governativi che in Russia non hanno diretti interessi economici e politici.
La giornalista era tra le poche donne ad aver ricevuto parecchi premi internazionali di prestigio, nel giorno dell’Anniversario della sua uccisione lo ricordano i media: vinse il Global Award for Human Rights Journalism di Amnesty International (2001), il Freedom to Write Award del PEN (2002), il Courage in Journalism Award (2002), il Premio Olof Palme (2004), il Premio per la Libertà e del futuro dei media del Media City Leipzig (2005) e l’ International Journalism Award (2006).
La giornalista era nata a New York, i suoi genitori appartenevano a una classe fortunata della politica russa, ucraini, diplomatici sovietici all’ONU. Da ragazza Anna ha studiato giornalismo alla Statale di Mosca, un privilegio non da tutti. La sua passione per il giornalismo estremo è stata una naturale conseguenza dei suoi studi, che sono stati diversi da quelli dei suoi coetanei. La fortuna di avere due diplomatici in famiglia le aveva permesso di avere informazioni più dettagliate sulle dinamiche nascoste della politica del suo paese.
Dopo la Perestroika la giornalista è passata alla stampa indipendente: ha lavorato in giornali come la Obshaja Gazeta prima e poi la Novaja Gazeta; il suo punto di vista è diventato scomodo per forza di cose: quando le due guerre in Cecenia sono diventate la merce di scambio con il mercato non c’erano possibilità se non entrare nei territori della guerra e infiltrarsi per poterne parlare, e se nella prima fase il giornalismo ne uscì vincitore, non si può dire lo stesso del genocidio etnico e terroristico della seconda fase della guerra.
Battendosi sempre per i Diritti Umani Anna Politkovskaja si è creata, con il suo buon lavoro, una corolla di nemici, sia tra i guerriglieri che all’interno del Governo russo, e proprio di questo parla il documentario del regista Ferdinando Maddaloni: “Anna Politkovskaja” Concerto per voce solitaria; il film documentario è stato presentato in seno alla manifestazione Epizephiry Filmfestival, a Trento, il 18 novembre scorso, alla presenza del direttore artistico del Festival Renato Mollica.
Attualmente il caso dell’assassinio della giornalista non è ancora stato risolto°, anche se ci sono delle premesse che fanno pensare alla volontà di dare una svolta anche all’apparato della burocrazia della giustizia politica sovietico: dei 20 giurati chiamati a intervenire sul processo, ben 19 hanno accettato di firmare una lettera di sollecito per l’apertura del processo alla stampa. A darne notizia il 20 novembre scorso è stato il giurato Evgheny Kolesov.
La radio “Echo of Moscow” ha riferito che i giurati avrebbero chiesto di far uscire solo le telecamere dall’aula, per evitare rappresaglie personali, mentre non obiettavano alla presenza della stampa scritta, per parola del giurato stesso, che ora rischia l’espulsione dalla giuria per le sue dichiarazioni fatte.
Nei paesi della Federazione la situazione attuale del giornalismo versa in uno stato pietoso: la legge prevede che le testate giornalistiche che sostengono idee contro la Federazione stessa possono essere sospese o chiuse anche per i soli reati di calunnia e di diffamazione; il provvedimento è stato votato quasi all’unanimità, con un solo voto contrario, dalla Duma, nell’Aprile del 2008. Le sanzioni previste per il reato giornalistico di calunnia e diffamazione, nel paese, sono pari a quelle previste per reati gravi come la promozione del terrorismo, dell’estremismo e dell’odio razziale. ^
* Pravda
° FNSI – Italia
^ Moskovskij Korrespondent