di TOMMASO EDEROCLITE
Mentre in Parlamento si votava la sfiducia, mentre in piazza i terremotati, il popolo viola e gli studenti accerchiavano le Camere con una catena umana, mentre cominciavano le prime cariche della polizia, in rete si realizzava nuovamente l’eterotopia di Foucault, ma questa volta in tutta la sua forma spettacolare.
Quotidiani online come Repubblica.it e il Corriere.it hanno fornito le dirette, testate online come ilpost.it hanno riportato e commentato le Ansa, Agoravox eTermometro Politico attraverso il Fiduciometro non hanno smesso di riportare aggiornamenti, il neonato TheDailyWeek di Adinolfi forniva un servizio di live-blogging e di commenti sul voto.
In tempo reale è stato dunque possibile vedere in diretta le scazzottate in aula dopo il voto della Polidori, il saliscendi deii sondaggi e le previsioni puntualmente smentite a chiusura voto, la carrozzella con il tricolore della deputata Bongiorno, le foto dei deputati “dissidenti” (da ambo le parti) in stilewanted con epiteti del tipo “traditori”, il dito medio di Gasparri a Fini a conclusione della votazione al Senato, gli applausi improvvisi dopo i voti dei deputati dissidenti e così via.
I social network – in particolare Twitter e Facebook – durante le dichiarazioni hanno ininterrottamente riportato attraverso gli status le parole dei vari capigruppo e degli iscritti a parlare. Stefano Ceccanti, senatore PD, ci ha aggiornato dalla sua pagina sull’andamento del Senato, mentre Luisa Bossa, deputata PD, esprimeva il suo disagio rispetto alla possibilità che il governo potesse incassare i pochi voti per continuare a governare.
Arianna Ciccone di Valigia Blu – uno dei movimenti on line più attivi – forniva una cronaca stringente in tempo reale degli eventi e degli spostamenti dei cortei attraverso la sua pagina personale. Una delle prime fonti a dare notizia delle cariche della polizia. Il popolo viola – che conta oltre 300.00 iscritti su Facebook – alle 13:00 ha postato le prime foto e video degli scontri e a dato indicazioni sugli spostamenti del cordone.
Nello stesso tempo però sono state fornite versioni arzigogolate sul finanziere che in una fotoinginocchiato e accerchiato da manifestanti impugnava una pistola, si è assistito alla gogna digitale, come nel caso di un gruppo dal titolo “Vergognati Catia Polidori” che ha raggiunto migliaia di iscritti in poche ore e dove lo status meno volgare citava così: “putrida carogna, fai schifo te e la tua scuola per mentecatti!”.
Insomma, una giornata che ha dato conferma di quanto la rete sia uno strumento che rende trasparenti meccanismi come quello del voto parlamentare o delle manifestazioni di dissenso della società civile, che sostiene la condivisione delle informazioni come il momento più alto di partecipazione della cittadinanza allo spazio pubblico, che propone le intelligenze connettive di De Kerckhove come una lettura attendibile sulla trasformazione della società in senso digitale.
Ma è stata una giornata che ha notevolmente avvicinato la partecipazione elettronica – orizzontale, bottom up – alle forme perniciose dello spettacolo della politica. Nello sfera pubblica digitale esiste uno spazio intermedio che propone forme di populismo digitale ancora tutte da valutare sul piano linguistico. Una tendenza che Mazzoleni, nel testo Politica Pop (il Mulino, 2009), ha ampiamente affrontato, ma che nell’analisi ha relativizzato ai partiti e ai politici. Una categoria che a quanto pare va applicata anche alle emergenti forme di linguaggio che riguardano la rete e la partecipazione politica in senso elettronico (e-participation).
In conclusione, parafrasando Kranzberg, la rete non è né buona e né cattiva, ma non deve essere considerata nemmeno come neutrale.
* SPINNINGPOLITICS.IT – collabora con le cattedre di Comunicazione Politica e Comunicazione Pubblica e Istituzionale presso il Dipartimento di Sociologia di Napoli (Federico II). Ha scritto per diverse riviste del settore e si occupa perlopiù di dinamiche legate ai processi d’innovazione tecnologica ed ai relativi effetti politici, organizzativi, amministrativi e sociali.