Di Claudia Moschi
Ho visto Burn After Reading e ancora non sono riuscita a decidere se sia un film da sei e mezzo o da nove abbondante. Premettendo che non sono una fine cultrice del cinema dei Coen, ho trovato il loro ultimo divertissement bizzarro, grottesco, caotico e al contempo essenziale eppure, considerate le interpretazioni degli attori calibro magnum che figurano in questa pellicola, il giudizio non può che essere interamente positivo.
I Coen sono irriverenti e raffinati allo stesso tempo. Prendono l’essere umano e pongono sotto la lente d’ingrandimento le caratteristiche che lo rendono imperfetto tanto che alla fine tutti i personaggi sembrano delle patetiche caricature di se stessi. È quasi impossibile non scorgere qualcosa di sé nelle nevrosi che danno il ritmo a questo film di spie sui generis.
L’analista della CIA Osbourne Cox (Malkovich) viene licenziato senza mezzi termini e sua moglie (Swinton), che ha una relazione clandestina con l’ipocondriaco amico di famiglia (Clooney), decide di divorziare da un uomo che forse non ha mai amato. Il suo avvocato le suggerisce di acquisire quante più informazioni possibili sulla situazione patrimoniale del marito per poterlo tenere in pugno durante il procedimento, ma il prezioso cd-rom sul quale sono stati salvati sia i dettagli finanziari che quelli top-secret viene perso.
A recuperarlo sono un personal trainer suonato (Pitt) e l’impiegata della palestra (McDormand) che sta cercando disperatamente di sottoporsi a costose operazioni di chirurgia plastica per poter reinventare se stessa. Questi ultimi si cacceranno in un bel pasticcio quando useranno i preziosi segreti della CIA per estorcere al povero signor Cox una consistente cifra di dollari.
Non sarebbe sbagliato giudicarlo come un’immensa commedia dell’equivoco: tante storie apparentemente slegate una dall’altra che si intrecciano in un susseguirsi di quid pro quo.
L’algida e arcigna Tilda Swinton, ad esempio, sembra essere solo una figurante, un personaggio prettamente funzionale a dare il via al pandemonio, concentrata solo su se stessa e sui suoi obiettivi.
George Clooney, che con questo film conclude la trilogia coeniana sull’idiozia cominciata con “Fratello dove sei?” e “Prima ti sposo poi ti rovino”, è uno sceriffo federale donnaiolo, pieno di fobie e paranoie che crede di gabbare tutti ed invece è quello che subisce la fregatura più grande.
Brad Pitt, il cui talento nell’interpretare personaggi fuori dagli schemi si era già mostrato in “Fight Club” e “The Snatch”, è impeccabile nei panni del tonto ed è quello che regala le risate più genuine dell’intera pellicola.
John Malkovich è sempre sull’orlo del baratro e la vita gli riserva una spintarella dietro l’altra sino all’epilogo esilarante.
Frances McDormand è la donna di mezza età che non si piace più e che ingenuamente crede che liposuzione e silicone possano offrirle la possibilità di ricominciare tutto da capo, quando invece ciò di cui avrebbe bisogno sarebbe dare retta al suo superiore.
Esaurimenti, tradimenti, inganni e la costante sensazione di essere spiati sono il collante di un film-puzzle che più di una volta sembra essere sul punto di spezzarsi in una miriade di ulteriori pezzi.
I Coen sottolineano a più riprese questa mancanza di legami duraturi e sinceri: tutti vanno a letto con tutti e tutti tradiscono tutti ma alla fine è il banco che vince sempre.
Burn After Reading, 2008.
Scritto e diretto da Joel ed Ethan Coen.
Con: John Malkovich, Frances McDormand, Brad Pitt, George Clooney, Tilda Swinton.