IL PRESTITO di Jordi Galceran

con Antonio Catania e Gianluca Ramazzotti
regia Giampiero Solari

Nella sua nuova opera, l’autore, Galceran, ci porta in una banca dove un tipo chiede un prestito. Quando il direttore glielo rifiuta, verrà minacciato dal cliente con una strategia che va oltre qualsiasi morale e che farà traballare la sua perfetta vita familiare. In tempi di crisi, lo spettatore sorride quando la banca, che fa la parte del cattivo, ha la peggio.

Non ha né proprietà né garanzie, può offrire soltanto la sua ‘parola d’onore’ per assicurare la restituzione del denaro. Il rifiuto del direttore della filiale pone i due uomini in una situazione delicata e allo stesso tempo esilarante. La reazione dell’uomo che chiede il prestito è quella di minacciare (con tutta la tranquillità del mondo) il direttore della banca di sedurgli la moglie e andare a letto con lei. A partire da lì, la situazione si rovescia varie volte fino ad arrivare a un finale inaspettato.

Come capita spesso con questo autore, ogni passaggio di questo testo di rabbiosa attualità ci cattura e ci sorprende sino alla fine.

Costruita con il compasso, perfetta nella sua architettura drammatica, la commedia ‘Il prestito’è Jordi Galceran allo stato puro: frasi e battute agili, scrittura colloquiale, situazioni divertentissime, personaggi con spessore, cambiamenti imprevisti e zanne ben affilate. Nella sua nuova opera, l’autore ci porta in una banca dove un tipo chiede un prestito. Quando il direttore glielo rifiuta, verrà minacciato dal cliente con una strategia che va oltre qualsiasi morale e e che farà traballare la sua perfetta vita familiare. In tempi di crisi, lo spettatore sorride quando la banca, cha fa la parte del cattivo, ha la peggio. E’ la teoria della torta in faccia del cinema muto – o la disgrazia altrui, in generale – applicata con certo opportunismo congiunturale. Però qui arriva il meglio: il ricatto si sviluppa in maniera inattesa. Gli errori e i dubbi faranno il resto: questa, in definitiva, più che sulla crisi o sulla banca, è una commedia sulla paura. Tanto che si finisce per provare empatia e finanche pena per il guaio in cui il bancario si va a cacciare.

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