ALLforFASHION – La bellezza, seppur diversa, è sempre bellezza

di LUCA BAGATIN

” Impossibile è solo una parola pronunciata da piccoli uomini
che trovano più facile vivere nel mondo che gli è stato dato,
piuttosto che cercare di cambiarlo.
Impossibile non è un dato di fatto, è un’opinione.
Impossibile non è una regola, è una sfida.
Impossibile non è uguale per tutti.
Impossibile non è per sempre. ”
(Muhammed Ali, celebre atleta e campione di boxe)

Un’iniziativa con lo specifico scopo di integrare al mondo della moda chi è disabile. L’ideatrice è Marta Pellizzi, 22enne, una ragazza come molte altre che ha, però, un problema da quattro anni: è ipovedente..

Luca Bagatin: Dunque, Marta, raccontaci qualche cosa in più di te. Ad esempio: come è nata la tua passione per la moda?

Marta Pellizzi: Fino a qualche anno fa non immaginavo nemmeno lontanamente di avere a che fare con questo mondo, lo sentivo distante da me e non lo percepivo come mio. Poi un giorno, dopo parecchi mesi che entrai nel mondo della disabilità, incominciai ad informarmi su come la moda si interessasse alle persone con un handicap e feci molte ricerche sul tema. Scoprii come il mondo delle passerelle non citava nemmeno chi ha un problema, venni a conoscenza solo di rari casi come concorsi aperti a chi è in sedia a rotelle o casi di sfilate che hanno visto modelle con disabilità come protagoniste.

Mi resi conto che c’era bisogno di uno scossone, di qualcosa che potesse attirare l’attenzione. Decisi di seguire un corso di portamento e di informarmi leggendo articoli di moda. Creai quindi questo innovativo progetto che unisce la disabilità al mondo che la esclude. La mia, più che passione, è voglia di rivincita in un ambiente che tende ad escludere le persone apparentemente imperfette. Trovo che non sia giusto escludere una bellezza “diversa”, in fondo la bellezza è un qualcosa di soggettivo, che può avere varie forme ed è per questo che seppur diversa rimane tale.

LB: Non pensi che la moda tenda a massificare gli individui? A condizionarne troppo le scelte individuali, a partire proprio dal personalissimo gusto nel vestire?
MP: La moda tende ad uniformare gli individui, ma non per questo non deve essere seguita. A mio avviso la moda, intesa come sfilate e grandi stilisti, dovrebbe mandare messaggi più vasti che parlano anche di disabilità e cioè dovrebbe avere nuovi orizzonti da varcare ed obiettivi da raggiungere. Se la moda introducesse più modelle e modelli con disabilità, la società verrebbe in qualche modo sensibilizzata e si vedrebbe con meno pena chi ha un handicap. In realtà ciò non viene fatto.

LB: Ad ogni modo, oltre alla moda, hai la passione per la scrittura, per il giornalismo. Puoi parlarcene?
MP: Scrivere è una passione a cui non rinuncerei per nulla al mondo. Ho incominciato a scrivere i primi articoli a marzo di quest’anno e poi, vedendo che i pezzi venivano apprezzati, ho continuato. Principalmente mi interesso di argomenti che coinvolgono il tema della disabilità, iniziative socio-culturali e di organizzazioni. Scrivo molto per i quotidiani online, anche se ho ottenuto numerose pubblicazioni su giornali cartacei.

Nonostante io non abbia una preparazione specifica ho studiato da autodidatta l’argomento e mi esercito molto con la scrittura e la lettura. Di certo non voglio limitarmi a questo, ma aspiro a diventare una giornalista professionista. Mi iscriverò presto all’Università e intraprenderò la facoltà di lettere e filosofia a Bologna.

LB: Che cosa significa essere ipovedenti? Quando ti sei resa conto di esserlo diventata?
MP: L’ipovedenza non è una malattia, ma è una condizione per cui si ha una ridotta capacità visiva. Io vedo molto poco, inoltre il mio campo visivo è molto, ma molto ridotto.

Questa mia condizione è una conseguenza ad un grave problema di salute che mi ha portata a perdere la vista. Mi sono accorta di avere questo grave problema proprio perché avevo perso quasi totalmente la vista. Se non fosse per la perdita della vista non mi sarei mai accorta di quello che avevo e forse non sarei nemmeno qui a parlarne.

LB: Il progetto ALLforFASHION intende dunque includere qualsiasi tipo di disabilità ? Al momento vi sono molte modelle e modelli che ne fanno parte?
MP: Il progetto, vorrei specificare, in concreto vuole realizzare una sfilata di alta moda preceduta da sessioni formative di portamento e dalla realizzazione di un book fotografico per i partecipanti. La sfilata è fissata per settembre 2012 e sarà realizzata a Bologna, ci saranno sette modelle e sette modelli, ognuno con diversa disabilità. Per partecipare alla sfilata ed essere quindi scelti per partecipare al corso gratuito di portamento, posare per il book anch’esso gratuito e sfilare, bisogna superare una selezione. Questa selezione, chiamata anche casting, avverrà a gennaio-febbraio ad Imola. Le iscrizioni al casting sono aperte e si chiuderanno a fine dicembre, per cui sono bene accette le candidature di chi fosse interessato. Si possono trovare informazioni sul casting visitando il sito All For Fashion.

Le iscrizioni e le richieste di iscrizioni fino ad pervenute sono numerose, anche se noto che le richieste da parte dei maschietti sono in numero minore rispetto a quelle delle ragazze.

LB: Il tuo è sicuramente un progetto ambizioso e che sicuramente necessita di ingenti risorte umane ed economiche. Come intendi farvi fronte? Sei supportata anche da qualche associazione di volontariato?
MP: A questo progetto lavoro da mesi ormai e sono ben consapevole delle risorse che sono necessarie per la realizzazione. Per le risorse umane mi appoggerò alle associazioni che frequento e ciò per avere un supporto nella sfilata e nelle attività che la precedono. Per il resto si, ho sino ad ora raccolto l’appoggio dell’associazione di promozione sociale MapAbility che ha sede a Pavia e che con entusiasmo ha condiviso gli ideali e lo spirito dell’iniziativa. Ho anche dei partner e l’appoggio della nota Accademia di Moda di Napoli che si è resa disponibile per la realizzazione degli abiti da sera da far indossare alla sfilata.

Insieme a me c’è anche il direttore artistico Pasquale Esposito che si occuperà della direzione artistica di tutto ciò che riguarda la sfilata.

Per le risorse economiche non ho ancora raccolto i fondi necessari, sono infatti da poco alla ricerca di sponsor che possano supportare il progetto e el spese necessarie. Colgo infatti l’occasione per comunicare che si accettano proposte da parte di aziende che vogliano aiutare la realizzazione dell’evento ed invito tutti a visitare il sito dedicato al progetto: All For Fashion.

Mi preme ricordare che il progetto non ha finalità lucrative ma ha scopi di sensibilizzazione ed integrazione.

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