di Claudia Moschi
Errare è umano, perseverare è diabolico. Nel futuro di Equilibrium il genere umano ha vissuto un terzo conflitto mondiale ed ha finalmente raggiunto la consapevolezza di non poter sopravvivere ad un quarto. Libria, una città-stato che ha tutti i caratteri di una distopia alla 1984, ha messo fuorilegge le emozioni, causa delle catastrofi che hanno afflitto la Terra: per eliminarle ogni cittadino è obbligato ad assumere il Prozium, un farmaco che induce alla più completa atarassia affinché l’individualismo, la libertà di pensiero e le differenze tra i singoli siano totalmente inibite. Libria è una dittatura dominata dalla figura carismatica del Padre, elevato ad un vero e proprio culto della personalità, mentre il controllo della società e la repressione del dissenso all’interno e all’esterno delle mura della megalopoli sono affidate alla spietata milizia chiamata Tetragrammaton, una via di mezzo tra polizia segreta e ordine monastico: i suoi membri, i clerics, sono efficacissime armi letali addestrate alle più fini arti marziali. Tra le altre loro funzioni anche la cattura e l’eliminazione fisica di chi, provando emozioni, disobbedisce alla legge suprema.
Il cleric Preston, interpretato da un impeccabile Christian Bale, è il fiore all’occhiello della milizia ma la sua vita perfettamente asettica ed inquadrata nell’ordine imposto da Libria inizia ad incrinarsi quando sospende l’assunzione di Prozium e torna ad impossessarsi della caratteristica fondamentale che rende un uomo tale: sentire. Diventerà lo strumento della Resistenza per rovesciare la dittatura e permettere al genere umano di riappropriarsi del libero arbitrio e tornare ad essere vivi, davvero.
Il film del 2002 di Kurt Wimmer non riscosse un grande successo al botteghino ma divenne ben presto un film cult balzando ai primi posti dei film più scaricati della rete e non è difficile capirne il motivo. Sulla scia di film come Gattaca e la trilogia di Matrix, Equilibrium coniuga sequenze di combattimenti mozzafiato e riflessioni socio-politiche sull’importanza della libertà di pensiero esaltando, come al solito, la figura di un homo novo, un Messia tecnologico capace di ribellarsi all’alienazione del sistema per riscattare le menti oppresse.
Chiaramente influenzato dai film di genere degli anni Sessanta, questo piccolo gioiello presenta evidenti richiami alla letteratura apocalittica di George Orwell e Ray Bradbury (Farheneit 451): paesaggi apocalittici fanno da sfondo ad adunate di regime, una capillare propaganda simile ad un costante lavaggio del cervello, l’eliminazione dei rapporti interpersonali e la distruzione di tutto ciò che è cultura.
Un film dai contenuti sempre più attuali ed inquietanti: è quasi spontaneo riflettere sulle similitudini tra la censura del film e quella tutt’ora vigente in certi Paesi della nostra realtà, la giustizia sommaria e la repressione del dissenso cui assistiamo quotidianamente, tra il Prozium e gli antidepressivi che sempre più di frequente vengono assunti a partire dall’adolescenza, quando cedere alle emozioni è quanto di più importante vi sia per poter diventare a tutti gli effetti dei veri esseri umani.
Equilibrium.
Scritto e diretto da Kurt Wimmer, 2002.
Con Christian Bale, Sean Bean, Emily Watson.