di CINEANGEL
Sarà perché noi abbiamo Sergio Leone e probabilmente nessuno riuscirà a superare il fascino di un “C’era una volta il West” o più semplicemente perché gli americani hanno bisogno di guardare e rieditare il passato per creare nuovi western (gli ultimi “Quel treno per Yuma” del 2007 ed “Appaloosa” del 2008 sono remake poco efficaci e ci hanno perfino provato con Wyatt Earp ed I Magnifici Sette), ma i Fratelli Coen per salvare un film deludente come Il Grinta hanno praticamente deluso una vecchia generazione di amanti di John Wayne e del suo burbero personaggio e non certo per colpa di Jeff Bridges che si difende bene ma non è da Oscar, salvo attori peggiori (e con Bardem in giro…).
Sebbene abbiano fatto meglio di altri, rimescolando qua e là le scene del vecchio film, annullandone altre e reinventandosi un finale che ovviamente, non svelerò, “True Grite” è un film grigio, scuro, senza ironia ma neppure sana cattiveria, con scarsa attenzione ai paesaggi e perfino ai caratteri: solo l’interpretazione di Hailee Steinfeld è più brillante mentre Matt Damon è assolutamente inutile e Josh Brolin ha un ruolo talmente marginale da essere invalutabile.
E’ la conferma che i remake sono maledetti e che il west deve restare west e non cercare di modernizzarsi e di fare il verso agli anni attuali e neppure trasformarsi in un romanzo. Il film esce oggi ed inaugurerà Berlino. Forse i Coen hanno preteso troppo da loro e potrebbero per punizione rivedersi i buoni Spaghetti Western di una volta o senza provare a copiarli, con buona pace di Eastwood e Lee Van Cleef che si spera non avranno omologhi a stelle e strisce. Inutile.
Valutazione: 2 angeli