di GIULIANA DE ANTONELLIS
Per la prima volta l’omonimo romanzo di Virginia Woolf viene adattato per il palcoscenico ad opera di Emanuela Giordano e racconta su di un palcoscenico l’affascinante vicenda del bello e nobile ragazzo che poi diventa bella e nobile ragazza e riesce, dopo mille peripezie, dubbi ed incertezze, a far pubblicare il suo romanzo, a divenire una scrittrice famosa, a sposare il marinaio/aviatore di cui è innamorata e a coronare l’unione con la nascita di due gemelli.
La commedia di Orlando, già film nel 1992 per la regia di Sally Potter con Tilda Swinton, ci porta a conoscenza di Orlando, intuizione geniale della Woolf, l’eroe moderno che racchiude in sé la parte maschile e quella femminile. Orlando, vive quindi da uomo e da donna. Attraversa quattro secoli di passioni travolgenti e cupe delusioni, tutte legate alla percezione della vita come un’opera. Ogni individuo deve percepire la sua vita come un’opera, unica, preziosa e irripetibile. Orlando assolve a questa “ missione” come nessun altro.
E’per questo forse che il romanzo della Woolf è tuttora un caposaldo della letteratura, un libro in cui tutti, grandi e piccoli, uomini e donne, possono ritrovare una ragione di emozione, di corrispondenza, di divertimento.
La trasposizione scenica della Giordano e la freschezza della Ragonese mirano a riportare Orlando alla sua veste naturale di Commedia, di grande, vivacissimo gioco, dove, con il pubblico e per il pubblico, si esalta l’intreccio, l’acutezza della parola, la sua musicalità, i suoi rimandi, senza trascurare le sollecitazioni visive che quattro secoli di storia ci consentono di evocare : il castello di Orlando, Costantinopoli, l’altipiano abitato dai gitani, feste , banchetti, matrimoni, partenze e addii…
In questa avventura quasi circense di acrobazie nello spazio e nel tempo, Orlando non si separa mai dalla sua “compagnia”, a cominciare da Mrs Virginia Grimsdith, impersonata da una brava Sarah Biacchi, interlocutrice privilegiata e consigliera, in cui è concentrata molta della sensibilità e della geniale ironia di Virginia Woolf; Judy, Faith, Hill e Hall, due ragazze e due ragazzi “tutto fare”, devoti e sfacciati, amplificatori, membrane mobili delle emozioni della protagonista; a completare l’organico dei personaggi in scena ci sono: l’Arciduca, capace, per amore, di essere donna quando Orlando è uomo e uomo quando Orlando è donna, Greene uno scrittore, prima sfruttatore e poi benefattore, Marmaduke, fascinoso marito, marinaio ed aviatore, il Capo dei gitani, per un duello tra civiltà a suon di battute pungenti. Dieci personaggi accompagnati da un racconto sonoro travolgente, per orchestra d’archi, che evoca il passare del tempo, l’emozione della sorpresa e il contraltare della delusione, trasporta in atmosfere romantiche e in mondi esotici, nel burlesque e nel vaudeville, fino al primo novecento, su binari di un treno, alla scoperta della modernità e del progresso, con tutti i suoi chiaroscuri.
Un racconto sonoro fatto di musiche originali della Bubbez Orchestra eseguite dal vivo da Giovanna Famulari (violoncello) e Massimo De Lorenzi (chitarra).Le scene e i costumi di Giovanni Licheri e Alida Cappellini ben si sposano con la storia di Orlando.
Lo spettacolo coinvolgente, leggero e divertente è stato in scena al Teatro Manzoni di Milano.